HarperCollins UK, divisione britannica di HarperCollins Publishers (secondo editore di libri per consumatori al mondo), ha pubblicato un’interessante ricerca per comprendere il crescente disinteresse dei bambini nei confronti della lettura. La «colpa» è anche dei genitori. Uno dei risultati più sorprendenti, infatti, è che nonostante leggere ad alta voce ai bambini sia un metodo comprovato per aumentare il loro piacere alla lettura, il numero di mamme e papà che lo fa è attualmente ai minimi storici.
In calo la percentuale di bambini che legge regolarmente
Dai dati della ricerca emerge che solo il 32% dei bambini tra i 5 e i 10 anni sceglie di leggere frequentemente per piacere, in calo rispetto al 55% del 2012. Meno della metà (41%) dei bambini da 0 a 4 anni legge regolarmente, in forte calo rispetto al 64% del 2012. Il rapporto evidenzia anche che bambini e bambine vengono trattati in modo diverso: solo il 29% dei maschi da 0 a 2 anni legge «ogni giorno/quasi ogni giorno», rispetto al 44% delle bambine nella stessa fascia d’età. Solo il 36% dei bambini da 5 a 7 anni e il 22% di quelli da 8 a 10 anni legge regolarmente a casa.
Perché si è perso il piacere di leggere ai figli
La ricerca ha rivelato che molti genitori non trovano piacevole leggere ai propri figli: solo il 40% afferma di «divertirsi» quando lo fa e solo il 34% dei genitori di bambini da 0 a 13 anni vorrebbe avere più tempo per leggere ai propri figli. Dal 2012, si è registrato inoltre un forte aumento del numero di genitori che segnalano che i figli hanno troppi impegni scolastici per leggere libri, il 49% nel 2024 rispetto al 25% nel 2012 per i genitori di bambini da 5 a 13 anni.
Sempre più di frequente i genitori associano la lettura dei figli ai compiti scolastici piuttosto che a qualcosa di piacevole e interessante. Cosa particolarmente evidente tra i genitori della Generazione Z, dove il 28% considera la lettura «una materia da imparare», rispetto al 21% tra i genitori della Generazione X. Ciò si spiegherebbe con il fatto che essendo la prima generazione a crescere con la tecnologia, mamme e papà della Generazione Z preferirebbero rivolgersi all’intrattenimento digitale piuttosto che ai libri.

La percezione della lettura nei giovani
Il calo del numero di genitori che leggono ad alta voce ai figli, unito alla pressione associata alla lettura come qualcosa da imparare piuttosto che un piacere, potrebbe contribuire al cambiamento nel modo in cui i giovani percepiscono la lettura. Nel 2024, quasi un bambino su tre di età compresa tra 5 e 13 anni ha affermato che la lettura è «più una materia da imparare che un’attività divertente da svolgere», un aumento significativo rispetto al 25% del 2012.
Alison David, Consumer Insight Director di Farshore e HarperCollins Children’s Books, ha dichiarato in proposito: «Leggere ai bambini rende la lettura divertente. È preoccupante che molti bambini crescano senza la cultura della lettura in casa. Ciò significa che sono più propensi ad associare la lettura ai compiti scolastici, qualcosa su cui vengono valutati e su cui possono fare bene o male, e non a qualcosa che potrebbero apprezzare. La buona notizia è che quando ai bambini si legge spesso, imparano molto rapidamente ad amare la lettura e si motivano a leggere essi stessi. I bambini a cui si legge quotidianamente hanno quasi tre volte più probabilità di scegliere di leggere da soli rispetto ai bambini a cui si legge solo una volta alla settimana a casa».
Club del libro, l’esperimento nel Regno Unito
Un nuovo studio di HarperCollins UK e della School Library Association ha sperimentato club del libro scolastici in 17 biblioteche del Regno Unito, rivolti a ragazzi di 12-13 anni poco inclini alla lettura. L’iniziativa ha eliminato pressioni e obblighi, puntando invece su conversazioni informali sui libri in un contesto sociale rilassato. L’obiettivo era coinvolgere lettori riluttanti offrendo un’esperienza autonoma e piacevole, in un’età in cui le relazioni tra pari diventano centrali e l’imposizione può generare resistenza.
Tra oltre 400 partecipanti, l’84% ha trovato l’esperienza utile e il 60% ha dichiarato di avere un maggiore interesse per la lettura. In alcuni casi, l’impatto è stato notevole. Una scuola ha misurato l’età di lettura dei 32 ragazzi che hanno preso parte allo studio, prima e dopo la sperimentazione: l’età di lettura di questi studenti è aumentata in media di un anno e 3 mesi, rispetto a una crescita media di cinque mesi dell’età di lettura per il resto del gruppo.
Oltre a migliorare le competenze, i club del libro hanno offerto un ambiente sicuro dove socializzare ed esprimere emozioni. I ragazzi li hanno descritti come spazi divertenti e accoglienti. Cally Poplak di HarperCollins ha sottolineato come il progetto abbia voluto coinvolgere anche gli adolescenti più distanti dalla lettura, con risultati molto positivi.