Venezia

La temperatura cambia? Ecco come si trasforma il turismo: il primo studio italiano

Tempi, modalità e costi delle vacanze sono sempre più influenzati dai cambiamenti climatici. Questo impone un ripensamento dei modelli di turismo del nostro Paese. Una ricerca dell'Enit

Il riscaldamento globale non rappresenta soltanto una minaccia per il nostro pianeta, ma sta già modificando concretamente i comportamenti e le abitudini di milioni di persone. Nel settore del turismo, i cambiamenti nel nostro Paese sono tangibili. Per esempio nella stagione invernale le precipitazioni nevose sono diminuite drasticamente, con la necessità di utilizzare l’innevamento artificiale in praticamente tutti i comprensori. Ma anche la stagionalità è cambiata, con un’estate più lunga che permette ai turisti di frequentare le località di mare fino a ottobre e anche oltre.

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L’aumento delle temperature modifica il modo di viaggiare

Secondo i dati di Copernicus Climate Change Service, il 2023 è stato l’anno più caldo di sempre. L’Italia è al centro dell’”hot spot mediterraneo”, nel quale gli eventi climatici estremi sono accelerati del 20%: l’effetto per il settore del turismo è notevole. L’aumento delle temperature medie sta modificando criteri, tempi, modalità e costi delle vacanza al mare, in montagna come nelle città d’arte e nei siti archeologici.

Roma

Uno studio dell’Enit su clima e turismo

La ricerca “Turismo Climate-sensitive” promossa dall’Enit (Agenzia Nazionale del Turismo) ha lo scopo di analizzare l’impatto dell’emergenza climatica nei comportamenti della domanda di viaggio nel mostro Paese e, contemporaneamente, dell’offerta da parte delle imprese e delle destinazioni turistiche in modo da identificare nuovi modelli di sviluppo del settore.

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Più turisti stranieri in primavera e autunno

Dallo studio – curato da Fondazione Santagata di Torino in collaborazione con Studio Giaccardi & Associati di Ravenna – emerge uno spostamento di flussi turistici, in particolare della presenze di turisti stranieri che diminuiscono del 25 per cento nei mesi estivi con un contestuale aumento in primavera e autunno.

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Come si modifica il turismo culturale in Italia

Tra i temi della ricerca anche: “Impatto climatico, turismo culturale e siti Unesco” ed “Evoluzione del rapporto domanda e offerta nel turismo climate-sensitive” unitamente al progetto editoriale del primo e-book. In particolare l’indagine sul turismo culturale si propone di esaminare la gestione del patrimonio culturale in Italia utilizzando i 59 presidi Unesco come cartine di tornasole della capacità di risposta del sistema nazionale alle criticità del cambiamento climatico.

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Nel 2022 il nostro Paese ha registrato oltre 142 milioni di presenze nel turismo culturale, per una spesa superiore ai 12 miliardi di euro. I clienti, nel 51% dei casi (Booking, 2023), ha deciso di programmare viaggi, periodi di vacanza e destinazioni basandosi sulle previsioni climatiche. Sono peraltro già disponibili a tutti su internet nuove piattaforme (https://travelweathermap.com/en/jan) che consento di scegliere e programmare in base a quelle previsioni. In quest’ottica risulta fondamentale inserire il tema del cambiamento climatico all’interno delle strategie di accoglienza e di business per le imprese del settore.

Uno studio su 10 destinazioni

L’indagine ENIT mette a disposizione degli operatori italiani un modello di intervento fatto di 8 policy per le destinazioni e 7 policy per le imprese. La base dati è offerta dallo studio di 10 destinazioni – Austria, Comune di Courmayer, Convenzione delle Alpi, San Sebastian (Spagna), Irlanda, Lubiana (Slovenia), Norvegia, Scozia, Porto (Portogallo) e Valencia (Spagna) e 7 imprese – Booking (USA), Expedia (USA), Marriott (USA), Boutiquehotel Stadt Halle (Austria), Hotel Doolin (Irlanda), Hotel Ullensvang (Norvegia) e Whatley Manor (Gran Bretagna).

Il riscaldamento globale segna un nuovo record

Il riscaldamento globale ha superato per la prima volta il limite di 1,5 gradi centigradi (1,48 rispetto al livello preindustriale 1850-1900) nel corso di un intero anno: lo afferma Copernicus, il programma di osservazione della Terra di Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Commissione Ue. Tra febbraio ’23 e gennaio ’24, la temperatura media globale è aumentata di 1,52 gradi. Gennaio 2024, inoltre, è stato il più caldo mai registrato a livello globale, con una temperatura media dell’aria di 13,14 gradi, pari a 0,70 gradi sopra la media 1991-2020 di gennaio e +0,12 gradi rispetto alla temperatura del precedente record (gennaio 2020).

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