Perché si fa sesso? La domanda, in apparenza, è semplice, come i giochi che si fanno da ragazzini. Obbligo o verità. E invece, quando provi a dare una risposta, capisci che quel punto interrogativo è quasi impossibile da risolvere: il quesito è aperto, ognuno ha una soluzione diversa e tutte sono ugualmente vere, almeno sul piano soggettivo. Ma su quello oggettivo, invece? Esiste un minimo comune denominatore nelle infinite strade che portano le persone a incontrarsi? E condividere quello che comunemente chiamiamo sesso: le risposte della neuroscienza.

Perché si fa sesso? L’indagine di Simon LeVay

A indagare il mistero ci ha provato, ultimamente, il neuroscienziato britannico Simon LeVay in un libro interessantissimo intitolato Attrazione, amore, sesso. La parola alla scienza, appena uscito in Italia per Espress e che parte dall’unica certezza in tutta questa faccenda: che il sesso sia adatto all’indagine razionale quanto qualsiasi altro aspetto della natura umana. E che, osservandolo attraverso la lente della scienza, possiamo imparare qualcosa d’importante riguardo a noi stessi. Prima di tutto che, nelle nostre vite, non c’è stimolo più potente se non la fame. La fame, però, è semplice da spiegare.

Tutto quello che avresti voluto sapere sul sesso. Lo scoprirai tra le pagine di “Attrazione, amore, sesso. La parola alla scienza” (Espress edizioni), saggio firmato dal neuroscienziato di fama mondiale Simon LeVay. Che, ultimi studi alla mano, ci guida nei meandri degli oscuri meccanismi del desiderio, dell’eccitazione sessuale e del ruolo che giocano all’interno delle relazioni.

No, non facciamo sesso solo per riprodurci

Dire perché facciamo sesso, sostiene LeVay, è una delle sfide più insidiose su cui si sia mai misurata la scienza. La soluzione più logica, sarebbe tirare in ballo la riproduzione, la conservazione della specie e le ragioni della natura. Eppure, neppure quella è la risposta giusta. Anzi, tra tutte le risposte possibili è quella meno vera. «Cindy Meston e David Buss, due docenti dell’Università del Texas, ad Austin, hanno chiesto ai loro studenti di elencare tutti i motivi per cui, nella vita, sia capitato loro di fare sesso» mi spiega in diretta Zoom dalla sua casa di Los Angeles. «Ne sono venute fuori 237 risposte diverse, raccolte in un articolo intitolato Why Humans Have Sex (Perché gli umani fanno sesso, ndr) e tra queste la riproduzione non compariva mai». Questo vale oggi più che mai e soprattutto nei Paesi occidentali.

Siamo andati oltre l’istinto riproduttivo

«Le donne americane passano in media trent’anni di vita a cercare di evitare una gravidanza e questo in termini di evoluzione umana è sorprendente. La natura ci vorrebbe come gli Aka, pigmei africani, tra i quali non esistono rapporti omosessuali e nemmeno masturbazione, fanno sesso solo per avere bambini. Invece noi siamo andati avanti. I cambiamenti e le tendenze a liberalizzare la sessualità nel mondo occidentale sono nel complesso positivi. Specialmente per le persone omosessuali come me». Questo non significa, dice LeVay, che il sesso non abbia per noi altre funzioni oltre quella riproduttiva. Anzi. «Ha una funzione sociale fondamentale nelle nostre vite.

È una delle ragioni per cui le coppie durano nel tempo: l’attrazione fisica tiene insieme

E poi è divertente e rende felici le persone: non sempre, è chiaro, ma il più delle volte sì. Ed è questo che il sesso dovrebbe fare: renderci più felici e aiutarci costruire relazioni più forti. Certo, poi, ha anche un lato oscuro che non va sottovalutato».

