L’Università Statale di Milano ha conferito oggi in Aula Magna, al cospetto di numerosi artisti e di un pubblico emozionato di studenti e studentesse, la laurea honoris causa magistrale in Musica, Culture, Media, Performance a Ornella Vanoni. «Per aver incarnato, col suo timbro inconfondibile, una nuova ‘vocis persona’ in cui la femminilità si fonde con una sofisticata ironia e un’immediatezza espressiva priva di compromessi; per avere ridefinito il ruolo della performance canora attraverso una raffinata fusione di musica e teatro; per avere contribuito in modo decisivo a rendere la canzone d’autore milanese e italiana un fenomeno di portata internazionale», come si legge nella motivazione.
Marina Brambilla: «Vanoni punto di riferimento artistico e civile»
L’evento si è aperto con i saluti istituzionali dalla Rettrice della Statale, Marina Brambilla, alla sua prima cerimonia di conferimento di una laurea honoris causa. La rettrice ha ricordato come Ornella Vanoni «senza mai mettersi in cattedra, attraverso la sua arte ha offerto uno sguardo lucido e profondamente umano sul nostro tempo» e come «la sua intelligenza ironica, la sua autenticità ne fanno un punto di riferimento non solo artistico, ma anche civile, in grado di trasmettere valori e consapevolezza».
Ornella Vanoni legata a Milano come lo è anche l’Università degli Studi «matrice profonda della nostra identità, che da sempre coniuga senza contraddizione innovazione scientifica di frontiera con impegno civile, sociale, profonda attenzione all’ambito dei diritti, soprattutto degli ultimi». L’intervento della Rettrice si è concluso ricordando «che il sapere non è appannaggio esclusivo della teoria, ma vive anche nel gesto artistico, nella voce che emoziona, nella parola che fa riflettere, nella musica che unisce. Che il sapere, l’arte e la bellezza, quando si incontrano, parlano una lingua comune. Un insegnamento prezioso, che in Statale, in questa comunità, plurale, interdisciplinare, aperta, che vive di contaminazioni, trova il proprio luogo di elezione».
Giorgio Zanchetti: «Un’artista che ha ampliato lo sguardo di tutti noi sul mondo»
La cerimonia, moderata dal regista e attore Massimiliano Finazzer Flory, è proseguita con l’introduzione del Direttore del Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali Giorgio Zanchetti. Il direttore ha sottolineato la portata dello spessore artistico di Ornella Vanoni: «La sua qualità più importante consiste nell’aver saputo vibrare insieme a noi con una sincerità tutta sua, anche con fragilità e con una grandissima ironia, superiore agli obblighi e ai pudori ipocriti; insomma, come è proprio delle grandi artiste e dei grandi artisti […] ampliando lo sguardo di tutti noi sul mondo».

Nella laudatio ripercorsi i momenti salienti della carriera
Nella laudatio Il canto «come esplorazione fisica del testo», Emilio Sala, Presidente del Collegio Didattico di Musica, Culture, Media, Performance e docente di Musicologia e storia della musica della Statale, ha ripercorso alcuni momenti salienti degli esordi della carriera di Vanoni, sottolineando le cifre distintive del suo essere artista.
«Quello di Ornella è un canto da attrice, è un canto ‘somatizzato’. Il suo ‘corpo vocale’ o, se si preferisce usare l’espressione di Roland Barthes, la sua ‘grana della voce’ è in funzione del testo: per lei interpretare una canzone vuol dire innanzitutto incarnarla». La stessa Ornella Vanoni ha infatti sottolineato nel suo libro autobiografico che «va bene cantare un testo con le scarpe, ma bisogna soprattutto saperlo cantare ‘a piedi nudi’, per sentire il contatto del corpo con il suolo e ascoltare la vibrazione che ti percorre».
Sala ha poi sottolineato il rapporto peculiare che ha legato negli anni la poliedrica «laureanda» a Milano, evidenziando anche l’impatto che ha avuto l’artista anche nello stravolgere alcune definizioni del mondo musicale.
«Nella sua lunghissima carriera in cui la parola cantata ha sempre continuato a convivere con la parola recitata, in cui la duttilità trasversale ha significato mettere in comunicazione la canzone italiana con mondi sonori che hanno segnato la musica del Novecento come la ‘bossa nova’ e il jazz, Ornella Vanoni ci ha obbligato – col suo carisma ellittico e sofisticato – a prendere molto sul serio la canzone come fenomeno artistico e culturale, una prospettiva che è stata accettata non senza resistenze in ambito accademico. Così come ci ha obbligati a prendere molto sul serio la voce e la performance vocale anche in senso ‘autoriale’, mentre fino a qualche decennio fa la categoria di ‘autore’ era soprattutto associata al lavoro del paroliere o del compositore».
Laureata ad honorem, il commento di Ornella Vanoni
«In questo mondo così oscuro, confuso e crudele avere un’emozione così grande è il regalo più bello che potessi ricevere. Sono molto felice di ricevere questo riconoscimento dall’Università Statale di Milano, ed in particolare da una donna, Marina Brambilla, prima Rettrice della Statale e che conferisce oggi la Sua prima laurea honoris causa» ha commentato Ornella Vanoni.