Condividere il cibo al ristorante, sì o no? Per alcuni è un gesto di intimità e complicità, per altri è un inappellabile segno di maleducazione. Detto questo, può essere utile differenziare da contesto a contesto e, naturalmente, considerare che non tutti i piatti si prestano allo stesso modo ad essere suddivisi, senza creare situazioni inopportune e imbarazzanti a tavola.
I cibi più adatti alla condivisione
Alcuni piatti sembrano fatti apposte per essere condivisi. La pizza in primis, così come i taglieri di salumi e formaggi, le bruschette miste, i fritti, le tapas spagnole e alcune prelibatezze della cucina mediorientale, dall’hummus ai falafel: tutti perfetti per essere scambiati senza mancare troppo di discrezione. Discorso diverso per i primi piatti, dove la forchettata volante di carbonara o lasagna da un commensale all’altro può far nascere qualche perplessità; stessa cosa per i dolci al cucchiaio e i gelati in genere, difficilmente frazionabili, mentre torte compatte (una per tutte, la sbrisolona) si possono “barattare” senza creare grandi disagi.
Quando è accettabile condividere il cibo
Il contesto è fondamentale. In un’uscita tra amici o una cena informale, la condivisione del cibo è spesso ben accolta: si scambiano assaggi, si dividono piatti per curiosità, e il cibo diventa un collante sociale. A volte si ordina per tutti per provare gusti differenti e comunque in tali occasioni chiedere “qualcuno vuole assaggiare?” non crea riprovazione, al massimo ci si limita a declinare con un grazie. Tutto diverso in occasione di una cena di lavoro, un evento formale o una cena di gala: in tali contesti è fondamentale rispettare il galateo e condividere assaggi è senz’altro fuori luogo.
Quando una coppia si scambia il cibo

Nella dinamica di coppia, la condivisione del cibo è spesso vista come un gesto di intimità: ordinare piatti diversi con l’intento di assaggiarli entrambi può rendere l’esperienza culinaria segno di complicità e può perfino avere una connotazione sexy. Allo stesso tempo, in un ristorante andrebbe sempre tenuto un comportamento misurato e consono: assaggiare lo spaghetto dai due capi opposti, come nella fotografia sopra, potrebbe fare comprensibilmente inorridire qualche vicino di tavolo.
Viaggi e ristoranti etnici
Quando si viaggia, magari in altri continenti, condividere i piatti consente di arricchire la propria esperienza ed apprezzare la varietà di sapori offerti dalla cucina locale. Nei ristoranti etnici scambiare porzioni delle varie pietanza può essere parte integrante dell’esperienza, senza contare che in alcuni Paesi come la Thailandia o la Turchia il pasto condiviso fa parte della stessa tradizione locale.
Attenzione a igiene, allergie e orientamenti personali
Condividere cibo comporta anche alcune attenzioni pratiche. Per motivi igienici, è buona norma usare posate di servizio e non intingere direttamente la propria forchetta nel piatto comune. Questo aspetto è diventato ancora più rilevante dopo la pandemia, che ha accresciuto la sensibilità verso la condivisione fisica degli oggetti e del cibo. Le allergie alimentari e le intolleranze rappresentano un altro elemento cruciale. Prima di proporre uno scambio o un assaggio, è importante assicurarsi che l’altro commensale non abbia restrizioni dietetiche. Anche le preferenze personali (vegani, vegetariani, religiose) devono essere sempre rispettate: la gaffe è sempre dietro l’angolo.