Dal 1995 oltre 900 artisti da tutto il mondo sono saliti dalle valli verso i rifugi e le cime leggendarie del Trentino accanto ai camminatori diventati poi il pubblico dei concerti gratuiti di musica classica, jazz, etnica e pop. La magia si ripete anche quest’anno, con la trentesima edizione de i Suoni delle Dolomiti che dal 27 agosto al 4 ottobre porta in quota musicisti internazionali e pubblico per promuovere attraverso la musica consapevolezza ambientale, sostenibilità e inclusione.

L’anteprima di giugno con Alessandro Baricco

Con la direzione artistica del violoncellista Mario Brunello, presente al Festival dalla prima edizione, la kermesse avrà come sempre ospiti di rilievo: Alessandro Baricco, Teophil Ensemble Wien, Avi Avital, Giovanni Sollima, Alessia Tondo, Giuseppe Copia, Paolo Fresu, Daniel Norgren, Ana Carla Maza solo per citarne alcuni. Si comincia con un’anteprima, il 6 giugno, «Il suono delle Dolomiti, la prima musica» che vedrà protagonisti Alessandro Baricco e l’ensemble francese di musica medioevale Diabolus in Musica al Rifugio Fuciade nel gruppo della Marmolada.

Suoni delle Dolomiti: gli appuntamenti da non perdere

L’apertura del 27 agosto sarà con l’ensemble dei Wiener Philharmoniker alla Malga Tassulla, nelle Dolomiti di Brenta; e la chiusura del 4 ottobre con i giovani dell’Orchestra Europea e dell’Orchestra Stauffer ancora al Fuciade per la Pastorale di Beethoven. In mezzo gli appuntamenti – alcuni speciali come quello all’alba, alle 6:30, il 4 settembre sul Col Margherita – con nomi di spicco da Paolo Fresu con l’Orchestra Haydn, a Giovanni Sollima con il mandolinista Avi Avital, a Elio e gli oboisti dei Berliner nel Flauto Magico, al trekking dal 12 al 14 (a pagamento) da Madonna di Campiglio al Rifugio Brentei con il Quartetto Prometeo e Mario Brunello.

Giovanni Sollima tra i protagonisti de I Suoni delle Dolomiti

Brunello: «Sulle Dolomiti magia di musica, arte e natura»

Il fatto che la tecnologia per forza di cose non possa entrare in questo Festival costringe a restare concentrati sulle sette note senza troppi fronzoli. «La musica fra le Dolomiti serve a portare con sé la bellezza che si può creare e formare all’istante, a fruire di quest’aria pura, di questi spazi e di questa luce meravigliosaracconta all’ANSA Brunello -. È un rendersi conto di che ricchezza abbiamo dentro di noi, con noi e di poterla condividere con gli altri».

Parola d’ordine: inclusione

Negli ultimi anni della manifestazione si è data attenzione particolare ai concerti inclusivi – quattro in questa edizione – per le persone con disabilità. Proprio una donna cieca fu protagonista nel primo concerto della prima edizione dell’episodio che Brunello racconta come il più suggestivo e rivelatore della storia dei Suoni. «Arrivò su in ritardo quando il concerto era già finito. Ci fece capire che non era venuta per vedere il panorama con il sottofondo della musica, ma a sentire la musica in mezzo alle montagne pur non vedendole. Con Paolo (Manfrini, l’ideatore e il fondatore del Festival, ndr) ci siamo detti: ‘Ecco, questa è la ragione per fare il Festival’».