Lo smart working, diventato una realtà in gran parte delle aziende dopo la pandemia, porta con sé luci e ombre. È innegabile il vantaggio di poter lavorare comodamente da casa, evitando il traffico e riducendo i costi degli spostamenti. Apprezzato per la flessibilità che offre, il lavoro a distanza non è tuttavia sempre funzionale alla carriera. Anzi, secondo una recente ricerca di economisti di Harvard, della Federal Reserve Bank di New York e dell’Università dell’Iowa, la cui sintesi è stata pubblicata da “Fortune”, esso limita le opportunità di avanzamento professionale. In particolare, chi lavora da remoto riceve meno feedback rispetto ai colleghi che svolgono la loro attività in presenza. E questo si tradurrebbe in una penalizzazione nei piani di sviluppo. Le economiste Natalia Emanuel, Emma Harrington e Amanda Pallais hanno analizzato lo smart working praticato da ingegneri assunti presso un’azienda tecnologica inserita nella classifica “Top 500” stilata dalla rivista “Fortune”. E i risultati sono i seguenti.

Feedback limitato nello smart working

Chi lavora da remoto riceve evidentemente meno feedback rispetto a un collega che si reca in ufficio. Secondo lo studio, gli ingegneri che operano in presenza ricevono il 21% in più di feedback rispetto ai colleghi che lavorano da remoto. Dopo la chiusura degli uffici durante la pandemia, la quantità di feedback fra l’altro è diminuita del 15%. Secondo i ricercatori, le interazioni virtuali “completano, piuttosto che sostituiscono” l’essere faccia a faccia. E lo studio suggerisce che, mentre il lavoro potrebbe essere lo stesso che venga svolto da remoto o meno, il feedback non lo sarà mai. Ed appare evidente che la mancanza, o un minor livello di feedback, implichi una minore capacità di apprendere e migliorare.

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Svantaggi per giovani ingegneri e donne

Secondo lo studio, la perdita della vicinanza fisica ha penalizzato in particolare i giovani ingegneri e le donne. Lavorando a distanza, queste persone hanno mostrato maggiori probabilità di licenziarsi. Inoltre, anche prima della pandemia, avere un solo collega distante riduceva il feedback online tra i dipendenti che restavano in ufficio: politiche di lavoro a distanza avrebbero dunque un impatto anche su coloro che scelgono di lavorare in presenza.

Vantaggi e svantaggi dello smart working

Molti lavoratori hanno l’opportunità di lavorare da remoto, ma la scelta non è facile. La stragrande maggioranza di essi lo fa, ma è necessario prendere in considerazione i vantaggi e gli svantaggi. Il lavoro da remoto può essere una benedizione per chi deve gestire la famiglia e la propria attività professionale, ma chi vuole avanzare nella carriera dovrebbe considerare il lavoro in presenza soltanto come un’opzione.

I capi preferiscono rapporti immediati

Secondo gli economisti che hanno condotto la ricerca, la presenza fisica nel luogo di lavoro resta dunque fondamentale per lo sviluppo e l’avanzamento della carriera. I capi preferiscono che i dipendenti interessati a un avanzamento di carriera siano presenti, si possa avere con loro un colloquio immediato che soltanto la prossimità fisica permette.

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Smart working: trovare un compromesso

Dopo tante sperimentazioni ed esperienze di successo, sarebbe tuttavia controproducente sia per le aziende che per i dipendenti rinunciare al lavoro da remoto. Lo smart working offre flessibilità e, se gestito correttamente, può essere altrettanto produttivo del lavoro in presenza. La soluzione, suggeriscono gli studiosi, è trovare un compromesso che concili lavoro a distanza e vantaggi per i dipendenti a livello logistico e familiare.