La trasformazione del modo di vivere l’intimità tra i più giovani è sotto gli occhi di tutti. Nella società digitale, dove ogni momento può essere immortalato e diffuso all’istante e dove la manipolazione delle immagini ha raggiunto livelli sofisticati, le nuove generazioni si trovano a dover ridefinire le modalità con cui stabilire connessioni profonde. La Gen Z, cresciuta tra social media, crisi economiche e una pandemia globale, sembra cercare rifugio in forme alternative di relazione. Non è raro che chatbot dotati di intelligenza artificiale, storie romantiche ambientate in mondi immaginari o contenuti erotici animati diventino parte integrante della loro vita affettiva e sessuale. Un fenomeno che nasce da bisogni autentici, ma che porta con sé conseguenze complesse.

La sfiducia della Gen Z

Nel cuore di questa trasformazione c’è un sentimento diffuso di sfiducia. La possibilità costante di essere esposti, giudicati o traditi online porta molti giovani a evitare situazioni potenzialmente vulnerabili nella vita reale. Le relazioni umane, tradizionalmente fonte di sicurezza e appartenenza, appaiono ora meno affidabili, meno prevedibili e più rischiose. I chatbot di nuova generazione stanno diventando confidenti digitali a tutti gli effetti. In molti casi offrono una presenza costante, risposte su misura, ascolto privo di giudizio. Non pochi giovani scelgono di affidare a questi strumenti pensieri, emozioni e desideri, trovando un conforto che talvolta manca nelle interazioni reali. Tuttavia, se da un lato rappresentano un sollievo momentaneo, dall’altro rischiano di alimentare un senso di isolamento ancora più profondo.

Cosa legge la Gen Z

Non si tratta solo di tecnologia. Il bisogno di evasione si riflette anche nella scelta delle letture. La narrativa cosiddetta «romantasy», che fonde storie d’amore con scenari fantastici, sta diventando una via di fuga molto diffusa. I protagonisti si muovono tra mondi magici, creature mitiche e amori travolgenti, lontani dalle complicazioni quotidiane. Queste storie, pur offrendo spazi di identificazione e immaginazione, possono contribuire a costruire modelli relazionali idealizzati e poco realistici.

Come la Gen Z vive la sessualità

Anche sul fronte della sessualità si osservano tendenze simili. Tra le preferenze della Gen Z, cresce la fruizione di contenuti animati di origine giapponese, che propongono scenari erotici costruiti interamente attraverso l’immaginazione. Questi materiali, rispetto alla pornografia tradizionale, sono percepiti come meno invadenti e più facilmente gestibili emotivamente. Tuttavia, sollevano interrogativi sull’impatto che possono avere sulla percezione della corporeità, del consenso e del desiderio.

Solitudine e ansia sociale

Nonostante l’apparente varietà di offerte digitali, la solitudine resta una delle esperienze più diffuse tra i giovani. Diversi studi rilevano un aumento significativo dell’ansia sociale e della difficoltà a instaurare rapporti autentici. L’uso intensivo della tecnologia, lungi dall’essere una soluzione, sembra talvolta rafforzare il senso di distanza e la difficoltà a vivere la propria emotività in modo aperto. La sfida, quindi, non è demonizzare questi strumenti, ma comprenderne le implicazioni. La fantasia, l’immaginazione e la sperimentazione possono avere un ruolo positivo, soprattutto in una fase della vita in cui l’identità è ancora in costruzione. Tuttavia, è essenziale mantenere un equilibrio tra ciò che si esplora nel virtuale e ciò che si sperimenta nel reale. Educare alla complessità delle relazioni umane, offrire spazi sicuri di confronto e costruire una cultura dell’ascolto e della fiducia reciproca: questi sembrano essere i passi necessari per aiutare la Gen Z a non perdersi in una realtà digitale che, pur offrendo conforto, non può sostituire la profondità delle relazioni autentiche.