Ho bussato a un milione di porte. Alcune scintillavano, altre facevano paura. E io lì, in piedi, a chiedermi quale attraversare, appoggiata allo stipite sperando di sbirciare dentro al futuro, anche solo per un attimo. Perché ogni maniglia è una possibilità, ma anche una rinuncia. E scegliere non è mai solo scegliere: è pensare, confrontarsi, rimuginare. Una danza mentale, o forse più un incontro di boxe, tra “e se”, “e se no”, “e se poi me ne pento”. Vivere in una città che amo o dove c’è lavoro? Dire sì per non deludere o imparare a dire no? Condividere la mia vita online o tenermela stretta? Accettare i miei limiti o provare a superarli? Il rumore sferragliante dei miei ingranaggi mentali si sente anche da fuori.
Scelte difficili e overthinking: quando le infinite possibilità ci bloccano
E non penso di essere sola: oggi il brusio del pensiero eccessivo è una colonna sonora condivisa. Perché ogni scelta pare enorme, definitiva, carica di aspettative. Non è indecisione, ma un “overload” mentale, un sovraccarico che rischia di paralizzarci, specie se ci hanno detto che ogni porta va aperta, vissuta. E se è una tra mille. «Decidere oggi è diventato difficile perché siamo circondati da possibilità. Sembra un privilegio, ma spesso si trasforma in paralisi. In passato le scelte erano più automatiche, le strade prestabilite, i ruoli rigidi. Ora, invece, è come se ci mancasse la bussola per orientarci o non sapessimo usarla. È un disagio sociale, non solo personale» spiega la psicologa Laura Zan, che lavora con molti giovani adulti su tematiche legate a crescita, stress, fasi di crisi e cambiamenti di vita. «La fatica della scelta si lega poi a un altro tema attuale: la FOMO (Fear of Missing Out), il timore di perdersi qualcosa, che alimenta ansia e incertezza. Per ogni cosa che scegli, ce ne sono altre cento che hai paura di farti sfuggire. Più opportunità hai, più temi di sbagliare». Dai corsi online alle dating app, passando per le serie in streaming e i percorsi di carriera liquidi, la possibilità di personalizzare la vita è esplosa. E noi ci ritroviamo ferme davanti a un menu infinito di strade.

Il paradosso della scelta: più opzioni, più fatica
Viviamo in un’epoca iper-connessa, iper-informata, dove tutto è (teoricamente) possibile. Ma tutto non è troppo? «A livello neurologico, quando siamo davanti a moltissime opzioni, si attiva il sistema limbico, che è l’area della paura. Il cervello entra in “overload decisionale” e scattano meccanismi di difesa come l’overthinking, cioè pensare troppo per cercare controllo» spiega Zan. Secondo lo psicologo statunitense Barry Schwartz, autore del libro Il paradosso della scelta, un numero eccessivo di possibilità genera ansia, blocco e insoddisfazione. Per dirlo con le sue parole: «Non c’è alcun dubbio che un po’ di scelta sia meglio che non averne affatto, ma da questo non deriva che molta scelta sia meglio di un po’». Perché più opzioni abbiamo, più non riusciamo a deciderci. E anche quando decidiamo, spesso restiamo col dubbio di aver lasciato chiusa la porta giusta. Laura Zan aggiunge: «La paralysis by analysis è la conseguenza: siamo così impegnati a valutare che smettiamo di scegliere. Serve rallentare e tornare dentro: a emozioni e segnali corporei. Non è solo teoria, studi di neuroeconomia lo confermano: la mente va in tilt se il cuore non è coinvolto».
Quando il cuore si perde nella confusione social
E dov’è finito, il cuore? Tra overthinking e ansia da performance, forse non è solo una questione personale. «Questa fatica decisionale è un fenomeno generazionale. Viviamo in una società che ci dice: “Puoi diventare tutto”. Ma questo tutto ci sovraccarica. Non siamo educati al discernimento, né a lasciare andare ciò che non scegliamo. E questo alimenta un malessere profondo» continua Zan. «Nei miei colloqui con i giovani emerge spesso la sensazione di doversi realizzare in ogni ambito. È per questo che lavoro molto sull’ascolto delle emozioni, sull’accettazione del limite e sul valore del piccolo passo. Non possiamo vivere tutte le vite, ma possiamo vivere davvero la nostra». Quest’ultima frase mi catapulta nei miei feed social, dove tutte le vite sembrano percorribili. Trangugiamo storie di chi sembra avere già ogni cosa chiara, caroselli di scelte riuscite. Carriere lampo, amori da favola, viaggi esotici, corpi perfetti, tutto insieme. Riceviamo input contraddittori: sii libera, sii stabile, sii ovunque. Ma cosa devo essere, quindi? «I social moltiplicano il confronto e ci fanno pensare che stiamo sempre perdendo qualcosa. Ogni scroll ci mostra infinite possibilità di vita, lavoro, relazioni. Ma più guardiamo fuori, più perdiamo il contatto con noi stessi. Se non c’è un’identità solida, i social diventano un riflesso di ciò che crediamo di dover essere» spiega Laura Zan. E questo ha un grande impatto sulla nostra capacità di scelta.

