Baci sì o no? È un dubbio “amletico” di chi soffre di celiachia. La domanda, infatti, ha a che fare con un dilemma: baciare un partner che ha mangiato cibi col glutine è sicuro o può dare problemi? La risposta arriva dalla scienza, a ridosso dell’11esima Settimana della celiachia: no, il bacio è sicuro. Ma non si tratta dell’unico dubbio e falso mito da sfatare, come spiega l’Associazione Italiana Celiachia.
I baci al partner sono “sicuri” anche in presenza di celiachia
Una ricerca, presentata alla Digestive Disease Week (Ddw) 2025, ha sgombrato il campo da un interrogativo frequente: «Tutti si preoccupano che il glutine finisca nel cibo al ristorante, ma nessuno ha davvero considerato cosa succede quando ci si bacia dopo» aver mangiato cibi che contengono questa proteina, come ha spiegato Anne Lee, assistant professor di Medicina nutrizionale alla Columbia University di New York. Ed è a questo proposito che un team di cui fa parte la stessa Lee ha indagato, arrivando a una conclusione: i baci con il partner sono sicuri, anche per i celiaci.
Celiachia: lo studio sui baci “al glutine”
Per fare chiarezza i ricercatori hanno sottoposto 10 coppie a un esperimento. Al partner non celiaco hanno offerto 10 cracker salati, poi gli hanno chiesto di baciare la compagna o il compagno intollerante al glutine, in due modalità differenti: in un caso attendendo 5 minuti, mentre nell’altro facendogli sciacquare la bocca con 120 ml di acqua prima del bacio. Il risultato, però, è stato identico: il trasferimento di glutine, seppure presente nella saliva del partner che aveva mangiato e anche nel soggetto celiaco, era inferiore a 20 parti per milione, cioè il livello consentito nei prodotti senza glutine, e dunque considerato sicuro.
Un sollievo per chi soffre di celiachia
«Non dovete ricorrere a misure estreme», ha quindi concluso Lee, pur aggiungendo una precauzione per i più timorosi: «Le persone celiache possono essere più tranquille sapendo che il rischio di contatto incrociato con il glutine attraverso il bacio può essere ridotto a livelli di sicurezza se dopo il pasto si beve un piccolo bicchiere d’acqua». Eppure non si tratta del solo dubbio o fake news riguardo all’intolleranza al glutine, che ora l’Associazione italiana celiachia (AIC) ha deciso di sfatare, in occasione della settimana dedicata a questa patologia.
Le fake news: la dieta gluten free non fa dimagrire
Tra i falsi miti più diffusi c’è quello sulla dieta senza glutine: «Non fa dimagrire, non ha alcuno specifico effetto sulla diminuzione del peso, come molti credono. Come per gli altri alimenti, gli effetti sul peso dipendono da quantità e qualità nutrizionale degli specifici alimenti abitualmente consumati, nell’ambito dello stile di vita condotto», chiarisce Rossella Valmanara, presidente AIC. L’invito è a controllare le etichette dei prodotti, per seguire un regime bilanciato, accompagnato da una corretta attività fisica.
Dalla celiachia non si guarisce
«Non si guarisce dalla celiachia», sottolinea poi Valmanara. L’esclusione totale e rigorosa, per tutta la vita, degli alimenti contenenti glutine dalla dieta, è, al momento, l’unica terapia disponibile, aggiungono gli esperti dell’AIC. «La reintroduzione del glutine nella dieta, anche dopo anni di benessere, determina la ricomparsa dei sintomi e dei segni della malattia, oltre a esporre il paziente celiaco alla comparsa delle complicanze, anche gravi, come il linfoma intestinale, l’osteopatia precoce, l’anemia, l’infertilità», ricordano ancora dall’Associazione.
