Giulia Salemi, nuova ambassador Morellato, nel backstage della campagna
Giulia Salemi nel backstage della campagna SS24 di Morellato, i cui ritratti sono firmati dai The Morelli Brothers

Giulia Salemi: intervista alla nuova Ambassador di Morellato

Trent'anni, italo-persiana, conduttrice televisiva e radiofonica. Influencer, modella e ora anche Brand Ambassador di Morellato. Qual è il segreto di Giulia Salemi?

«Ma io adoro l’argento sostenibile!». La voce entusiasta di Giulia Salemi precede il suo ingresso nella stanza. Non è sola: con lei c’è un piccolo bianco batuffolo scodinzolante di nome Prince. È immediata l’iniezione di gioia, che si confonde con quelle custodite negli espositori Morellato che ci circondano. «Ho già in mente tutto quanto!», dice Giulia mentre li osserva incantata. Il “tutto” a cui si riferisce è il video di lancio – da condividere con i suoi 3 milioni di follower – della collezione Spring/Summer firmata Morellato, di cui è la nuovissima (e già amatissima) Brand Ambassador. Quando inizio a vedere doppio, cioè quando Giulia si siede accanto a un suo scatto tratto dalla campagna SS24, la mia curiosità cresce. «Vai, chiedimi tutto!» esordisce la mia – telepatica – interlocutrice.

Giulia Salemi, nuova Ambassador di Morellato

E io parto dal principio: come ti senti in questo nuovo ruolo? «Sono molto emozionata, orgogliosa, fiera. Morellato è un brand Made in Italy storico e iconico, con molti valori. Io poi sono cresciuta con i suoi spot e il suo slogan Gioielli da Vivere, quindi sapere che abbiano scelto me, dopo aver avuto grandi testimonial, mi riempie davvero di felicità e orgoglio: per me è un onore. Farò di tutto per apportare del mio al brand». Dietro quel “mio” non c’è solo la condivisione via stampa, tv e social – luoghi in cui Giulia raccoglie una community molto affiatata – ma anche un modo di mostrarsi e, soprattutto, di essere. «L’estetica del brand mi rappresenta molto e credo che Morellato abbia apprezzato il mio lavoro. Se dopo qualche sporadica collaborazione mi hanno scelta come testimonial, significa che il mio gusto estetico – il modo in cui abbino i gioielli e in cui curo una produzione – combacia con il loro».

Nel portagioie di Giulia Salemi

E come li abbini, i gioielli? «Io amo gli accessori. Gli anelli, per esempio, mi piacciono indossati a tre. Idem per gli orecchini, per cui impazzisco: ho tanti buchi alle orecchie, ma ne vorrei di più. Voglio essere tempestata di orecchini! E poi adoro tutto ciò che brilla, quindi non c’è gioia più grande di essere testimonial di un brand pieno di gioielli brillanti». Ma non è tutto. Giulia osserva gli anelli che ha indosso e poi, sfiorando due fedine perfettamente matchate, mi spiega: «Una cosa che non facevo, e che invece ho iniziato a fare da quando sono testimonial di Morellato, è unire l’oro e l’argento. Mi piace riempire tutta la mano di anelli oppure indossarne tre sullo stesso dito, alcuni silver e alcuni gold».

Una collezione di Tesori in argento sostenibile e colori inediti

Giulia ci ricorda che la regola scritta una volta, secondo cui l’oro e l’argento non devono mai essere indossati insieme, per fortuna non vale più. E lo dimostrano anche i gioielli della nuova collezione Tesori di Morellato per la stagione Spring/Summer 2024: un perfetto concentrato dell’essenza floreale della primavera e di quella marina dell’estate, che combina finiture gold e finiture silver. Sono tre i protagonisti della collezione: i materiali preziosi, i tagli raffinati e i colori ricercati. I gioielli sono realizzati in argento 925 ؉ sostenibile, proveniente da fonti di riciclo, e cubic zirconia. Ricorre poi in tutta la collezione la pietra con taglio a goccia, «meravigliosa e super chic» puntualizza Giulia, declinata su anelli, pendenti, bracciali tennis, orecchini lunghi o a lobo. Il risultato? Ce lo racconta la nuova Ambassador. «Un incontro tra gusto classico e gusto moderno, che è poi il punto di forza del brand. Personalmente regalerò i nuovi Tesori a mia nonna, a mia mamma, così come alle mie amiche: Morellato è super inclusivo».

Anche i colori, veri protagonisti della collezione, incontrano più gusti. La palette prevede tutte le sfumature dell’azzurro, tra le nuance di tendenza della stagione, e punte più accese come il verde, il rosso e il blu intenso. A cui si alternano poi tonalità più tenui, che vanno dal giallo topazio al celeste, passando per il rosa chiaro: le preferite di Giulia. «Secondo me, nella palette di colori must have per la bella stagione in arrivo non possono mancare i neutri e i colori pastello, che io adoro. “Beigiolino”, marroncino, cremino, rosino, azzurrino: insomma, tutto quello che è “-ino”! Se in estate oso con qualche colore più forte, in primavera invece mi piace rimanere sul tenue. Poi è la stagione del mio compleanno, della rinascita e dei fiori, c’è un sole che scalda ma non brucia: è tutto molto romantico. Quindi sì, io decisamente fan della primavera e dei colori pastello».

