Il Cammino di San Vili verso San Lorenzo Dorsino
Il Cammino di San Vili verso San Lorenzo Dorsino

3 cammini da provare, anche da 10mila passi

Orologio o cellulare alla mano, è facile contare i passi e sapere quanto movimento fare per stare bene. Qui tre cammini suggestivi in bassa montagna per abituarti a misurarli e continuare una volta a casa

3 cammini da provare contando i passi

Friuli: nel bosco della Val Resia

Un luogo dove camminare per perdersi tra il verde dei boschi, il profumo dei pini e il cielo azzurro è il Friuli Venezia Giulia. Da qui è partita l’iniziativa FVG in Movimento – 10.000 passi di salute: 59 percorsi su 73 comuni dal mare ai monti per scoprire una regione bellissima e centrare l’obiettivo dell’Organizzazione mondiale della sanità. 10.000mila passi di Salute è l’attività motoria media quotidiana raccomandata dagli esperti, una buona abitudine che fa bene alla salute e al benessere generale.

Il Percorso del Bosco Incantato in Val Resia

Qui ti raccontiamo il Percorso del Bosco Incantato, che abbiamo provato in Val Resia, una delle valli più selvagge, affascinanti e meno conosciute della regione e dove si può fare il percorso del Lago di Ragogna, con esercizi di respirazione guidati. È un anello di 3,6 km che si snoda tra le frazioni di San Giorgio e Prato. Una passeggiata di un’ora, 5mila passi circa che potremo raddoppiare per arrivare ai 10mila.

Il percorso Partiamo da San Giorgio, lungo un sentiero che ci porta nei boschi. La guida naturalistica Leonardo Cerno ci invita a osservare la vegetazione: qui cresce soprattutto il pino nero, conifera che deve il suo nome alla corteccia scura. La camminata è fatta di dolci salite e discese e l’occhio si posa sulle creste dei monti Musi e sul Canin, fatto di roccia calcarea chiara (gli abitanti della Val Resia, la chiamano “valle bianca” proprio per questo). Lasciati i pini, il sentiero prosegue tra i boschi di latifoglie, con noccioli, frassini, carpini. È il bosco più giovane, spiega la guida, che testimonia l’abbandono delle zone montane da parte della popolazione: non si taglia più l’erba per fare fieno e questa vegetazione prende spazio. Non incontriamo animali, ma in questa valle, uno dei corridoi ecologici della regione, ci si può imbattere in caprioli, cervi, stambecchi, volpi e talvolta orsi e lupi.

Passo dopo passo arriviamo al Torrente Resia: una breve deviazione per toccare l’acqua e poi riprendiamo il sentiero nell’erba, attraversiamo un ponticello e arriviamo a Prato Resia. Una visita al Santuario di Santa Maria Assunta e poi si torna a San Giorgio lungo un comodo sentiero. Rigenerante è la parola che più viene in mente dopo aver fatto questo percorso (Chicca Belloni).

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Valle D’Aosta: lungo la Dora Baltea

Dici Valle d’Aosta e pensi a trekking faticosi. Non è sempre così. Un’alternativa aperta a tutti, a chi tocca i 10mila passi o a chi vuole raddoppiare o triplicare la posta, è il Cammino Balteo, itinerario di quasi 350 chilometri ad anello che si snoda lungo la valle in oltre 40 comuni. Sono in tutto 23 tappe lunghe da 8 a 20 chilometri per un tempo di percorrenza di 4-6 ore.

Il Cammino Balteo

Il Cammino Balteo è versatile: puoi decidere di farne un pezzo o un lungo tratto, nella stagione che preferisci, ammirando panorami, castelli, vigne, cascate, edifici storici. Per raggiungere la quota 10mila passi è ok una tappa di 8 chilometri circa. Noi te ne proponiamo una un po’ più lunga, la numero 8, da La Magdeleine a Verrayes, molto panoramica e perfetta in estate. Sono 19 chilometri (20mila passi circa), ma nulla ti vieta di farne solo un pezzo.

Il percorso Siamo in Valtournenche e partiamo da La Magdeleine, piccolo comune di meno di 100 residenti. Un tempo, qui si coltivavano cereali, come testimoniano i sette mulini trasformati in museo etnografico. Scendiamo dal paese ed eccoci al laghetto di Lod, con un canneto abitato da germani e aironi.  Proseguiamo verso Antey Saint André e, poco prima di arrivare, scopriamo gli archi del Ru du pain perdu, uno dei canali costruiti già dal XIII secolo per irrigare le zone più aride della valle. Arrivati ad Antey ecco comparire il Cervino. Attraversiamo una serie di frazioni, lungo vecchi terrazzamenti per giungere a Torgnon.

