L’edizione 2025 della Rainbow Map, pubblicata da ILGA-Europe prende in esame le politiche e le leggi che determinano il grado di inclusione delle persone LGBTQ+ in 49 Paesi del continente. Malta si conferma per il decimo anno consecutivo il Paese più inclusivo, seguita da Belgio e Islanda. Accanto a questi segnali positivi, non mancano situazioni preoccupanti.

Cosa misura la Rainbow Map

La Rainbow Map è un progetto annuale curato dall’organizzazione ILGA-Europe, che da anni monitora lo stato dei diritti LGBTQ+ in Europa. Ogni Paese viene valutato attraverso una serie di criteri che includono l’uguaglianza legale, la presenza di leggi contro la discriminazione, il riconoscimento dei diritti familiari, le misure contro crimini e incitamento all’odio, le tutele per le persone intersessuali, lo spazio dedicato alla società civile e il sistema di asilo per chi fugge da persecuzioni legate all’orientamento sessuale o all’identità di genere. Il punteggio finale, espresso in percentuale da 0 a 100, riflette quanto le istituzioni siano effettivamente inclusive e quanto le leggi siano applicate per garantire pari diritti e sicurezza a tutte le persone, indipendentemente dal loro orientamento sessuale o identità di genere.

Malta, un modello di inclusione

Anche nel 2025, Malta si conferma leader nell’ambito dei diritti LGBTQ+, mantenendo la prima posizione per il decimo anno consecutivo. Con un punteggio di 88,83%, il Paese mediterraneo dimostra un impegno costante e concreto, migliorando anche il proprio risultato rispetto all’anno precedente. In particolare, Malta brilla nelle aree della protezione contro i crimini d’odio, del riconoscimento legale dell’identità di genere e dello spazio nella società civile.

Belgio e Islanda: spazio ai diritti LGBTQ+

Il secondo posto va al Belgio, che supera l’Islanda, ora terza. Il Belgio, che ha totalizzato 85,31%, ha il merito di aver adottato politiche volte a contrastare l’odio basato sull’orientamento sessuale, l’identità di genere e le caratteristiche sessuali. L’Islanda occupa ora il terzo posto della classifica con un punteggio di 84,06%.

Legislazioni antidiscriminazione in Europa: chi si muove

Belgio, Bosnia-Erzegovina, Danimarca, Finlandia, Grecia, Islanda, Montenegro, Serbia e Spagna sono gli unici paesi che prevedono la piena copertura del SOGIESC (“Orientamento Sessuale, Identità di Genere, Espressione di Genere e Caratteristiche Sessuali”) nelle loro legislazioni antidiscriminazione. I crimini d’odio e i discorsi d’odio basati sull’orientamento sessuale, l’identità di genere e le caratteristiche sessuali sono proibiti in Belgio, Danimarca, Grecia, Islanda, Malta e in alcune regioni della Spagna e del Regno Unito.

Russia fanalino di coda, Italia lontana dalle top 20

I tre paesi all’altra estremità della scala della Rainbow Map sono Russia (2%), Azerbaigian (2,25%) e Turchia (4,75%). L’Italia, 35esima nella classifica, registra un magro punteggio di 24,41%. Segnali negativi per il Regno Unito che, pur essendo 22esima in classifica (45,65%), ha perso sei posizioni nella Rainbow Map di ILGA-Europe. Così come Ungheria (37esima) e Georgia (44esima) hanno registrato forti cali a seguito delle leggi anti-LGBTI. Nota positiva invece per la Polonia (39esima), che ha raggiunto un 20,50% abolendo finalmente le cosiddette “zone libere da LGBT”.

Ecco i 20 paesi più LGBTQ+ friendly in Europa

  1. Malta
  2. Belgio
  3. Islanda
  4. Danimarca
  5. Spagna
  6. Finlandia
  7. Grecia
  8. Germania
  9. Norvegia
  10. Lussemburgo
  11. Portogallo
  12. Svezia
  13. Paesi Bassi
  14. Irlanda
  15. Francia
  16. Austria
  17. Slovenia
  18. Svizzera
  19. Montenegro
  20. Croazia