Niente sopracciglia tinte: «Internazionale sì, ma sempre me stessa»

Mentre io e Giulia chiacchieriamo di stagioni (un po’ di moda, un po’ di armocromia, un po’ meteorologiche), accanto a noi alcuni video della campagna scorrono a ripetizione su un maxi schermo. Triangoliamo lì i nostri sguardi e, con loro, la nostra conversazione. Com’è andata sul set della campagna? «Scattare e girare è stato bellissimo. Come fotografi sia io che Morellato abbiamo voluto i The Morelli Brothers, per dare un tocco internazionale», mi spiega Giulia. E come ogni backstage che si rispetti, anche questo ha regalato aneddoti divertenti. E preziosi, perché rivelano qualcosa in più di chi posa dietro la telecamera. «Nella campagna volevano dare una visione di me un po’ diversa – diciamo internazionale ed estrema – e così mi hanno proposto di decolorare le sopracciglia. Pensandoci a posteriori, per fortuna non l’ho fatto! Ma quel giorno io, eterna indecisa, per una buona ora e mezza mi sono divisa tra “lo faccio o non lo faccio”? Alla fine abbiamo concordato su un punto: la prima campagna doveva essere assolutamente riconoscibile. E io volevo essere la Giulia di chi mi segue. Autentica. Senza sopracciglia chiare o altre stranezze che non fanno parte di me».

Autenticità, dentro e fuori lo schermo

La genuinità di Giulia Salemi non è un bluff e si percepisce. Dai suoi profili social, sì, ma anche dal modo in cui parla della sua community, distribuita tra Instagram, X e TikTok. «Sono molto vicina ai miei followers e interagisco tanto con loro: leggo tutti i commenti e i messaggi, a cui rispondo sempre io personalmente». Non è affatto una sorpresa, dunque, se il nuovo ruolo di Ambassador Morellato è stato accolto con entusiasmo travolgente da migliaia di persone.

Se su TikTok Giulia pubblica make up tutorial e gioca con trend stravaganti, il suo feed di Instagram è invece più classico e internazionale. «Con l’eccezione delle stories, dove c’è tutto il divertimento. Io dico sempre, parafrasando i Fonzies: se non mi guardi le storie, godi solo a metà!». Perché quello è il posto in cui Giulia raschia la superficie patinata e lascia emergere la vita reale. «Per me i social sono il luogo in cui condividere tutto, nel bene e nel male: ho scelto di costruire la mia comunicazione sulla sincerità e sulla verità. Se un tempo forse bastavano un bel faccino e un bel abitino per piacere, oggi il pubblico ricerca autenticità e valore, non solo lavorativo ma soprattutto umano. E io così sento di riuscire a manifestare la vera essenza di Giulia. Durante l’ultima Fashion Week, per esempio, ho condiviso sia i look super curati sia il dietro le quinte: io che mi cambio in bagno, io che inciampo per strada, io con una scarpa che non mi valorizza affatto. In un mondo di finta perfezione, mostrarci reali è ciò che ci unisce».

«Mi emoziono sempre quando parlo delle mie origini»

Quando chiedo a Giulia quanto della sua persona e del suo modo di essere sia in qualche modo legato alle sue origini iraniane, lei si emoziona. Ma risponde con fermezza. «L’educazione di mia mamma è stata molto rigida ed esigente, ma mi ha insegnato che nulla è dovuto, che tutto va sudato. Lei poi è fuggita dall’Iran durante la Rivoluzione, quindi io sono cresciuta con racconti importanti e crudi di vicende tragiche. E questo mi ha permesso di allenare la sensibilità, l’attenzione verso gli altri, la tendenza all’aiuto». Per questo Giulia ha usato la sua voce – anche in lingua farsi – per amplificare quella delle donne iraniane, isolate, discriminate e uccise da un regime totalitario. «Non sono una tuttologa, non posso parlare di tutto perché non tutto mi compete. Ma la situazione dell’Iran mi è vicinissima e rivive nei racconti di mia mamma, delle mie zie, delle mie cugine. Se ognuno di noi cercasse di muovere qualcosa, dove può, potrebbe fare la differenza». E così, con un sincero e reciproco «in bocca al lupo», si chiude la nostra chiacchierata. Ma non l’entusiasmo spontaneo di Giulia, che torna a studiare gli espositori Morellato. Scommetto che sta già pensando a come illuminare la vostra home di Instagram e, insieme, le vostre prime giornate di primavera.

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