Se si decide di mettersi in proprio, per esempio aprendo un negozio, un ristorante o una piccola società di consulenza, può essere una buona scelta prendere a lavorare con sé il marito, altri parenti o amici? Una decisione così va ben ponderata perché con questa persona non si sta andando in vacanza, ma si dovranno affrontare anche momenti di stanchezza e stress. Come un partner giusto può potenziare un’attività, così uno sbagliato può portarla alla rovina.

Mettersi in proprio: chiediti se hai bisogno di un partner

La prima domanda da porsi in realtà è questa: «Ho bisogno di un partner?». Se la risposta è positiva si può valutare l’ipotesi di prendere parenti o amici, sapendo che questo comporta dei vantaggi e degli svantaggi. Da un lato, avere un amico o un parente come compagno di business vuole dire conoscersi già bene, si può parlare fin da subito di tutto con onestà e trasparenza. Dall’altro, se vuoi molto bene a una persona, puoi non essere obiettivo nel valutarla: certe caratteristiche che in un amico risultano simpatiche non è detto che vadano bene sul lavoro.

Con un amico le cose potrebbero complicarsi

Poi l’amico o parente potrebbe non avere le competenze tecniche o le condizioni economiche giuste. Se però una delle due parti parte svantaggiata, è probabile che scattino il risentimento e una competizione non sana. Non solo. Se poi qualcosa non funzionasse o dovesse andare male, nel caso di un estraneo ci sarebbero meno implicazioni emotive. Se ci stai pensando, prima fai questi tre passi.

Mettersi in proprio: consigli per non sbagliare

Cerca di usare gli stessi criteri di valutazione che useresti per un estraneo e puoi chiedere anche ad altri come vedono quella persona: lo sguardo altrui può contribuire a rendere più obiettivo il tuo. Ricorda che serve molto equilibrio. Ad alcune persone riesce bene, altre invece finiscono con il parlare solo di lavoro. Se, per esempio, marito e moglie lavorano insieme, rischiano di portare anche nella coppia i malumori sorti nel business. Se una donna lavora con il marito in posizione subordinata, deve essere messa in regola, perché avere una propria indipendenza economica resta un imperativo anche se si è in un business di famiglia. Una regola, infine, da applicare sempre rispetto alle persone con cui si lavora: devi condividere ideali, stile di management, obiettivi e motivazione. Sono questi infatti i presupposti perché le cose funzionino.