Cosa consente la legge italiana, a una donna che vuole un figlio ma non ha un compagno? Ne parla la legge 40 che prevede il divieto alla fecondazione assistita per le persone single, ecco perché molte sono costrette ad andare all’estero, nei Paesi in cui è permesso, per tentare di rimanere incinte. Per questa legge le donne single sono equiparate a quelle in coppia, se sono dello stesso sesso.

Se ti sposi, è solo figlio tuo

Detto questo, nel caso si volesse tentare questa strada e, dopo qualche tempo, si trovasse un legame stabile sposandosi, bisogna sapere che in Italia non è automatico il riconoscimento del legame di parentela tra il figlio di una donna single e il genitore non biologico. Per questo possono complicarsi i rapporti tra loro. Un genitore non biologico, per esempio, ha bisogno di una delega per poter prendere il figlio della compagna a scuola o fare alcune scelte per lui, come firmare un permesso per una gita scolastica o un modulo per fare un vaccino.

A meno che tuo marito non lo adotti

Un modo per risolvere il problema, quello più usato, è chiedere l’adozione del figlio biologico del partner, con tempi molto lunghi. È la cosiddetta stepchild adoption, cioè l’adozione in casi particolari. Il minore, in questo caso, sarà equiparato ai figli legittimi e concorrerà come ogni altro figlio nella divisione ereditaria dei beni dei genitori. Va anche precisato che a differenza dell’adozione ordinaria quella in casi particolari può essere revocata.

La legge vieta di ricorrere alla Gpa

Occorre anche sapere che se non si riuscisse ad avere un figlio con la fecondazione assistita, la legge 40 vieta di ricorrere alla GPA, quella forma di procreazione assistita per cui la gravidanza è portata avanti da una persona per conto di altre. Il governo si è già mosso con una proposta di legge per rendere la GPA un “reato universale”, cioè perseguibile in Italia anche se praticata all’estero da un cittadino/a italiana.