Qui meritano una visita la chiesa di San Martino e il museo etnografico del Petit-Monde. Proseguiamo tra prati e pascoli, dove si fa il fieno per le mucche da latte, indispensabile per produrre la fontina, il formaggio tipico. Da Torgnon comincia la traversata a mezzacosta in un fitto bosco di abeti rossi che sbuca a Saint Pantaléon. È il tratto più suggestivo e panoramico, con incredibili scorci sul Cervino, una parte del Monte Rosa e sul Monte Bianco.

Da Saint Pantaléon scendiamo lungo pianori e pascoli per poi addentrarci in un bosco che in primavera si colora di orchidee selvatiche, prende il profumo del timo selvatico e più avanti nella stagione regala i funghi. L’ultimo tratto porta a Semon e a Verrayes, dove merita una visita l’Arboreto dell’Abbé Vescoz. È bastato un tratto di cammino per capire le caratteristiche del territorio, chi le abita e che cosa si produce (Chicca Belloni).

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Trentino: il cammino di San Vili

Per chi è più allenato e vorrebbe provare un vero cammino (si percorrono da un minimo di 18.500 a un massimo di 44mila passi al giorno), c’è un antichissimo sentiero appena ripristinato che, seguendo il torrente Sarca da Madonna di Campiglio, percorre i fianchi occidentali e meridionali delle Dolomiti del Brenta. È il cammino di San Vili, ovvero San Vigilio, terzo vescovo e patrono di Trento, che passò da qui per evangelizzare le valli Giudicarie, cioè l’alto corso del Sarca nella seconda metà del 400 d.C. L’itinerario attraversa le pendici del monte Gazza con panorami che spaziano dal lago di Garda fino alle Dolomiti orientali e per farlo tutto ci vogliono 5-6 giorni. L’ultima tappa si conclude a Trento in piazza Duomo.

Il percorso La partenza è nel centro storico di Madonna di Campiglio. Si imbocca la vecchia strada sterrata con vista sulla Valle del Brenta e le Dolomiti, si scende lungo il sentiero nel bosco per passare sotto il Ponte Canale, parte di un sistema di gallerie che alimenta la centrale idroelettrica di Santa Massenza. Una deviazione merita la chiesa di San Vigilio a Pinzolo, con la famosa Danza macabra, l’affresco più famoso di Simone Baschenis che, con la sua famiglia, nel 1500 dipinse le chiese e le cappelle delle valli intorno.

Tornando indietro verso Carisolo, si scende poi verso Caderzone Terme (in tutto sono 22 km = circa 37mila passi). Da qui parte la seconda tappa (21 km = 28 mila passi) che permette di godere della splendida vista del ghiacciaio dell’Adamello. Arrivati a  Larzana (terza tappa,16 km = 21mila passi), si attraversa il borgo medievale di Cerana per poi salire per Iròn, un villaggio spopolato dalla peste del 1630. Si imbocca quindi la strada statale verso il castello di Stenico del 1100, passando vicino alla grande cascata del rio Bianco le cui acque provengono dagli altopiani carsici del Brenta. L’acqua è protagonista anche della tappa successiva (14 km = 18.500), perché passa dalla frazione di Moline, dove il fiume Bondai metteva in moto mulini, segherie e botteghe. Poi con una breve salita si arriva a Deggia.

Da qui il percorso diventa spettacolare (20 km=26mila) perché si apre sulla forra del Limarò, l’ampia curva disegnata dal fiume Sarca che nei secoli ha scavato il proprio corso fra le alte pareti calcaree. Si raggiunge infine un balcone naturale sul lago di Garda e le montagne trentine, fino a Covelo e Monte Terlago, per poi arrivare a Vallene. L’ultima tappa (19 km= 25mila passi) scende fino ai laghi di Lamàr e si sale nel bosco fino alla sorgente Des che porta alla cresta del Sorasass, da cui si vede la città di Trento (Barbara Rachetti).

Qui trovi le info per organizzare il cammino

In Friuli Trovi i cammini 10.000 passi su https://federsanita.anci.fvg.it/comunicazione/progetti/progetto-friuli-venezia-giulia-in-movimento/view. Per dormire, a San Tomaso di Majano, c’è l’Hospitale di San Giovanni, edificio storico costruito nel 1100 e ristrutturato che dava rifugio ai pellegrini e ora accoglie turisti e camminatori (qui passa la via del Tagliamento, che dalla Germania portava in Oriente)  In alternativa a Majano c’è Integraldo (https://www.integraldo.bio/), ristorante healthy con hotel e negozio di cibo bio.

In Valle D’Aosta Trovi tutte le 23 tappe su https://balteus.lovevda.it/. Per ognuna, chilometri, mappa, dislivello, tempo di percorrenza e i posti dove dormire.

In Trentino Il sito da consultare è www.camminosanvili.it, dove trovi anche la mappa delle strutture.

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