Francesca Corrado
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Francesca Corrado: «Gli errori fanno la felicità»

Immersi come siamo nella cultura del successo, cerchiamo di evitarli a ogni costo. In realtà sono parte del percorso. E si rivelano preziose occasioni per trovare una nuova strada. Parola di Francesca Corrado, fondatrice della Scuola di Fallimento, «che ho creato dopo aver perso lavoro e fidanzato»

Nel giro di pochi mesi la 34enne Francesca Corrado perde il lavoro da docente universitaria a Modena, la start-up che ha fondato viene messa in liquidazione, chiude una lunga relazione sentimentale e, non avendo nemmeno più una casa, decide di fare ritorno in Calabria, dove il padre manifesta i primi segni della malattia che gli ruberà per sempre i ricordi: l’Alzheimer.

Francesca Corrado mostra come il fallimento possa arricchirci

Il treno di una vita che sembrava viaggiare spedito su binari perfetti in un attimo deraglia. La discesa e la risalita di Francesca non sono facili, ma ce la fa. E oggi, a 42 anni, esporta il “format” nella sua Scuola di Fallimento: un percorso per aziende, professionisti, medici, sportivi, scuole, chiunque voglia apprendere dai propri errori e superare la paura dell’insuccesso (scuoladifallimento.com).

L’imprenditrice porterà la sua storia all’Happiness On Tour, il più grande evento motivazionale dedicato alla felicità organizzato dalla Fondazione della Felicità presieduta da Walter Rolfo, in programma il 20 marzo al Forum di Assago a Milano, in occasione della Giornata Mondiale della Felicità.

Intervista a Francesca Corrado

Fallimento e felicità sembrano due parole che vanno in direzioni opposte: come si possono unire? «In realtà sono due termini che, etimologicamente, attingono da concetti simili: energia vitale e fertilità. Spesso li usiamo in modo improprio perché associamo il fallimento a qualcosa che ci svuota, mentre è un evento che può arricchire. A volte, poi, confondiamo la felicità con la contentezza, che presuppone un accontentarsi di quello che si ha: invece l’happiness prevede uno stato di irrequietezza, è uno stimolo evolutivo a dare di più perché quello che abbiamo non ci basta. Ed è probabile che questa ricerca porti fuori dalla propria zona di comfort e induca in errore, però è parte del gioco. Una vita di soli successi non è consona a nessuno: chi ha avuto o costruito tanto ha anche sbagliato molto. Dirò proprio questo alle ragazze e ai ragazzi il 20 marzo».

Con quali argomenti pensa di convincerli e allenarli alla cultura del fallimento?

«Racconterò storie di progetti che all’inizio non hanno funzionato ma si sono trasformati in opportunità per fare meglio. I giovani oggi devono apparire efficienti, performanti, un’immagine finta che non mostra cosa c’è veramente dietro ogni lavoro: sacrificio, cadute, inciampi, deviazioni. Cambi di strada che sono a volte la scelta migliore che poteva capitare. Ai miei corsi dico sempre: abbiate un obiettivo, ma siate flessibili sulla possibilità di modificare i vostri piani. E porto il caso di Joël Dicker, autore del bestseller La verità sul caso Harry Quebert, arrivato al successo dopo 5 romanzi che erano stati dei flop: lo scrittore decise di chiedere a tutte le case editrici contattate cosa non andasse nei libri precedenti e ripartì da queste lezioni per migliorarsi».

Tanti progetti partiti come disastro sono diventati un successo

Altri esempi di “disastri” trasformati in idee vincenti?

«L’aspirapolvere senza fili Dyson è nata dopo 5.127 tentativi. Alessi ha 25.000 prodotti raccolti in un archivio che contiene prototipi, stampi, progetti non realizzati, prime versioni, disegni e schizzi che insieme raccontano una moltitudine di storie. Al Museo Enzo Ferrari di Modena c’è una riproduzione della stanza delle riunioni dove il fondatore raccoglieva in un armadio tutte le bielle e i pistoni che in gara non avevano funzionato bene. E poi la storia del Post-it: il celebre foglietto per gli appunti nasce dallo sbaglio di un ingegnere che doveva produrre la colla più resistente al mondo ma non ci riuscì. Piuttosto che cestinarla chiese ai colleghi di portarne un po’ a casa per valutare altri usi: uno di loro la utilizzò in chiesa per non perdere il segno sul libro dei canti e si rese conto che le pagine non si rovinavano, ed ecco l’idea. Una lezione che insegna a non aver paura di condividere la propria vulnerabilità perché possiamo trovare delle risorse negli altri».

