Eva Mikula è stata tra gli ospiti di Francesca Fagnani nella prima puntata di Belve Crime, insieme a Massimo Bossetti, Tamara Ianni e Mario Maccione. Da giovanissima, appena 19enne, è stata la fidanzata di Fabio Savi, uno dei tre fratelli della Banda della Uno Bianca. Lei si è sempre definita innocente davanti alle accuse che le sono state mosse, e tale è stata confermata dai sette processi che ha affrontato (le è stata comminata solo una pena, poi sospesa, per false dichiarazioni e porto d’armi) ma molti ancora la considerano una complice.
La Banda della Uno Bianca
La Banda della Uno Bianca è stata un’organizzazione che tra il 1987 e il 1994 ha messo in atto svariate rapine a mano armata, in cui vennero uccise 24 persone e altre 114 vennero ferite in Emilia-Romagna e nelle Marche. Ne facevano parte Fabio Savi, compagno di Eva Mikula, insieme ai suoi due fratelli Roberto e Alberto Savi, Marino Occhipinti, Pietro Gugliotta e Luca Vallicelli. Tutti questi ultimi erano poliziotti.
Chi è Eva Mikula
Eva Mikula è nata il 18 agosto 1975 a Baia Mare, in Romania. Cresciuta in una famiglia contadina di origine ungherese in un contesto di estremo disagio tra abusi e violenze, da adolescente trova la forza di fuggire portando con sé solo pochi abiti e il suo violino. Oggi, 49enne, vive tra Londra e l’Italia ed è madre di due figli, ma sulla sua vita privata mantiene la massima riservatezza. Nel 2021 ha pubblicato un libro per raccontare la propria versione dei fatti: Vuoto a perdere. Verità nascoste sulla banda della Uno Bianca, scritto insieme al giornalista Marco Gregoretti.
Il rapporto di Eva Mikula e Fabio Savi
Eva Mikula e Fabio Savi si sono incontrati per la prima volta in una discoteca della Romagna nel 1992 quando lei aveva 19 anni e lui 35. Lui lasciò moglie e figlio per andare a vivere insieme a Torriana, in provincia di Rimini, dove la ragazza si era trasferita per lavorare come modella. Quando Fabio Savi venne arrestato, nel novembre del 1994, lei era accanto a lui. Per sua stessa ammissione, Mikula era a conoscenza dei crimini della Banda della Uno Bianca, ma non sapeva «dove stava la bugia e dove la verità», ha spiegato a Belve Crime. Durante la relazione con Savi è scappata diverse volte ma è sempre tornata e ha testimoniato solo dopo la cattura del suo compagno. «Avevo paura» ha spiegato a Francesca Fagnani.
Il racconto a Belve Crime
«Per lui io ero un trofeo, la bella ragazza da mostrare. Mentre lui per me era la persona che mi aveva dato una possibilità in più. Venivo da una vita in cui non avevo nemmeno da mangiare, ci voleva poco a rendere la vita bella» ha spiegato Eva Mikula a Belve Crime. «Lui era un uomo che la sera ti menava e la mattina ti portava un fiore. Mi puntava la pistola, diceva che mi avrebbe uccisa e gettata in un burrone perché in Italia nessuno sapeva di me» ha spiegato anche. Ha ribadito la sua innocenza, spiegando che denunciare per lei non è stato facile: «Denunciarlo è stato davvero drammatico, avevo 19 anni e dipendevo da lui in tutto» e anche: «Secondo lei, un criminale di questo peso, quando una persona confessa i suoi crimini, la lascia andare? Rappresenterà sempre un pericolo». «Sono stata descritta per tanti anni come complice, potevo stare zitta, invece ho parlato. Non vedo opportunismo nella mia scelta, mi sarei evitata tante cose. Ho salvato delle vite. Chiunque può dire quello che vuole su di me, ma nel mio cuore so la verità» ha ribadito.
Chiede le scuse dei familiari delle vittime
Durante l’intervista a Belve Crime, Eva Mikula ha affermato di aspettare le scuse dei familiari delle vittime: «Io attendo delle scuse dai familiari delle vittime. Non adesso, ma quando la verità sull’individuazione della banda sarà ufficiale. Mi hanno insultata per una vita. Io potevo arrivare al punto di non esserci più. Per 30 anni sentirmi dire: ”Vergognati’, è stata istigazione al suicidio. E questo ha inciso molto sulla mia vita».