Oggi le donne hanno più possibilità di fare lavori che un tempo le erano precluse. Certo rimane ancora troppo spesso un “tetto di cristallo” difficile da sfondare, come rimangono alti i livelli di inoccupazione femminile, soprattutto in certe aree del Paese. Ma anche per coloro che arrivano a coronare il proprio sogno professionale, è molto complicato riuscire a gestire la vita professionale con quella privata. Lo dicono i numeri, specie quelli relativi a divorzi e separazioni tra coloro che hanno una carriera affermata e – spesso – uno stipendio elevato, come donne medico, avvocate o pilote.
La carriera fa male alle relazioni
Come spiega il sito americano Money Talks News, ci sono alcune professioni che compromettono la vita privata, in particolare quella sentimentale: orari di lavoro non regolari e spesso troppo lunghi, impegni improvvisi, meeting e riunioni, ma anche stress sono i nemici principali delle relazioni e, soprattutto, dei matrimoni. C’è chi si è persino spinto a parlare di “tradimento delle relazioni affettive”: lo mette in atto chi, pur di dedicarsi a tempo pieno alla propria professione, trascura i rapporti amorosi o la famiglia, figli compresi. È una condizione che capita soprattutto è chi è affetto da “workaholic”.
Quando si cade nel Workaholic
Può accadere sia a single, sia a persone che vivono una relazione più o meno stabile, come a chi è sposato o ha figli. In genere la famiglia di un workaholic si sente proprio tradita perché la madre o più di frequente il padre dedica più tempo e attenzioni al lavoro che non agli affetti all’interno delle mura domestiche o persino nel tempo libero. Di fatto si creano assenze, ma anche quando il soggetto è presente, capita spesso che non lo sia mentalmente, assorbito da pensieri, ansie, preoccupazioni e stress. Succede soprattutto quando si svolgono professioni di responsabilità, come nel caso di avvocati, medici, piloti, ecc.
Chi si dedica anima e corpo al lavoro
Secondo un sondaggio condotto qualche tempo fa dal Sole 24 Ore, il 66% dei giovani tende al cosiddetto workaholism, la dipendenza da lavoro: oltre 1 su 3 lavora anche quando è in malattia, 7 su 10 anche nel fine settimana, mentre quasi 4 su 10 non staccano neppure in vacanza. Ma cosa succede col passare degli anni? In genere all’inizio del percorso lavorativo si è più propensi a dedicare maggiori energie al proprio impiego, ma man mano si fa sentire anche l’urgenza di costruirsi una vita privata nella quale ci sia più posto per le relazioni sentimentali. Che fare, dunque? Sacrificare il sogno di una carriera o di una famiglia? Un dilemma, specie per le donne e per quelle che scelgono percorsi più difficili, come quelli individuati da Money Talks News.
Le donne medico
Il primo lavoro “a rischio” per le relazioni sentimentali che individua il sito americano è quello di donna medico. Indossare il camice bianco, si sa, può mettere a dura prova un matrimonio o una relazione stabile: colpa di orari spesso lunghi o irregolari, che possono portare a turni (anche notturni) e carichi di stress notevoli. Non solo può risentirne la coppia nella sua stabilità, ma può influire anche sulla decisione di avere figli, specie se a essere medico è “lei”.
Avvocato: tra i lavori a rischio divorzio per le donne
Anche in questo caso, l’impatto del lavoro sulla privata di una donna avvocato è molto importante: non solo in termini di orari, ma anche di coinvolgimento, senza considerare che – specie in una certa fase della carriera – è possibile e legittimo che la donna desideri investire nel proprio lavoro tempo ed energie. Il rischio è che lo faccia a discapito di una famiglia e dell’amore.
Piloti, hostess e personale di volo: lavori a rischio divorzio
Si tratta di un grande classico: se oggi le professioni dello spettacolo hanno molto più appeal, in passato molte ragazze sognavano di fare le hostess. In compenso adesso è possibile anche ambire a pilotare gli aerei. Ma cosa comporta a livello privato? Tra viaggi, jet lag e responsabilità ad essere penalizzata è ancora una volta la vita privata, specie se si tratta di una donna, che rischia di essere lontana da casa molto spesso. E’ quanto accade anche, specie negli USA, alle donne militari, drivers di mezzi pesanti.
