Uomo fragile prostitute

Sesso a pagamento: il progetto che mostra gli uomini fragili

Sono almeno 3 milioni, in Italia, gli uomini che frequentano prostitute. Che cosa cercano? Piacere senza impegno, affermazione di potere. Ma anche conforto e approvazione. Come confidano qui

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«Una escort non ti chiede niente. Non ti domanda se la ami, non ti ossessiona perché vuole un figlio, non ti angoscia se non ti sei fatto valere sul lavoro. È interessata solo al qui e ora. Regala benessere in cambio di qualche decina di euro». Le parole di Sandro S., che conosco su un forum dedicato alla ricerca di prostitute, raccontano uno degli aspetti di un fenomeno complesso che, secondo le più recenti rilevazioni, nel nostro Paese coinvolge circa 200.000 escort e 3 milioni di clienti, per un giro d’affari di 5 miliardi di euro. Un fenomeno, quello del sesso a pagamento, che l’artista spagnola Cristina De Middel ha indagato in giro per il mondo, fotografando i clienti di prostitute e provando a carpirne i pensieri per il suo progetto Gentlemen’s Club.

Il progetto fotografico

Edward Lewis – Foto @Cristina De Middel

I ritratti che illustrano questo articolo sono parte dei 100 realizzati nel corso di 7 anni dalla fotografa spagnola Cristina De Middel. Fino al 1° novembre alcuni scatti del suo progetto Gentlemen’s Club sono in mostra a Phest, Festival internazionale di fotografia e arte a Monopoli (Bari).

Felipe – Foto @Cristina De Middel

Come nasce il progetto

«Solitamente ci si concentra sulle donne, io volevo spostare lo sguardo sull’altro 50% della questione. La porzione che resta nell’ombra» mi spiega dal Messico, dove vive da anni. Ed è così che dal 2015 ha incontrato – fra camere d’hotel di lusso e bordelli di periferia – decine di uomini, ritratti senza filtri. «Ho cominciato pubblicando un annuncio su un giornale di Rio de Janeiro nel quale cercavo uomini che avessero pagato per avere rapporti sessuali e che, in cambio di denaro, fossero disposti a posare per me».

A sorpresa, le risposte sono decine. I risultati della lunga indagine sono degli scatti incredibili ma anche una riflessione aperta su un tema sovente trattato in modo superficiale. «Ho scoperto che il pregiudizio, oltre che nella società, è nella testa dei clienti. Una delle cose più complicate è stata infatti spiegare che il mio approccio sarebbe stato neutro. Negli anni ne ho incontrati oltre 100, e a volte le loro confessioni mi hanno lasciato stordita. Come quando un 90enne di Rio mi ha rivelato che aveva 3 rapporti al giorno e che le prostitute non lo facevano pagare perché lo consideravano un amante strepitoso o come quando a L’Avana un uomo mi ha raccontato con naturalezza che cercava minorenni fuori dalle scuole e le seduceva con dei regali».

Sesso a pagamento: le storie

Osservando i ritratti di questi uomini dagli sguardi a volte provocatori, a volte vacui, a volte disperati, non si può fare a meno di domandarsi a cosa stiano pensando. Analizzando i loro volti, si è invitati a riflettere sulla percezione trasversale di un fenomeno che ha tante motivazioni quante le persone che lo animano. Per capire qualcosa di più ho parlato allora con alcune prostitute che popolano il portale Escort Advisor. La romana Luna mi racconta: «Penso che ogni persona attiri clienti simili a lei. Di certo il prezzo produce una selezione a monte. Può sembrare assurdo, ma io sono abbastanza certa che tutti gli uomini frequentino le escort. C’è chi lo ammette e chi no. Tutti ambiscono a cose diverse. Alcuni desiderano essere coccolati, altri vogliono un’esperienza che magari potranno poi condividere in modo goliardico con gli amici, altri ancora non hanno tempo per corteggiare una ragazza e allora comprano la prestazione».

È il caso di Giovanni G., manager napoletano di 39 anni, che contatto attraverso un forum: «Stavo per sposarmi, poi lei mi ha lasciato e io ho deciso di chiudere con le relazioni. Almeno per un po’. Mi sono buttato nel lavoro e alla fine, per semplicità, mi sono appassionato al sesso online. Ho seguito per diverso tempo delle creator su Only Fans e poi ho preferito passare al lato fisico. Pagare, è brutale dirlo, mi fa sentire leggero: non ci sono implicazioni sentimentali, non c’è perdita di tempo. Per me è una soluzione transitoria, in attesa di riuscire a fidarmi di nuovo».

