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Cammina, cammina: il fascino del viaggio on the road al cinema

L'avventura a piedi, il cammino, è un tema che affascina sempre, forse ancora di più oggi che facciamo una vita frenetica e sedentaria. Ecco perché anche il cinema riscopre l'on the road

Adoravo quando nelle fiabe si arrivava al “cammina, cammina i nostri eroi giunsero al limitare del
bosco”. Non sapevo cosa fosse un limitare del bosco ma mi piaceva da matti camminare: Sapevo
che prima o poi sarei arrivata. Cammino tantissimo come tutti, anche in città. Senza rendermi
conto macino decine di chilometri. Non è come essere in montagna ma va bene lo stesso: per
quella ci sono tanti weekend di questo autunno strano e bellissimo. Però vi suggerisco di fermarvi
un attimo, entrare in un cinema e godervi questi due film.

Film sul cammino: L’imprevedibile viaggio di Harold Fry

Già in sala “L’imprevedibile viaggio di Harold Fry” con il mitico Jim Broadbent nei panni di un
anziano signore convinto di poter salvare la vita a un’amica malatissima andandola a trovare
dall’altra parte dell’Inghilterra, a piedi. Una traversata che servirà a lui per ritrovare se stesso (e
anche il suo matrimonio). Come in tutte le storie on the road ci sono scene divertentissime, altre
“stancanti”, soprattutto incontri che rendono la camminata di chi la fa e di chi la guarda (noi
spettatori), non noiosa.

Jim Broadbent in “L’imprevedibile viaggio di Harold Fry”

Film sul cammino: A passo d’uomo

Esce il 19 ottobre, invece, “A passo d’uomo”: Jean Dujardin è lo scrittore Pierre che, nonostante un
tremendo incidente, decide di attraversare la Francia dal Mercantour a Cotentin, 1.300 chilometri a
piedi. Un’avventura per scoprire se stesso (ci risiamo) e, in qualche modo, salvarsi. In questo caso
non c’è niente di altruista, anzi: un grande egoismo che però è fondamentale per guarire. A volte
per sopravvivere si deve rinunciare a tutto, anche all’amore.

Thomas Goisque – Jean Dujardin in “A passo d’uomo”

Raccontati così sembrano due mattoni pazzeschi. Credetemi, sono anche divertenti (Broadbent
più di Dujardin in effetti). E comunque si esce dal cinema stanchino ma soddisfatti e di ottimo
umore. Il che non è poco.

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