Sul palco del Concertone del Primo Maggio in Piazza San Giovanni, a Roma, BigMama dedica il suo intervento agli haters. Un lungo e toccante monologo che ha assunto toni diretti e personali e attraverso il quale si è rivolta agli odiatori in Rete, i leoni da tastiera che quotidianamente diffondono la propria aggressività con parole cariche di violenza.
BigMama agli haters «Non ce la faccio più»
«Ci tenevo a fare uno dei miei discorsi – ha esordito BigMama dal palco del Primo Maggio, di cui è stata conduttrice insieme a Noemi ed Ermal Meta -. Di solito tendo a difendere le persone, a giustificare gli altri, però adesso sono piena rasa. Parlerò dell’hating, di tutti quelli che si sentono liberi di commentare negativamente qualsiasi cosa tu faccia nella vita. Io non ce la faccio più. Tutto sta diventando troppo esagerato. Io mi chiedo la motivazione dov’è?».
«Fateci vivere»
«Se non vi piaccio io cambiate canale; se non vi piace il mio corpo fate in modo di non diventare mai come me; se non vi piace quello che dico, bloccatemi: ma fateci vivere», ha continuato l’artista. Per poi aggiungere: «La cosa più sconcertante è che spesso molte di queste persone hanno l’età dei miei genitori. Come si fa a riversare tanto odio su una ragazzina? Che ne sapete voi della mia storia, della storia del mio corpo?».

La battaglia personale di BigMama
BigMama ha poi condiviso con il pubblico la sua dolorosa esperienza personale, rivelando di aver affrontato gravi problemi di salute: «Il mio è un corpo che mi ha dato tanto e che, allo stesso tempo, mi ha tolto moltissimo. È un corpo che mi ha fatto soffrire, che a vent’anni mi ha chiuso in un ospedale a fare la chemioterapia. Eppure io lo perdono. Mi spiegate perché voi non riuscite a perdonarlo?».
Invito all’empatia
In conclusione la cantante si è rivolta direttamente al pubblico, appellandosi all’empatia: «Quello che voglio dire a voi, persone intelligenti – ma intelligenti a livello di empatia – è questo: quando vedete certi commenti, osservateli bene. Aprite quei profili, guardate in faccia chi scrive. E pensate: meno male che io non sono così».