La dipendenza da smartphone è un’emergenza, come dimostrano gli ultimi casi di cronaca. E le istituzioni fanno quadrato: corre ai ripari il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara, con la circolare con cui vieta gli apparecchi anche alle superiori dal prossimo anno scolastico, dopo averli vietati alle scuole elementari e medie.
Divieto a scuola non solo in Italia
Una decisione reazionaria e proibizionista? Per alcuni sì, anche se si inserisce in realtà in un dibattito internazionale sui danni che l’uso eccessivo dello smartphone provocherebbe fin dai primissimi anni di vita. Tant’è che alcuni Paesi hanno già preso provvedimenti. La Francia ha varato una legge già nel 2018 per vietare gli smartphone nelle classi, mentre nei Paesi Bassi il divieto vige dal 1° gennaio 2024. Più di recente anche la Finlandia ha limitato l’uso dei cellulari a scuola ai soli fini didattici, come già avviene in Svezia. E ne stanno discutendo anche il Belgio, il Portogallo e la Spagna, dove alcune regioni si stanno muovendo in autonomia.
La prevenzione della dipendenza da smartphone inizia in famiglia
L’emergenza, come dimostrano gli ultimi casi di cronaca, con il ragazzino ricoverato all’ospedale di Torino, è un dato di fatto. Per questo l’Intergruppo Parlamentare Prevenzione e Riduzione del Rischio, presieduto dall’onorevole Gian Antonio Girelli, si è riunito per fare il punto, stilando un decalogo per scuola e famiglie, ma soprattutto coinvolgendo i pediatri, veri e propri alleati nella informazione e sensibilizzazione sull’uso consapevole della tecnologia. «La prevenzione delle dipendenze da smartphone nei giovani deve iniziare in famiglia, quando si è piccoli, ed estendersi al rapporto tra pari nell’adolescenza» sostiene Maria Rosaria Campitiello, Capo Dipartimento della Prevenzione, della Ricerca e delle emergenze sanitarie del Ministero della Salute. I due asset fondamentali che assorbono le relazioni dei giovanissimi e degli adolescenti sono la famiglia e la scuola».
Nel Fondo sanitario nazionale anche soldi per la dipendenza da smartphone
Qui occorre intervenire: «Partire dai giovani contro le dipendenze da strumenti digitali è fondamentale tenendo conto della fragilità e delicatezza di un sistema cognitivo in fase di strutturazione. Le dipendenze – ha aggiunto Campitiello – sono il problema fondamentale nell’ambito delle politiche di prevenzione. L’1,5 per cento del fondo sanitario nazionale è vincolato a questo scopo e una percentuale va anche alle dipendenze da telefonino».
Pediatri e famiglie a confronto
I pediatri sono già attivi i diverse regioni, come spiega il presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri, Antonio D’Avino. «In Sardegna abbiamo sviluppato con un team di psicologi il “Bilancio di Salute Digitale”, un software che consente di indagare sulle abitudini digitali, esplorando diverse criticità: il tempo di fruizione, il livello di protezione e l’esposizione a contenuti inadeguati, il rischio di dipendenza, comparando anche i tempi dedicati allo studio, all’attività fisica e alla socializzazione». Ma non si tratta solo di un software: le famiglie vengono chiamate a telefono e convocate nello studio del pediatra, dove ricevono le informazioni.
Salute digitale fin dai primissimi anni
«In Emilia Romagna è stato avviato il progetto dedicato ai primi 1.000 giorni di vita, con l’obiettivo di informare i genitori sui pericoli dell’esposizione precoce agli schermi e promuovere momenti di relazione e attività all’aria aperta. Siamo partiti da Rimini, ma visti i risultati positivi vi è l’intenzione di estenderlo a tutta la Regione. In Liguria, dove si utilizza il software “bilancio di salute digitale”, il progetto è rivolto a preadolescenti e adolescenti e si focalizza sull’uso degli smartphone e sulla qualità dei contenuti digitali consumati».
Cosa può fare il pediatra
Complessivamente, spiega D’Avino, «in queste tre regioni sono già stati coinvolti oltre 5.000 bambini e ragazzi tra 0 e 16 anni, con dati che confermano un quadro preoccupante, spesso sottovalutato. Stiamo distribuendo materiali educativi per guidare genitori e figli verso un uso più equilibrato dei dispositivi digitali. Il nostro messaggio è chiaro: dalla connessione alla dipendenza il passo è breve, e servono strumenti di prevenzione efficaci. Il pediatra di libera scelta, oggi più che mai, ha un ruolo chiave anche nella tutela della salute digitale, aiutando le famiglie a riconoscere i segnali di rischio e proponendo alternative salutari come l’attività fisica, la lettura, il rispetto dello screen time e una fruizione più sicura e protetta dei contenuti online».
