quanti passi al giorno

Quanti passi al giorno per restare in salute

Un nuovo studio “taglia” la quantità di attività fisica quotidiana necessaria a ridurre rischi cardiovascolari. Ma per gli esperti gli italiani stanno diventando più sedentari

Per qualcuno fare 10mila passi al giorno è un traguardo troppo difficile da raggiungere, tanto da scoraggiarsi. Ma ora un nuovo studio incoraggia a muoversi, anche con un obiettivo molto più abbordabile. 4.000 passi al giorno, infatti, sarebbero sufficienti a ridurre il rischio di morte, per qualsiasi causa. A indicarlo è una meta analisi, pubblicata sull’European Journal of preventive Cardiology, condotta su oltre 226mila persone, prendendo in considerazione 17 studi precedenti.

Lo studio: bastano 4.000 passi al giorno

Secondo gli esperti dell’Università di medicina di Lodz, in Polonia, guidati dal cardiologo Maciej Banach, camminare almeno 3.967 passi al giorno aiuta a ridurre il rischio di mortalità. Si tratta di un quantitativo molto al di sotto dei 10mila passi, consigliati invece come soglia minima dall’Organizzazione mondiale della Sanità. «La ricerca è frutto dell’analisi di più studi e ha il pregio di aver preso in considerazione un campione molto ampio. Di fatto conferma quanto già sapevamo, ossia che qualunque livello di esercizio fisico si faccia porta a una riduzione di eventi cardiovascolari e mortalità», osserva Ciro Indolfi, presidente della Società italiana di Cardiologia. «Va però precisato che con 4.000 passi al giorno il beneficio nella riduzione della mortalità è del 48%, mentre con 10mila passi si arriva al 67%. Non solo: se si analizza la sola mortalità per cause cardiovascolari si vede che con 4.000 passi il calo è del 18%, mentre con 10mila passi si arriva al 77% in meno di probabilità di eventi cardiovascolari. È un dato importante e un beneficio che ad oggi non è dato da alcuna terapia farmacologica disponibile», chiarisce l’esperto.

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Quanti passi al giorno: soglie minime e massime

Lo studio dei ricercatori polacchi indica anche una soglia minima persino inferiore, pari a soli 2.337 passi, pur sottolineando come all’aumentare dell’attività fisica crescano anche gli effetti positivi, fino ad arrivare ai 20mila passi al giorno. «Il nostro studio conferma che più cammini, meglio è. Abbiamo scoperto che questo si applicava ugualmente bene a uomini e donne, indipendentemente dall’età e dal fatto che si viva in una regione del mondo temperata, subtropicale o subpolare o in un’area in cui i climi si mescolano», ha spiegato il professor Maciej Banach. Secondo lo studio, il rischio di morte diminuisce in modo significativo già quando un soggetto cammina da 500 a 1.000 passi in più al giorno, rispettivamente del 7% e del 15%).

L’Italia è diventata più pigra

«Il messaggio di fondo, però, deve essere che è meglio puntare ai 10mila passi, perché è dimostrato che l’inattività fisica si accompagna a una aumentata mortalità – commenta Indolfi – A questo si aggiunga che l’italia è sostanzialmente uno dei paesi più “pigri” in Europa, dove secondo il recente studio Atalas, si colloca alla quart’ultima posizione per attività fisica. È importante sapere che oggi siamo considerati a rischio moderato e non più basso, e abbiamo perso posizioni rispetto a Francia e Spagna, avvicinandoci alla Germania», continua l’esperto.

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Donne più sedentarie

«C’è anche un’altra osservazione, che non va dimenticata. In Italia si stima che il 30% degli uomini non faccia attività fisica sufficiente, un dato che sale al 43% per le donne. È un’emergenza – sottolinea il presidente della società italiana di cardiologia – Questo rappresenta un problema per la salute, ma anche per la sostenibilità sanitaria. Secondo uno studio condotto negli Stati Uniti, il 10% dei costi sanitari è causato proprio dall’inattività fisica: pensiamo a quanti ospedali si potrebbero costruire con quei fondi».

«In un mondo in cui disponiamo di farmaci sempre più sofisticati per il trattamento di condizioni specifiche come le malattie cardiovascolari, penso che dovremmo sempre sottolineare che i cambiamenti dello stile di vita, compresa la dieta e l’esercizio fisico, potrebbero essere almeno altrettanto efficaci, se non più efficaci, nel ridurre le malattie cardiovascolari rischio e prolungare la vita delle persone interessate’, spiega ancora Maciej Banach.

I “Weekend worriors”

«Naturalmente l’attività fisica va dosata e personalizzata in relazione alle capacità di ciascun individuo, al livello di preparazione fisica ed all’età. L’importante è che vada fatta ed eventualmente prescritta come si fa con una medicina», commenta Massimo Volpe, presidente della Società italiana di Prevenzione cardiovascolare. «Sicuramente 4.000 passi è meglio di niente e 10mila costituisce un ottimo allenamento sebbene non facile da realizzare ogni giorno. Un recente articolo apparso solo poche settimane fa ha rivalutato anche i cosiddetti “weekend warriors”, cioè quelli che riescono a fare attività fisica solo nel weekend. È emerso che anche questa attività ha effetti benefici sulla salute cardiovascolare», conclude Volpe.

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