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Nigella: il fiore color del cielo

Impariamo a coltivare e a conservare per la cucina o le future semine questa facile pianta annuale dalle intricate corolle azzurre (forse) ancora più bella in estate, quando cadono i petali e il frutto contenente i semi si ingrossa, prendendo il colore dell’oro

Nigella: una silhouette sorprendente

La prima volta che l’ho vista crescere in giardino, non sapevo cosa fosse: contenuta in un mix di semi arrivatomi da qualche “scambista verde” della mia rete, di sicuro non mi sarei mai aspettata qualcosa dal look così eccentrico, strutturato e complesso – tra il primitivo e il futurista- per appartenere ad una “semplice” erbacea annuale. Parlo della Nigella (Nigella damascena), lo stesso fiore che ora chiamo per nome e conosco come una amica, continuando a scambiarla con i nerd dal pollice verde.

I suoi semi sono facili e copiosi tanto che germinano ovunque nel mio giardino felice: lei fa tutto da sola ed è incontenibile, adattandosi a vivere quasi ovunque. La scambio anche per tramandarla e farla conoscere perché, anche se non ha bisogno di me per esser amata, le fa comunque piacere che qualcuno la racconti, dimenticata da anni da giardinieri e vivaisti a favore di piante più alla moda. 

Poi, studiandola un po’, ho anche scoperto la sua sorella quasi gemella, la Nigella sativa, che oltre ad esser bella, facile e generosa, è anche buona (da mangiare) e da allora ogni anno le aspetto spuntare qui e là tra le erbe scompigliate di primavera, anche se il mio momento preferito è proprio ora, a fine fioritura, quando il frutto carico di semi in maturazione e già spoglio dei petali, si ingrossa a dismisura su uno stelo apparentemente troppo sottile per sostenerlo.

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Tutte le sfumature del cielo

Essendo una pianta annuale che si risemina da sola (se volete introdurla nel vostro giardino per la prima volta fatelo seminandola ad inizio primavera), ogni volta il suo colore è una sorpresa. Partendo dal bianco candido in direzione di cielo e nuvole, copre tutta la gamma degli azzurri, anche se qualche corolla sovversiva può scegliere  di vestirsi con un rosa molto freddo, quasi livido. Poi, quando sfiorisce, si fa ancora più bella: ingrossa rapidamente il frutto, che dal verde striato diventa piano piano color dell’oro. Proprio in questo momento va raccolta, poco prima che si apra e rilasci i numerosi semi a terra.

Dove ospitarla

Sebbene sia davvero una inquilina facile da gestire, potendo scegliere, la Nigella è un fiore che preferisce suoli fertili e ben drenati, specie se verrà messa a dimora in vaso. Come tutte le mediterranee, ama l’esposizione a pieno sole (fiorirà meglio e più abbondantemente) anche se si adatta senza far storie ad una mezz’ombra luminosa. È importante ricordare, prima di decidere dove metterla, che essendo una pianta annuale germoglia ad inizio primavera e finisce il suo ciclo a fine estate, quindi è tra quelle erbacee che vi terrà compagnia in modalità on/off, solo durante la bella stagione (e per i restanti mesi cede senza problema il suo posto ad altri fiori).

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Come conservare la Nigella

Il fiore della Nigella tiene piuttosto bene il vaso ed è quindi perfetto per i mazzolini primaverili: anche stelo e foglie sono molto decorativi e servono per dare struttura alla composizione. Ma se preferite fare scorta di “secco” e conservare i semi, meglio far maturare il frutto con le radici ancora a terra, per poi raccoglierlo una volta pronto. Così facendo seccherà in maniera naturale e metà del lavoro è fatto da madre natura.

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Nigella essiccata

Un consiglio per recuperarne i semi senza rovinare il frutto: una volta recisi gli steli, appendeteli a testa in giù in un luogo fresco e asciutto, avendo la premura di inserirli in un sacchetto di carta, tipo quello del pane. Così facendo i semi, magari anche un po’ scossi, potranno esser recuperati senza rovinare la capsula del frutto, che è molto delicato una volta secco e così bello da esser inserito nelle composizioni estive per smorzare i colori shocking di zinnia, cosmos e tagete, oppure conservato per le composizioni dell’inverno, momento un po’ più critico per le fioriture. 

Pillola verde

Nigella sativa, la sorella gemella “buona”

Il genere Nigella comprende differenti specie, a volte molto simili tra di loro, proprio come damascena e sativa. Io ci ho messo un bel po’ a distinguerle, e l’ho fatto spinta dalla curiosità di assaggiare i semi della sativa, senza rischiare di ingerire quelli della damascena, che non mi risulta siano eduli.

Attorno a questa pianta, la Nigella sativa, c’è in effetti un po’ di confusione, perché i suoi semi sono chiamati volgarmente cumino nero, da non confondere con quelli del “vero” cumino (Cuminum cyminum), diversissimi non solo per look (di pianta, fiore e seme) ma anche e soprattutto per sapore. E da non confondere anche, e qui il discorso si fa machiavellico, con quelli del “vero” cumino nero, ricavati dal Bonium persicum, pianta anche lei davvero diversa dalla “nostra” Nigella, sicuramente più decorativa.

Una volta fatta chiarezza, magari acquistandoli -solo per la prima volta- “sicuri” e biologici, possiamo aggiungerli nel piatto in insalate, zuppe, pane e biscotti, ispirandoci alla cucina mediorientale, che li utilizza da sempre come spezia per aromatizzare.

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La nigella è tra i fiori belli, facili e un po’ fuori moda che coltivo
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