I segnali della dipendenza da smartphone
Avvicinare i bambini allo smartphone troppo presto è deleterio, come spiega Michela Gatta, Direttrice dell’UOC di Neuropsichiatria Infantile di Padova: «I numeri ci dicono dell’aumento dell’uso di smartphone in età evolutiva. Una delle conseguenze in gioco riguarda l’attivazione del sistema cerebrale della ricompensa e determina il rilascio di dopamina. La dopamina è il neurotrasmettitore che segnala la presenza di uno stimolo gratificante e la motivazione ad agire per ottenerlo. È un po’ quello che succede con l’abuso di sostanze e alcol. Alcuni segnali di dipendenza da smartphone sono quando il suo utilizzo diviene la principale attività della giornata associato a sintomi di astinenza, tipo ansia, irritabilità/discontrollo, tristezza in caso di impedimento ad usarlo; perdita di interesse verso hobby/attività precedenti di diverso tipo; mancato riconoscimento dell’entità di screen time, con necessità di mentire a riguardo».
Salute mentale dei bambini a rischio
«La pratica clinica purtroppo evidenzia come l’abuso di smartphone possa associarsi a peggioramento della salute mentale» prosegue la dottoressa Gatta. «Disturbi del sonno, nomofobia (NO MObile PHOBIA), aumento di ansia, depressione, discontrollo emotivo-comportamentale; disattenzione e difficoltà di concentrazione; isolamento sociale per citarne alcuni». Di qui, l’importanza di definire strategie di riduzione del rischio e di impegnarsi per facilitare, fin dai primi anni di vita, corrette abitudini e stili di vita tra cui un equilibrato uso dello smartphone».
Il decalogo contro la dipendenza da smartphone
Ecco quindi il decalogo per la salute digitale di bambini e ragazzi .
1. Essere un modello positivo di comportamento digitale
I bambini imparano osservando: anche gli adulti devono mostrare un uso moderato, consapevole e relazionale dei dispositivi, evitando l’iperconnessione e dando valore ai momenti di qualità in famiglia. Anche i genitori e gli educatori devono formarsi nell’approccio al digitale: spesso sono pessimi utenti, poco consapevoli dello strumento e inconsapevoli delle sue ricadute educative e relazionali.
2. Stabilire regole chiare sull’uso della tecnologia
Definire con i figli orari precisi, limiti di utilizzo e spazi della casa in cui la tecnologia non è ammessa, coinvolgendoli nella creazione delle regole per aumentarne l’efficacia.
3. Proporre valide alternative offline
Attività fisiche, giochi creativi, letture condivise, esperienze all’aperto e momenti di noia produttiva sono fondamentali per uno sviluppo equilibrato e per ridurre l’attrattiva degli schermi. In questo quadro, è importante valorizzare anche la lettura tradizionale come fonte di crescita e formazione “diversa” dal digitale: un nutrimento per la mente e l’immaginazione che sviluppa concentrazione, empatia e spirito critico.
4. Vietare l’uso dei dispositivi come strumento di consolazione o distrazione
Offrire uno schermo per calmare un bambino impedisce lo sviluppo della sua capacità di riconoscere e gestire le emozioni. I dispositivi non devono sostituire la presenza, l’ascolto o il dialogo.
5. Proteggere i momenti relazionali
I pasti, il tempo prima di dormire, le conversazioni familiari e le attività condivise devono rimanere liberi da distrazioni digitali per favorire legami affettivi e comunicazione autentica.
6. Adeguare l’uso dei dispositivi all’età
Nessuno schermo prima dei 2 anni . Prima dei 5 anni, mai schermi accesi senza la presenza attiva di un adulto. Prima dei 12 anni, evitare l’accesso autonomo ai social e a internet
7. Non anticipare l’ingresso nei social media
L’uso precoce e non mediato dei social espone a rischi emotivi, relazionali e cognitivi. È bene accompagnare gradualmente il bambino alla scoperta del digitale, con strumenti sicuri e protetti.
8. Supervisionare attivamente
Condividere il tempo online, conoscere le app utilizzate dai figli, dialogare su ciò che vedono e vivono in rete è parte essenziale della responsabilità genitoriale.
9. Riconoscere i segnali di allarme
Ricerca ossessiva del dispositivo, reazioni aggressive alla sua assenza e crescente isolamento dalle attività quotidiane possono indicare una dipendenza in atto. In presenza di questi segnali, è importante consultare un professionista della salute mentale.
10. Agire insieme come comunità educante
La prevenzione è più efficace quando scuola, famiglia, sanità e istituzioni lavorano insieme. È tempo di unire le forze per garantire ai nostri figli una crescita digitale sana, sicura e consapevole.