Sesso e neuroscienza: l’attrazione nasce nel cervello

Tutto questo da un punto di vista scientifico trova risposta nei percorsi fisici del desiderio e dell’attrazione. L’altra domanda fondamentale, dice, è dove nasce l’attrazione sessuale, se nel cervello o nel corpo. Qui, la risposta è chiara: il cervello. «Nella specie umana, ci sono circuiti cerebrali responsabili dell’attrazione che si sviluppano prestissimo, probabilmente anche prima della nascita, e servono a connetterci con le altre persone. Ma il cervello non basta. A influenzarlo, infatti, ci sono gli ormoni sessuali. E, siccome questi ormoni sono prodotti nelle ovaie e nei testicoli, anche il corpo è coinvolto nei meccanismi dell’attrazione. Non esiste un cervello sessuale senza un corpo sessuale e viceversa».

Foto: Stocksy

Nel sesso mente e corpo non sono sempre in sintonia

Che poi il collegamento tra mente e corpo funzioni e l’attrazione erotica scorra nelle nostre vite senza inciampi, è tutt’altro che scontato. «Perché succeda ci sono parti del cervello che devono essere in armonia tra loro, in particolare la componente razionale, l’intelletto, e quella inconscia. Il problema è che queste due parti sono sensibili a stimoli differenti e spesso in contrasto tra loro. La mente razionale, quando pensa al sesso, recepisce i messaggi che arrivano dalla società. Poi c’è la parte inconscia che è più istintiva. Questi due processi hanno velocità diverse e coinvolgono parti differenti del cervello. Il conflitto nasce lì, quando il tuo istinto ti porta desideri sessuali che per la mente sono sbagliati. È una questione difficile da risolvere. Come quando la mente ti dice che sei un uomo e il corpo che sei una donna, o viceversa».

Internet? Per il sesso è il paese delle meraviglie

Il sesso, continua LeVay, dovrebbe renderci felici. Per ragioni fisiche (gli orgasmi) e mentali (tenerci nel “qui e ora”). Ma il sesso si fa (almeno) in due. E questo complica di molto le cose. Per una ragione su tutte: perché il desiderio nasca, bisogna incontrarsi. «Internet ha sostituito molti modi di conoscersi tradizionali» spiega. «Oggi non servono più genitori o amici: la gente va sui siti di incontri e fa tutto in autonomia. E non c’è nulla di male, anzi: la rete allarga la platea dei partner potenziali e, virtualmente, aumenta le probabilità di trovare quello giusto. Ma Internet è una specie di paese delle meraviglie in cui nulla è reale: il rischio è che quello che online sembrava perfetto, dal vivo deluda».

Pro e contro del sesso sul web

Accanto a questo c’è la pornografia in rete, medaglia con due facce. «Entro certi limiti è una cosa positiva perché può insegnare molto a chi ha avuto un’educazione sessuale limitata o repressiva. Però quando se ne abusa, e succede spesso, rischia di far sembrare banale la vita reale mettendo in crisi anche relazioni solide. Per non parlare dei casi in cui la pornografia online incoraggia comportamenti violenti che, purtroppo, ci sono».

Educazione sessuale e parafilìe

La soluzione per LeVay è una sola: una giusta educazione sessuale che separi quello che è accettabile da quello che non lo è, ciò che è reale da ciò che non lo è (e all’argomento ha dedicato un manuale universitario). «Detto questo» continua «Internet ha avuto un merito: aver normalizzato molti aspetti del sesso di cui la gente si vergognava. Quelle che noi chiamiamo parafilìe, per esempio, come l’attrazione per persone vestite di lattice o altri tipi di feticismo, o il masochismo. Quando hai inclinazioni così, trovare altre persone come te non è banale. Dentro Internet, invece, incontrarle non è difficile, e questo priva le persone del senso di colpa e le fa sentire meno sole».

Il sesso è sottovalutato (insieme all’amore)

Il quadro è questo, e in apparenza è complicato, fatto di desideri, neuroni, parafilìe, pornografia, incontri online, in cui il sesso ha uno ruolo da protagonista assoluto. E questo, finisce per far nascere un dubbio: ma non è che questo sesso, così onnipresente nei nostri pensieri, alla fin fine è un po’ sopravvalutato? LeVay sorride e scuote la testa: no, il sesso al limite è sottovalutato. E con questo l’amore. «Quando ti innamori, è automatico desiderare quel tipo di intimità. Penso che per molte persone amore e sesso siano legati profondamente. E questo, anche da scienziato, mi sembra bellissimo».