L’intolleranza al glutine non è una moda
Un’altra fonte di dubbio è il fatto che alcuni personaggi famosi si vantino di seguire una dieta gluten free, pur non essendo celiaci, come se questa fosse una moda, mentre «è l’unica terapia ad oggi nota, vero e proprio “salvavita” per curare la celiachia. Con questa finalità, il Servizio Sanitario Nazionale eroga ai pazienti celiaci i prodotti dietetici senza glutine», ricorda l’AIC. Scambiarla per una tendenza è non solo sbagliato, ma dannoso per i celiaci, che «nel corso del tempo hanno faticosamente conquistato importanti diritti, tutele fondamentali che rischiano di essere messe in discussione dal diffondersi della moda del senza glutine tra la popolazione non celiaca, che svilisce e banalizza questa patologia, le difficoltà e i rischi di chi ne soffre», chiarisce Valmanara.
Si può essere poco (o molto) celiaci?
La risposta è NO e chi è celiaco lo sa bene: «La celiachia si può presentare con quadri clinici di diversa gravità e può interessare diversi organi e apparati». Ma anche se il quadro clinico può cambiare da persona a persona, il danno è sempre presente se si assume glutine. «Non si è quindi “più o meno celiaci” e non esistono “livelli più o meno gravi di celiachia”. Per questo «trasgredire volontariamente alla dieta o non prestare attenzione alle contaminazioni è dannoso per tutte le persone celiache allo stesso modo, anche in assenza di sintomi», ricordano gli esperti.
Vaccino per la celiachia, a che punto siamo
Resta la speranza, però, che un giorno si possa arrivare a un vaccino. Periodicamente se ne sente parlare, ma a che punto siamo? «La sperimentazione è ancora in fase 2, quindi occorrerà attendere anche che sia completata la fase 3. Significa che al momento abbiamo dati preliminari. Si è indagata soprattutto la sicurezza, in un gruppo di una sessantina di pazienti celiaci, che è dunque molto ridotto. È vero che i risultati sono promettenti, ma occorrerà ancora del tempo prima di avere farmaci efficaci», chiarisce Marco Silano, Coordinatore del Board Scientifico di AIC e Direttore del Dipartimento Malattie Cardiovascolari, endocrino-metaboliche e invecchiamento dell’Istituto Superiore di Sanità.
La speranza nei nuovi farmaci
L’obiettivo e la speranza è di poter disporre in un futuro non troppo lontano di farmaci che possano in qualche modo agire sulle conseguenze della celiachia: «Ciò a cui si sta lavorando è un prodotto in grado di agire sul meccanismo del sistema immunitario che genera alti livelli della proteina interleuchina 15, coinvolta nella risposta al glutine. È il mediatore principale dell’infiammazione che sta alla base della malattia. L’idea è quella di ridurne l’azione in modo da non generare la reazione del sistema immunitario allo stesso glutine». In qualche modo, quindi, si tenterebbe di “spegnere” l’infiammazione. Il problema sono gli effetti collaterali di questi potenziali farmaci.
La prudenza sui farmaci del futuro è d’obbligo
«Il punto fondamentale è proprio questo. Non si tratta di un interruttore che si può spegnere o accendere a piacimento: se lo si blocca a livello intestinale occorre tenere presente le conseguenze che questo può portare anche su altre funzioni fisiologiche in cui l’interleuchina 15 è coinvolta. In altre parole, dal momento che si tratta di una proteina che ha lo scopo di combattere virus e altre molecole potenzialmente dannose per l’organismo, coinvolte nelle malattie infettive per esempio, se la si blocca si rischiano conseguenze importanti in termini di abbassamento delle risposte alle infiammazioni in genere», spiega Silano.
La settimana della celiachia: visite e screening
Intanto per una settimana, dal 10 e fino al 18 maggio, sono in programma screening e consulenze mediche gratuiti, insieme a incontri con dietisti e nutrizionisti, pronti a fornire consigli a chiunque ne abbia bisogno. Presso le sedi territoriali dell’AIC sono in anche in programma open day durante i quali sono organizzati momenti informativi e distribuzione di materiale e gadget ai partecipanti, laboratori per bambini, letture di fiabe su celiachia e inclusione, corsi di cucina senza glutine per adulti e bambini. Il calendario completo degli appuntamenti è disponibile su sul sito settimanadellaceliachia.it.