vulva

Labioplastica: il lifting diventa “intimo”

A una lettrice non piace la sua vulva, si sente a disagio. E quindi vuole sottoporsi a un vero e proprio lifting riduttivo per cambiarla. Ma perché? Risponde la scrittrice Stella Pulpo

Mi scrive Vittoria, una lettrice 19enne che mi segue sui social, e con cui di tanto in tanto interagisco. Mi dice che è preoccupata perché ha poca esperienza, meno di quanta ne abbiano le sue amiche, e un problema con il suo corpo che la mette molto a disagio. Le chiedo di cosa si tratti, se le va di dirmelo. Mi risponde che non le piace la sua vulva e che vorrebbe sottoporsi a un’operazione di labioplastica riduttiva (che, per inciso, è un intervento in rapidissima ascesa nel mondo, tra fasce sempre più giovani della popolazione femminile).

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Cos’hanno le tue piccole labbra che non va bene? chiedo. «Sono troppo sporgenti». Troppo rispetto a quale standard? «Troppo» conclude. A quel punto naturalmente le dico le cose che si dicono in questi casi: i corpi sono tutti diversi e tutti validi, è perfettamente normale che anche i genitali abbiano caratteristiche varie, l’aspetto della vulva cambia nel tempo e con il menarca – così come ci cresce il seno o si pronunciano i fianchi – le piccole labbra possono sporgere, avere contorni imprecisi, essere rosee o violacee, in ogni caso perfettamente sane, nella norma. Le dico anche che il sesso, quello reale, fatto con la pelle, non è un’esibizione puramente visiva. Il partner non si limita a guardare, ma tocca, annusa, assaggia, i corpi si esperiscono con una pluralità di sensi, con il coinvolgimento di tutti gli organi, e l’eros non è fatto di misure e perfezioni, ma di realtà, di significati fisici ed emotivi. Aggiungo infine che le piccole labbra sono un’area sensibile del nostro apparato esterno, ricche, di terminazioni nervose e concorrono alla ricchezza del nostro piacere, insomma, c’è da volere bene alle nostre piccole labbra. Le ho chiesto di pensarci, prima di fare un passo del genere. E di provare a spogliarsi insieme a una persona con cui si senta libera, serena, persino euforica, consapevole che l’attrazione è una faccenda misteriosa e si alimenta della nostra unicità. Altroché.

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