Assaporiamo ogni battuta, ogni ballo, ogni dettaglio! Il 13 giugno ha inizio la seconda parte della terza stagione di Bridgerton, che attinge al quarto romanzo della saga scritta da Julia Quinn, Un uomo da conquistare (Mondadori).

Ci porta nel bel mezzo dell’intensa e molto sexy schermaglia d’amore tra Colin Bridgerton (Luke Newton) e Penelope Featherington (Nicola Coughlan), decisa a trovarsi un facoltoso marito che le permetta di continuare la sua doppia vita come Lady Whistledown, la dama misteriosa ma assai ben informata che spettegola su tutta Londra.

La prima parte della serie su Netflix (dove ci sono anche le stagioni precedenti) ha superato i 45 milioni di visualizzazioni nel mondo. Un record. Ed è cosa certa: questa miscela perfetta tra genere romantico e storico-fantasy, nata dalla penna di Julia Quinn e trasformata dalla regina della serialità Usa Shonda Rhimes nel period drama più amato dalle donne (e non solo) ai quattro angoli del globo, è ormai un fenomeno di costume. Per le appassionate delle avventure sessual-mondane degli 8 figli del Visconte di Bridgerton, abbiamo raccolto 10 curiosità su Julia Quinn e la sua magnifica invenzione.

Bridgerton: sapevi che gli 8 romanzi da cui è tratta la serie sono nati quasi per caso?

La loro autrice Julia Quinn (vero nome: Julie Pottinger), 53 anni, due figli di 21 e 19, ebrea americana del New England, laureata in Storia dell’arte ad Harvard, si era iscritta anche a Yale, decisa a laurearsi in Medicina, ma non era soddisfatta della strada intrapresa ed era in crisi. Così decise di mettere in atto il piano C: scrivere. E le sembrò che iniziare dal “rosa” fosse la cosa migliore.

Quando due suoi romanzi, Splendid e Dancing at Midnight, scritti negli anni ’90, furono comprati all’asta, Julia alzò il telefono, chiese del dipartimento di Medicina di Yale e fece cancellare il suo nome dalla lista degli iscritti. La decisione era presa: non sarebbe mai diventata un medico. Nel 2000 uscì Il Duca e io, il romanzo che ha dato il via alla saga di Bridgerton (in Italia sono tutti pubblicati da Mondadori).

Julia scriveva dall’età di 12 anni

Julia Quinn (PH: Roberto Filho)

Appassionata lettrice dei romanzi delle serie per teenager Sweet Dreams e Sweet Valley High, si era vista proibire dal padre la lettura di quel tipo di libri, considerati troppo leggeri. Per dimostrargli che il suo interesse era cosa seria, aveva buttato giù due capitoli di una storia romantica e li aveva spediti all’editore di Sweet Dreams, che però, senza tanti complimenti, li aveva rifiutati.

Quando, molti anni più tardi, il suo agente la chiamò per annunciarle che Shonda Rhimes voleva trarne una serie tv, Julia, che stava bevendo un caffè da Starbucks a Seattle, pensò: «È uno scherzo, è un tranello… Figurarsi se l’inventrice di Grey’s Anatomy può interessarsi a me!».

Lo pseudonimo Julia Quinn è dovuto a un ragionamento un po’ bizzarro

«Ho pensato che sugli scaffali delle librerie mi avrebbero messo accanto ad Amanda Quick, una scrittrice fantastica e molto popolare in quegli anni. Mi sono detta: magari le persone che leggono i suoi libri un giorno li finiscono e comprano uno dei miei» ha raccontato. Inoltre quel cognome, anche se scritto in modo diverso, ha lo stesso suono di “Queen”, regina.

Ha scritto 38 libri

Tra romanzi e racconti, senza contare edizioni speciali e raccolte (li trovi tutti su juliaquinn.com/books), tradotti in 41 lingue e apparsi per ben 19 volte tra i bestseller del New York Times. Nel 2007, a 37 anni, è stata la più giovane autrice a vincere il premio dei Romance Writers of America.

«È raro che una canzone ispiri un mio libro» ha detto Julia Quinn.

«Ma nel caso di The Lost Duke of Wyndham (in uscita a fine giugno in Italia, ndr) mi sono ispirata a Industrial disease dei Dire Straits. Mi aveva colpito un verso: “Due uomini dicono di essere Cristo. Uno dei due non lo è”. Da lì ero saltata velocemente all’idea: “Due uomini dicono di essere il Duca di qualcosa. Uno dei due non lo è”».

«Così ho incominciato a stilare un colonna sonora per ogni mio libro, 4 o 5 canzoni… In questo modo mi sento vicina ai lettori».

Bridgerton: come nasce la trasposizione

Sulla serie tv Julia Quinn ha rivelato: «Partecipo alla sceneggiatura, ma lascio a Shonda totale libertà. Desideriamo che lo show rifletta il mondo di oggi: anche se è ambientato all’inizio del 1800, vogliamo che il pubblico si veda rappresentato».

Ecco il perché di personaggi di colore come Lady Danbury e il Duca di Hastings (il bellissimo Regé-Jean Page, protagonista della prima stagione e motivo tutt’altro che secondario – ammettiamolo – del successo della serie), costumi dai colori modernissimi e una colonna sonora in cui si mescolano classica e pop, da Wildest dreams di Taylor Swift a Thank u, next di Ariana Grande, da Bad guy di Billie Eilish a Girls like you dei Maroon 5.

La Regency obsession

Ha raccontato: «Questo periodo della storia inglese copre appena 9 anni: dal 1811, quando re Giorgio III, vecchio e malato, viene decretato inabile a regnare, al 1820, anno in cui il re muore e gli succede Giorgio IV, il figlio che nel precedente lasso di tempo aveva esercitato i poteri regali ma senza titolo come Principe di Galles (la Reggenza, appunto, ndr).

Sono anni in cui le donne, liberate grazie alla Rivoluzione industriale dai compiti della tessitura e filatura, scoprono il tempo libero e cominciano a leggere, richiedendo sempre più storie in cui riconoscersi. E lo stesso Principe di Galles celebra la prosperità, il godersi la vita, l’estetica che tanto ci seduce».

Per custodire i 7.500 costumi è stata allestita un’intera palazzina

Come ha raccontato la costumista Ellen Mirojnick a Harper’s Bazaar. Agli abiti di scena hanno lavorato in tutto 238 persone.

Le fantastiche acconciature non sono state inventate di sana pianta

Il truccatore Marc Pilcher ha raccontato che per i riccioli sulla fronte di Daphne (Phoebe Dynevor), eroina della prima stagione, ha copiato Audrey Hepburn in Guerra e pace del 1956. Le parrucche della regina Carlotta (Golda Rosheuvel) si rifanno a Beyoncé in Austin Powers in Goldmember del 2002.

Mentre il look di Anthony, il primogenito dei Bridgerton (Jonathan Bailey), in una certa scena della seconda stagione è stato preso da Orgoglio e pregiudizio, film della Bbc del 1995 in cui un sexy Colin Firth usciva dal fiume con la camicia fradicia.

Bridgerton: e Lady Whistledown…

La voce della misteriosa Lady Whistledown nella versione originale della serie è quella dell’intramontabile Julie Andrews, che ha registrato tutte le battute in uno studio di New York.