Le donne, statisticamente, si trovano a trascorrere varie fasi della loro vita da sole. Da giovani, perché tendono a svincolarsi dalle famiglie d’origine prima dei coetanei maschi. Dopo, perché vivono in media molti più anni degli uomini. È in questa fase, in particolare, che può affacciarsi la paura della solitudine, non solo perché la rete sociale in vecchiaia, specie nelle grandi città, tende a disgregarsi, ma anche perché le famiglie sono sempre più lontane e in difficoltà ad aiutare.
Paura di stare sole: perché?
E così i problemi che subentrano, sia di salute sia economici, possono sembrare insormontabili. È un dato di fatto che le pensioni delle donne siano inferiori a quelle degli uomini, vuoi per la discontinuità nel lavoro dovuta ai carichi familiari, vuoi per il fatto di aver dovuto accettare lavori precari e sottopagati. La paura della povertà, quindi, non è un retaggio di fantasmi del passato ma una realtà concreta: tant’è vero che la povertà femminile è molto più alta di quella maschile, soprattutto negli anni della vecchiaia.
Lo stereotipo alla base della paura di stare sole
Ma c’è un altro motivo, più profondo, per cui le donne possono temere la solitudine: è il pregiudizio, che viene interiorizzato, di non potercela fare da sole, di non poter vivere senza un uomo accanto. E questo riguarda sia le donne che restano vedove, sia quelle, più giovani, che non hanno un partner. Una donna che non ha una vita di coppia, ancora oggi viene considerata da commiserare e su di lei tende a calare lo stigma della solitudine, di cui viene ritenuta responsabile, per il suo carattere, o le sue scelte “sbagliate”, o la sua indole. Come se la solitudine fosse una condizione da contrastare. Il problema è che quello stesso sguardo con cui vengono guardate, da loro stesse viene interiorizzato, fino a diventare il loro stesso modo di guardarsi.
Sulle donne, le paure del mondo
Alle donne, fin da piccole, si chiede di sostenere i bisogni degli altri, di accudire, mentre contemporaneamente si proiettano su di loro paure ancestrali legate all’aggressività e alla violenza del mondo esterno. Atteggiamenti, questi, che tendono a non favorire l’autonomia e alimentano il pregiudizio che siano insicure e inefficienti al punto di dover aver per forza bisogno di un partner accanto.
Il vantaggio di stare sole
E così, anche donne forti e potenzialmente capaci di autodeterminarsi, finiscono per sentirsi incomplete fuori da una dinamica di coppia. Invece è molto importante imparare a stare sole perché permette di contattare il nostro vero sé, di diventare più consapevoli di chi siamo e di cosa desideriamo veramente, al di là delle aspettative degli altri. Non essere in coppia, inoltre, non impedisce, anzi talvolta favorisce un senso di pienezza profondo, perché facilita la possibilità di coltivare una passione, anche semplice; di approfondire i legami familiari e di amicizia, di coccolare se stesse. E questa condizione, oltre a non fare più paura, può perfino diventare invidiabile.