Con la primavera e l’intensificarsi della stagione dei pollini, milioni di persone iniziano a fare i conti con i fastidi tipici del raffreddore da fieno. Solo in Gran Bretagna, ad esempio, una persona su quattro soffre di rinite allergica stagionale: si tratta di circa 16 milioni di individui che, ogni anno, affrontano sintomi come naso che cola, occhi irritati, mal di testa e prurito alla gola. Il peggioramento delle condizioni ambientali, in particolare l’aumento delle temperature globali, ha contribuito a prolungare e intensificare il periodo di diffusione dei pollini, rendendo questi disagi sempre più comuni e persistenti. Per questo, cresce l’interesse verso strategie alternative in grado di mitigare i sintomi, tra cui un’attenzione sempre maggiore all’alimentazione e, in particolare, alla salute dell’intestino.
Cos’è la febbre da fieno
La febbre da fieno, chiamata anche rinite allergica stagionale, è una reazione allergica causata principalmente dai pollini di piante, alberi, graminacee e fiori che si diffondono nell’aria durante certe stagioni, soprattutto primavera ed estate. I sintomi più comuni includono starnuti frequenti, naso che cola o congestionato, prurito a naso, occhi, gola o orecchie arrossati, lacrimazione o gonfiore, mal di testa e stanchezza. Le differenze con un raffreddore sono molteplici. Innanzitutto l’origine: la febbre da fieno è allergica, il raffreddore è virale. Anche la durata cambia: la febbre da fieno può durare settimane o mesi, mentre il raffreddore di solito pochi giorni. La febbre è assente nella febbre da fieno, ma è invece possibile nel raffreddore virale. Anche il colore del muco cambia: chiaro nella febbre da fieno, spesso più denso e colorato nel raffreddore.
Il legame tra microbiota e risposta immunitaria
Diversi studi scientifici suggeriscono un nesso tra la condizione del microbiota intestinale e la capacità del sistema immunitario di reagire agli allergeni. Gran parte delle cellule immunitarie si trovano infatti all’interno dell’apparato digerente. Secondo gli esperti, tra il 70% e l’80% delle cellule immunitarie è localizzato nell’intestino, dove svolge un ruolo fondamentale nel distinguere tra sostanze innocue e potenziali minacce. Uno dei principali centri di attività immunitaria nel tratto digestivo è il GALT (tessuto linfoide associato all’intestino), responsabile dell’elaborazione di stimoli esterni, come la presenza di polline nell’aria, e della regolazione delle risposte difensive dell’organismo. In presenza di uno squilibrio della flora intestinale, questi processi possono subire alterazioni, con conseguenti difficoltà nella gestione delle reazioni allergiche. Alcuni ceppi batterici, infatti, risultano particolarmente importanti per mantenere l’integrità della barriera intestinale e per garantire un adeguato funzionamento del sistema immunitario.
Un microbiota equilibrato contro la febbre da fieno
Tra i microrganismi più utili alla salute dell’intestino vi sono batteri come Akkermansia muciniphila e Clostridium butyricum, noti per la loro capacità di produrre sostanze benefiche, tra cui il butirrato. Una carenza di questi batteri può compromettere la funzione di difesa dell’intestino, aumentando la sensibilità agli allergeni. Per sostenere un microbiota sano, gli specialisti consigliano di intervenire soprattutto attraverso l’alimentazione. Una dieta ricca di fibre, prebiotici e probiotici può favorire la diversificazione e il benessere della flora intestinale, con effetti positivi anche sulla risposta immunitaria. Alimenti fermentati come verdure in salamoia, bevande fermentate e derivati del latte fermentato rappresentano valide fonti di batteri vivi, che possono essere introdotti nella dieta quotidiana per rafforzare la salute dell’apparato digerente.
L’alimentazione come strumento di prevenzione
Secondo la comunità scientifica, anche una singola porzione giornaliera di alimenti fermentati può ridurre i livelli di infiammazione e contribuire a una risposta meno aggressiva agli allergeni ambientali. Accanto a questi, una dieta ricca di vegetali, legumi, frutta e cereali integrali può offrire al microbiota le fibre necessarie per nutrire i batteri «buoni». In alcuni casi, può essere utile integrare la dieta con probiotici specifici, ma è sempre consigliabile consultare un medico o un nutrizionista prima di assumere integratori, soprattutto in presenza di patologie o disturbi cronici. I probiotici, secondo gli esperti, possono aiutare a riequilibrare la flora intestinale e rafforzare la capacità dell’organismo di reagire in modo appropriato alle sollecitazioni ambientali. Ceppi specifici contribuiscono alla stabilità del microbioma e al rafforzamento delle difese naturali dell’organismo.
Altri accorgimenti utili per ridurre i sintomi
Oltre all’alimentazione, vi sono altre misure che possono aiutare a tenere sotto controllo i sintomi del raffreddore da fieno. Nei giorni particolarmente secchi e ventosi, quando la concentrazione di polline nell’aria è elevata, può essere utile limitare le uscite e tenere chiuse le finestre. Anche l’uso di dispositivi per la purificazione dell’aria negli ambienti chiusi può contribuire a ridurre l’esposizione agli allergeni. Lavarsi il viso e i capelli dopo essere stati all’aperto, cambiare gli abiti e pulire le calzature può aiutare a eliminare il polline accumulato. Un altro fattore da non sottovalutare è lo stress: uno stato emotivo alterato può influenzare negativamente l’equilibrio tra cervello e intestino, compromettendo la capacità dell’organismo di difendersi efficacemente.