Le coppie me lo riportano spesso durante le sedute: la nascita di un figlio a volte rappresenta uno spartiacque tra una relazione che prima funzionava bene e dopo no, generando una crisi. Le donne possono sperimentare un vissuto profondo di abbandono e di distanza dei compagni.

La mamma è in prima linea

Nonostante una maggiore parità di ruoli, la mamma, per questioni biologiche, fisiche e culturali, rispetto al papà è sicuramente maggiormente in prima linea con la nascita di un figlio. Che comporta un grosso cambiamento di se stessa, del proprio corpo, delle priorità.

Può sentirsi sola

Magari è stata lei che ha desiderato di più e spinto per avere un figlio, salvo poi sentirsi affaticata e penalizzata perché non c’è più la famiglia allargata di un tempo a sostenerla. Ora è sostanzialmente da sola, quindi deve fare più sacrifici, più rinunce.

Il papà deve occuparsi di lei

I compagni in questa fase spesso si sentono più responsabilizzati a livello economico, lavorativo e a volte soffrono a loro volta perché percepiscono la distanza delle loro compagne. Ma non si rendono conto che, oltre a un maggiore aiuto in casa e nell’accudimento del piccolo, la cosa più importante che gli viene richiesta è che si occupino della partner.

Il neonato (non) è un terzo incomodo

L’arrivo di un figlio è anche un evento simbolico, l’intromissione di un “terzo” nella coppia. E può comportare il rischio che la donna si dedichi troppo al neonato e che il papà si faccia allontanare: questo può dipendere anche da come ciascuno è stato a propria volta figlio nella sua famiglia d’origine.

Ma mamma e papà devono essere complici

Per superare indenni questa fase delicata e rilanciare la relazione è fondamentale che lei possa chiedere la vicinanza del compagno e che lui si renda conto di quanto è fondamentale il suo ruolo, senza sentirsi messo in un angolo dall’arrivo del bambino.