Sesso a pagamento come terapia

Diverso è il discorso di Danilo R., 58enne siciliano che conosco online: «Non riesco a trovare una donna. Mi sono rassegnato. L’unica possibilità che ho per avere un rapporto è comprarlo». Si tratta di una situazione piuttosto comune, almeno stando a Flavia, che ha abbandonato la professione di escort per diventare massaggiatrice erotica perché «a un certo punto le mie batterie si sono scaricate. Non volevo più condividere il mio corpo». Secondo la sua esperienza, i clienti cercano «donne avvolgenti e accoglienti per essere ascoltati nel corpo e nella mente. Vogliono qualcuno che sia pronto a fargli quelle coccole che magari la vita non concede». Ma questa spiegazione, per quanto frequente, è l’unica.

Secondo il sessuologo Daniel Giunti, si spazia infatti dalle necessità sessuali al bisogno di approvazione. «A volte i soggetti non hanno una partner disponibile, o magari non vogliono o non possono fare determinate cose con la compagna abituale» evidenzia l’esperto, seguito da oltre 600.000 persone su Instagram dove è noto come @sessuologia. «In altri casi c’è il desiderio di un’interazione sessuale senza impegno emotivo. In altri ancora si avverte l’esigenza di conferme attraverso il sesso. Nonostante sia a pagamento, può comunque avere un effetto temporaneo di elevazione dell’autostima». Ma non è tutto.

Le conseguenze psicologiche

«Sono molti gli uomini che lo fanno per divertimento o per disconnettersi dai rapporti tradizionali. A volte si tratta di vendette, altre è un puro esercizio di potere economico, quasi ordinassero champagne nei club! Nei Paesi di tradizione latina esiste poi una sorta di battesimo: si viene iniziati al sesso da padri, zii o fratelli maggiori con delle prostitute. Ma c’è pure chi lo fa come terapia e chi quasi fosse un rito» aggiunge De Middel. Ci si rivolge a una escort anche per tamponare un momento di solitudine o per assecondare le proprie problematiche sessuali legate a comportamenti compulsivi. È il caso di Giacomo V., commerciante toscano di 56 anni: «Era diventata una droga, letteralmente. Ogni sera, prima di andare a casa, invece di fare l’aperitivo mi dovevo fermare da una ragazza. Ho dilapidato un patrimonio. Poi mia moglie mi ha scoperto, ed è stata la fine di tutto».

Per quanto le reazioni possano variare molto in base alle dinamiche di coppia e ai propri valori, le conseguenze di questo tipo di tradimento hanno sovente l’effetto di una bomba. «Oltre alla questione sanitaria, legata alla possibile contrazione di infezioni, si crea un problema di fiducia» conclude Giunti. Alcune donne registrano un calo di autostima ed entrare nei loro pensieri è complicato. Un po’ come comprendere le ragioni dei clienti. Intime. Imperscrutabili. Simili al sorriso di taluni negli scatti di De Middel.

Identikit in numeri

Chi sono i clienti delle escort? Ha provato a dare una risposta Escort Advisor, il primo sito di recensioni di escort in Europa che ogni mese conta 5 milioni di utenti. Si tratta di uomini con un picco significativo tra i 25 e i 44 anni che cercano principalmente escort (45%) ed escort trans (32%) soprattutto per rapporti anali (23%) eiaculazione in bocca (13%) e bacio profondo (11%). «Gli uomini» riflette il sessuologo Fabrizio Quattrini «sembrano essere indirizzati verso un approccio più vanilla, ovvero dolce, ndr, e meno kinky, cioè aggressivo. La ricerca del bacio profondo può essere associata al desiderio di rendere il rapporto sessuale intimo, affettuoso. Anche le escort spesso raccontano che i clienti pagano non solo per il sesso, ma per momenti di tenerezza e un confronto verbale». Tra i filtri per selezionare una escort spicca quello economico – il 51% ricerca fino a 50 euro, il 33% nella fascia da 51 a 100, solo il 15% dai 100 euro in su – e quello relativo alla nazionalità, con un interesse prevalente per italiane (41%) brasiliane (6%) e russe (3%).

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