I tempi cambiano, e anche le professioni non sono più quelle di una volta. Con l’avvento di nuove tecnologie, una su tutte l’Ai, e il desiderio delle persone di crearsi un impiego tagliato su misura, sono nati i mestieri più insoliti e originali. A volte a innescare l’idea è la volontà di sfruttare al meglio le proprie capacità e le proprie passioni, altre l’esigenza di far fronte a un mercato del lavoro sempre più instabile e incerto. Un’indagine di Fiscozen ha raccolto i lavori più strani, conseguenza dell’evoluzione digitale e le trasformazioni sociali.

La Gen Z alla ricerca di lavori non tradizionali

A trainare questa ventata di professioni nuove è soprattutto la Genz Z, che difficilmente si adatta al lavoro tradizionale. I giovani sono sempre più orientati a tipologie di impiego che garantiscano flessibilità e un ottimo work-life balance, e sono tendenzialmente poco inclini ad adattarsi ai modelli consolidati, sono per questo spesso loro a crearsi su misura i lavori più strani. «Al di là dell’effetto sorpresa che suscitano certe professioni ciò che colpisce davvero è che molte rispondono a bisogni reali o alla volontà di creare qualcosa di unico» spiega Fiscozen.

La spinta data dall’Ai

L’Ai sta cambiando il mondo, e il suo impatto è stato determinante anche nella nascita di alcuni dei lavori più strani. Tra queste il finetuner, una sorta di allenatore per intelligenza artificiale, che addestra modelli generici per adattarli a settori o compiti specifici. Oppure il prompt engineer che si occupa di capire come impartire istruzioni chiare ed efficaci ai modelli linguistici. Ci sono anche consulente etico per l’Ai, che valuta rischi e implicazioni sociali dell’utilizzo delle nuove tecnologie, il privacy advisor per i modelli linguistici e il legale delle automazioni.

I lavori più strani nati dai social

Anche i social e più in generale il mondo online hanno dato origine ad alcuni dei lavori più strani. Tra queste il responsabile dell’ascolto, con il compito di analizzare e monitorare le conversazioni online connesse al proprio brand o ai competitor del settore senza l’utilizzo di software, proprio per poter leggere i sentimenti e la pancia del pubblico. Oppure il social seller che si occupa di vendita diretta ai propri follower, con cui stabilisce anche connessioni personali. Ci sono tra gli altri il tester di coupon, il risponditore nelle chat per adulti, o il partner virtuale che interagisce online a nome di altri. A cavallo tra il mondo online e quello offline, il ristoratore virtuale ha un suo brand di cucina ma non un ristorante vero e proprio: per le sue preparazioni si appoggia a dark kitchen e delivery.

I lavori più strani offline

Non sono solo le nuove tecnologie o i social a far nascere i lavori più strani. Basti pensare all’annusatore di prosciutti, che grazie all’olfatto allenato controlla la stagionatura nei salumifici DOP. Oppure, incredibile ma vero, gli assaggiatori di cibi per animali o anche gli accenditori di candele nelle basiliche storiche. C’è anche chi ricostruisce le scene del crimine con la pasta, per capire traiettorie e dinamiche del delitto, oppure chi di professione fornisce alibi. Se vuoi concederti un viaggio di lusso senza pensare a niente puoi rivolgerti ora a un experience designer che penserà a disegnare l’esperienza giusta per te. I menu manager si occupano invece di riprogettare le carte dei ristoranti così da ottimizzare i costi e valorizzare i piatti.