La settimana scorsa una lettrice mi ha scritto per raccontarmi che il suo ragazzo, da qualche mese, non riesce più a eccitarsi se non guardando filmati porno.

Se il porno diventa indispensabile

La prima volta che le ha proposto di farlo insieme, lei ha accettato con un mix di scetticismo e curiosità, pensando che fosse un diversivo rispetto a quella routine che, pur essendo sempre stata “appagante”, iniziava a patire un po’ l’effetto del tempo. Il punto, però, è che da allora, quello che sembrava un elemento aggiuntivo, quasi decorativo, del loro ménage, si è trasformato in un ingrediente indispensabile.

Come ti senti se lui guarda film porno

In primo luogo le ho segnalato che non è certo un caso isolato e poi le ho chiesto come questo la faccia sentire. Ovviamente non bene, perché teme di non essere più abbastanza attraente per lui e le manca quella connessione che prima riuscivano a trovare. Ne hanno mai parlato? No, perché non vuole che lui si irrigidisca o che, scenario peggiore, le dia della bigotta.

Un ingrediente della nostra vita

Così, abbiamo provato a chiarire la situazione: il porno è parte della nostra vita e della nostra cultura, è ovunque, gratis, veloce, infinito, accessibile. Non avrebbe senso demonizzarlo, né ignorare il fatto che la rappresentazione degli atti sessuali è un fatto antichissimo per la nostra specie (dalla pittura alla fotografia, passando per il cinema e ora gli smartphone, non esiste linguaggio che non sia stato usato per produrre pornografia).

Quando il porno diventa un problema?

Detto ciò, però, quando diventa un problema? Innanzitutto quando costituisce la prima e spesso la sola forma di educazione sessuale, ma anche quando diventa il principale o l’unico stimolo sessuale, sostituendosi all’esperienza reale, alla fatica e alla bellezza dell’incontro umano e sacrificando il valore della relazione che nel sesso si esprime. Una relazione che è fatta di presenza, di apertura, di attenzione all’altra persona (o alle altre persone, dipende dai gusti). Insomma, forse è ora che questa ragazza affronti l’argomento col partner, condividendo il proprio disagio e, perché no, valutando insieme se avvalersi del consulto di uno specialista.