Elezioni europee 2019: i risultati del voto, in Italia e in Europa

  • 27 05 2019

In Italia la sovranista Lega “fa il botto” con il 34% dei voti. In Europa i fautori dell’Unione vincono, ma in un panorama confuso. Questa la sintesi del risultato del voto per l’Europarlamento. Vediamo i dettagli

La Lega farà pesare la vittoria in Italia

Le elezioni del 26 maggio da noi hanno sancito la popolarità di Matteo Salvini, la ripresa del Pd (22%) e lo scivolone dei 5 Stelle (17%). «Il leader leghista a breve non ha interesse a far saltare il governo per andare a elezioni anticipate. Ma può forzare la mano sulle battaglie che gli stanno a cuore, dalla Tav alla flat tax» commenta Matteo Villa, analista politico dell’Ispi (Istituto studi di politica internazionale).

I partiti pro-Ue avranno la maggioranza a Strasburgo

In Francia la destra di Marine Le Pen supera il presidente Emmanuel Macron, tra i più accesi sostenitori di un’Unione più integrata; in Spagna spiccano i socialisti di Pedro Sanchez; in Germania tiene la Merkel e volano i verdi, forti anche in Olanda. «Le forze sovraniste, cui appartengono Lega e 5 Stelle, sono andate bene ma senza sfondare: salgono dal 20% a circa il 24%, però restano all’opposizione e sono divise in 3 gruppi parlamentari difficilmente conciliabili» aggiunge l’esperto.

«La maggioranza a Strasburgo sarà formata dai Popolari, dove contribuiamo con meno di 10 deputati di Forza Italia; dai Socialisti, che accolgono gli eletti del Pd; dai Liberali, da cui resta esclusa la lista di Emma Bonino che non ha superato il 4%». Il nostro peso specifico è al minimo. E a fine anno scade il mandato di Mario Draghi alla presidenza della Bce. «Aspettiamoci un’Europa che non farà sconti all’Italia, a partire dalla prossima Legge di bilancio che si annuncia difficilissima. Reggere il reddito di cittadinanza che entra a regime e avviare la flat tax senza nel contempo ritoccare l’Iva è impossibile, a meno di non sforare ancora i paletti Ue».

La Brexit continuerà a essere un rebus

«Alle urne ha dominato il partito anti-Ue di Nigel Farage, ma gli occhi sono puntati sul governo di Londra» nota Villa. «La premier Theresa May lascerà 7 giugno e il suo successore, capo dei conservatori nonché primo ministro, si conoscerà non prima di metà luglio. Sarà lui a decidere se portare il Paese al voto o proseguire i negoziati. È probabile che non basterà il limite concesso al Regno Unito per un’uscita ordinata, fissato al 31 ottobre, e che servirà ancora un proroga».

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