Falliscono meglio le donne o gli uomini?

«Diciamo che noi dobbiamo sempre dimostrare di essere brave mogli, madri, figlie, e questa tendenza alla perfezione ci porta a vivere male l’errore, andiamo in overthinking. Se sbagliamo, proviamo un grande senso di sfiducia. Gli uomini temono invece di essere giudicati male da qualcuno che loro reputano importante. Quando ho perso tutto, nel 2015, per 6 mesi non sono riuscita a dirlo a nessuno: mi vergognavo, ero infelice ed arrabbiata, davo la responsabilità ad altri. Ho cambiato prospettiva quando sono ritornata in Calabria e ho visto come la malattia di mio padre stesse peggiorando. Aiutando lui, ho aiutato anche me: nel capire come funziona una mente che dimentica chi ama, ho capito come ragiona una mente che sbaglia. Ho compreso che c’erano cose che si perdono per sempre e altre che si possono riconquistare. Avevo ancora le mie competenze, una rete di relazioni, le mie passioni. Sono tornata a Modena e ho organizzato la festa dei miei fallimenti, condividendoli per la prima volta con gli amici».

Per Francesca Corrado bisogna fare le cose ora (non aspettare le condizioni perfette)

E così si è strutturata la sua nuova strada professionale.

«In quel periodo leggevo molti libri motivazionali americani, ma nessuno mi diceva davvero cosa dovessi fare. Così ho disegnato una ricetta che mi permettesse di ripartire, a cui ho dato il nome Scuola di Fallimento. Un progetto nato nel secondo anno peggiore della mia vita, il 2017: a gennaio mia madre ha avuto un ictus e mio papà il dicembre dopo è morto. La scuola è nata a giugno, non avevo soldi e il corso era solo nella mia testa, ma la vita mi aveva insegnato che non esistono mai le condizioni perfette: il momento migliore per fare le cose è sempre ora. E così è nato il mio viaggio dell’errante».

Dirà che è felice all’evento del 20 marzo sulla felicità?

«Certamente, nel senso che cerco sempre di non accontentarmi. Come ha dimostrato la più lunga ricerca mai fatta ad Harvard, durata 75 anni, ci sono due cose che ci rendono felici: avere buone relazioni sociali, perché è la solitudine che uccide, non lasciarsi schiacciare dal peso dei fallimenti, ma imparare a guardare l’errore da una prospettiva diversa, con lenti nuove, rompendo i propri schemi mentali. Io in amore ho fatto proprio così: ho incontrato un nuovo fidanzato con la tecnica del “Saresti mai uscita con lui prima dei tuoi fallimenti?”. La risposta è stata: “No”. Ed ecco l’anima gemella».

Appuntamento alla Giornata Mondiale della Felicità

La locandina dell’evennto in programma il 20 marzo a Milano per la Giornata Mondiale della Felicità

In occasione della Giornata Mondiale della Felicità, al Forum di Assago a Milano si terrà “Happiness On Tour”, un grande spettacolo motivazionale organizzato dalla Fondazione della Felicità di Walter Rolfo. All’evento del 20 marzo, gratuito, parteciperanno personalità del mondo dello spettacolo, sportivi, creator, illusionisti, mental coach, manager, per raccontare le loro “Storie di felicità”. Tra questi, oltre a Francesca Corrado, l’ingegnera aerospaziale Amalia Ercoli Finzi, il campione paralimpico di scherma Emanuele Lambertini, il comico Raul Cremona, la nutrizionista Giulia Biondi, la cantante Clara, l’attivista e prestigiatore Mattia Bidoli in arte Flip. La giornata sarà suddivisa in due momenti, la mattina su invito per le scuole, la sera aperta a tutti previa registrazione su Eventbrite. Info su fondazionedellafelicita.com.

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