Può una vegetariana stare con un amante di bistecche e salamelle? O un intollerante al lattosio con una appassionata di formaggi? A quanto pare il cibo può unire, ma anche dividere e creare attriti o disagi (spesso a lungo sottaciuti). La dimostrazione è che sempre più coppie si rivolgono a dietisti e nutrizionisti per migliorare la relazione tra dieta e amore, superando incomprensioni.

Cibo e amore

Il primo appuntamento, si sa, è spesso per una cena. Questo dimostra, se ce ne fosse bisogno, il nesso tra cibo e amore. «Il cibo è il tramite non solo di nutrimento, ma di emozioni legate alla relazione con l’altro. Pensiamo che il primo nutrimento è il latte materno e al contempo la relazione si definisce come accudimento e amore. Ricordiamo anche che la fame e l’amore sono pulsioni profonde e primordiali. Per questo il cibo ha un ruolo direi fondamentale nei rapporti affettivi: non è solo nutrimento, ma appunto amore, accudimento, condivisione. Simboleggia inoltre il desiderio e il piacere», spiega Alessandra Iamundo De Cumis, psicanalista, esperta di tematiche di coppia.

Ieri e oggi: quanto le diete influenzano l’amore

Eppure oggi qualcosa sembra cambiato, complice il fatto che si presta più attenzione a differenti regimi alimentari: «Oggi, e non solo nelle grandi città, possiamo sceglie tra differenti tipologie di cucina non soltanto etniche, ma cucine che si ispirano a ideologie differenti e disparate. Inoltre una buona percentuale della popolazione soffre di intolleranze alimentari. Dunque, come è avvenuto in molti ambiti della vita, le persone hanno la possibilità di cucirsi un abito su misura, anche riguardo la nutrizione – sottolinea l’esperta – Questa abbondanza, se da una parte offre libertà massima di scelta di cibo e di identità, dall’altra crea difficoltà nel trovare un terreno comune quando ci si trova a tavola con l’altro. Differenze che possono ingenerare tensioni».

Quando la dieta ostacola la coppia

Può capitare, quindi, che un particolare regime alimentare seguito per necessità come intolleranze o allergie oppure per “moda” possa creare incomprensioni o attriti nella coppia. È il caso di vegani che magari tentato di “convertire” onnivori alle proprie scelte, o di amanti di carne e pesce che rinunciano a invitare a cena persone che trovano anche interessanti, ma che non includono questi alimenti nella propria dieta: è un po’ come se un amante di noccioline le offrisse o le mangiasse davanti a un allergico! Ma capita anche ci si trovi in imbarazzo a preparare una cena per una persona intollerante verso qualche specifico alimento, come il glutine.

Le scelte alimentari, oltre la tavola

La tavola, dunque, può diventare un terreno molto delicato, che invece che unire può creare barriere in una relazione: «Pensiamo al grande classico del primo appuntamento a cena. Una coppia, già citata, nel caso in cui ci siano approcci alimentari opposti tra i potenziali partner: la coppia potrebbe facilmente scontrarsi fin da subito. Ma questo scontro non riguarda unicamente la preferenza di una cucina o l’altra, bensì lo stile di vita dei due, i propri credo e, come accennavo, la propria identità», conferma Iamundo De Cumis.

Cambiare dieta per amore?

Si può quindi cambiare dieta per amore, almeno nel caso in cui si tratti di una scelta non legata a problemi di salute? Secondo un’indagine della App Veggly, meno del 50% di vegani e vegetariani inviterebbe fuori a mangiare un potenziale partner che include la carne nella propria dieta, mentre l’85% degli onnivori si direbbe disposta a cambiare il proprio regime alimentare, seppure con qualche difficoltà alimentare. Ma è giusto modificare le proprie abitudini per venire incontro all’altro?

Dieta e amore: quando la terapia passa dal nutrizionista

Proprio per superare le differenze a tavola, ecco che sempre più coppie si stanno rivolgendo al nutrizionista come nuova forma di terapia per far durare l’amore. «Si tratta di una tendenza recente. Questa figura può indubbiamente aiutare una coppia a creare nuove abitudini alimentari condivise. Ma attenzione: dal momento che il cibo ha una valenza simbolica, dietro si nascondono spesso richieste, traumi, bisogni, insicurezze e dinamiche non funzionali, persino comportamenti manipolatori. Per questo, tutto ciò che emerge in tal senso va affidato al lavoro dello psicoterapeuta». Insomma, va bene rivolgersi al dietista, ma solo entro certo certi limiti, che possono riguardare la gestione di eventuali questioni pratiche a tavola.