Scelte difficili e overthinking: perché le donne rimuginano di più
Quando scrivo “nostra” intendo soprattutto di noi donne. Cui viene spesso chiesto di scegliere con giudizio, ma anche di non sprecare il talento. Di prendere la decisione giusta, rischiosa ma non troppo. La nota psicologa Susan Nolen-Hoeksema, nel suo saggio Donne che pensano troppo, frutto di ricerche pluriennali, lo aveva già intuito: tendiamo alla “ruminazione mentale” più degli uomini, specie nella giovane adultità. Secondo i dati da lei raccolti, è overthinker il 57% delle donne contro il 43% degli uomini. Nel suo libro, ancora oggi punto di partenza per diversi indagini di psicologia, scrive: «Le mie ricerche hanno rivelato che le donne sono più inclini degli uomini a rimanere incastrate nei loro pensieri. Siamo capaci di rimuginare su tutto: il nostro aspetto, la famiglia, la carriera, la salute. Non appena ci prendiamo una pausa dalle nostre attività quotidiane, molte di noi vengono sommerse da preoccupazioni, pensieri ed emozioni che si accavallano fuori controllo e ci risucchiano emozioni ed energie». E la trappola si fa più stretta quando si aggiunge il carico mentale quotidiano. «L’overthinking tocca tutti, ma nelle donne spesso è amplificato dalla necessità di pensare sia per sé che per gli altri. Anche gli uomini ne soffrono, solo che lo esprimono meno o in modo diverso. In terapia ho visto ragazzi bloccati, sopraffatti dal dover “fare la scelta giusta”» aggiunge Zan.
Come si esce dal labirinto delle decisioni?
Li comprendo. L’overthinking è un tentativo di protezione: pensiamo per evitare il dolore. Ma dobbiamo fare pace con l’idea che non possiamo essere ovunque. «Per decidere senza sentirci schiacciati dobbiamo innanzitutto smettere di cercare la scelta perfetta. Non esiste. La perfezione è un’illusione che immobilizza» conclude l’esperta. «Ma soprattutto serve agire, perché anche una micro-decisione rompe la paralisi, e accettare che ogni scelta comporta una rinuncia. E va bene così. Ogni “no” a qualcosa è un “sì” a se stessi. Capirlo richiede tempo, ma è liberatorio. Non dobbiamo scegliere tutto, ma ciò che ci fa stare bene».

La chiave nascosta nelle tasche del presente
Toc toc, sono sempre io, quella che bussa al domani. Ho davanti alcune porte e zero voglia di sbagliare. Cerco quella “giusta”, magari con l’etichetta chiara. Invece mi tocca indovinare. E forse poi mi sorprende pure. Una volta qualcuno mi ha detto che un muro diventa una porta quando il coraggio disegna la maniglia, e che anche attraversarla col fiato corto è meglio che restare nel corridoio a rifare di nuovo la lista dei pro e dei contro. Sbircio dallo spioncino, aspetto un segno, e intanto la vita è già in salotto con le pantofole. E chissà, magari frugando per l’ennesima volta nelle tasche, scopro di avere già la chiave per raggiungerla.
3 strategie per fermare l’overthinking (anche davanti a scelte difficili)
Pensieri in loop? Prova queste 3 strategie consigliate dalla psicologa Laura Zan.
MINDFULNESS Per interrompere il flusso di pensieri, riporta l’attenzione al presente con la tecnica del respiro consapevole: siediti comoda, chiudi gli occhi e concentra l’attenzione sul respiro. La ruminazione mentale diminuirà.
SCRITTURA TERAPEUTICA Mettere su carta i pensieri aiuta a prenderne le distanze e fare chiarezza. Ogni sera, scrivi per 10 minuti su un foglio le preoccupazioni della giornata e chiudilo in un cassetto. La scrittura espressiva migliora la regolazione emotiva e abbassa lo stress.
ATTIVITÀ FISICA L’esercizio aiuta a scaricare l’energia mentale in eccesso e a ridurre l’ansia, specie se praticato nella natura. Con una camminata veloce di almeno 30 minuti al giorno all’aria aperta liberi endorfine e migliori l’umore.