Lavori a rischio divorzio anche tra i vip
Un discorso a parte andrebbe fatto per i vip, costantemente alle prese con agende serrate e la cui vita privata è sempre sotto i riflettori (i Ferragnez insegnano), a volte minacciandole la solidità. Non va comunque meglio alle donne imprenditrici, costrette a districarsi tra responsabilità e obiettivi importanti, come quello di far crescere le proprie attività. In questo caso il nemico numero uno è senza dubbio lo stress. Lo stesso che incide sul benessere personale e di coppia della di chi sceglie di diventare operatrice o operatore di pronto intervento, come nel caso del 118.
La carriera politica che fagocita la vita privata
Infine, un’altra professione che, seppure permette anche ottimi stipendi, mina le relazioni private è quella dei politici e delle politiche: le trasferte, gli impegni istituzionali, gli incontri pubblici e l’invasione della privacy sono tutti “inconvenienti” da mettere in conto. Ma gli effetti sono uguali se si tratta di donne o uomini in politica?
Cosa cambia tra donna e uomo in carriera
«È noto da tempo che gli uomini ai vertici delle istituzioni politiche, economiche o di altro tipo che hanno una famiglia alle spalle sono anche avvantaggiati nella carriera: moglie e figli offrono una sorta di “protezione”, perché permettono loro di dedicarsi con maggiore serenità al lavoro. Alle donne, invece, accade il contrario: più ambiscono a crescere nel lavoro, più il fatto di avere una famiglia rappresenta un ostacolo. Il motivo sta nel “destino sociale” a cui erano destinate in passato e dal quale si fatica ancora a liberarle», osserva Carmen Leccardi, Professoressa emerita di Sociologia della cultura presso dell’università di Milano-Bicocca.
Il “destino sociale” delle donne
Leccardi spiega questo fenomeno: «Le donne ancora oggi faticano a uscire dall’idea di sudditanza dal maschile per cui per loro erano previsti solo ruoli di cura (non tanto di se stesse, ovviamente, ma del partner, della famiglia, ecc.). Oggi qualcosa è cambiato, soprattutto con la possibilità di accesso all’istruzione terziaria, quindi l’università, anche per le donne, che possono entrare nel mondo del lavoro qualificato, non manuale o dequalificato. Si tratta, però, di una possibilità più virtuale che reale», sottolinea la sociologa.
Gli ostacoli alla carriera delle donne
Gli ostacoli che incontrano le manager, le donne avvocato o medico, o che ambiscono a posizioni apicali, infatti, riguardano prima di tutto la gestione del tempo: «Fin dagli anni ’70 la sociologa Laura Balbo parlava di “donne giocoliere”, alle prese quotidianamente con la necessità di tenere insieme frammenti di tempo che hanno qualità diverse – spiega Leccardi – In particolare, la difficoltà è coniugare il lavoro di mercato (pagato) e il lavoro per la famiglia: ricordiamoci, infatti, che le donne dedicano almeno il triplo del tempo alla casa e alla cura della famiglia rispetto ai partner».
Perché alcuni lavori femminili penalizzano il matrimonio
«Posizioni lavorative elevate possono danneggiare e non poco il matrimonio. Non serve ricordare che già in fase di colloquio ancora oggi e troppo spesso viene chiesto a una donna se ha intenzione di sposarsi o avere figli. In alcuni casi si è anche arrivati a far firmare dimissioni in bianco, in caso di gravidanza – sottolinea la sociologa – C’è, infatti, una vera e propria ostilità di larga parte del management nei confronti delle donne che scelgono di stare nei due mondi: quello remunerato, professionale, e quello della famiglia. Il problema è che queste donne combattono quotidianamente delle “battaglie del tempo”».
Le donne e le battaglie del tempo
Ad accomunare le professioni che minano le unioni sentimentali, infatti, è l’irregolarità degli orari, oltre al carico di energie fisiche e mentali che può comportare, e non da ultimo l’esercizio di equilibrismo tra casa e lavoro. D’altro canto è noto che in Italia il lavoro full time mal si concilia con le esigenze familiari. Non è un caso, infatti, che il part time ancora oggi sia più richiesto dalle donne. La conferma arriva dal rapporto ISTAT 2022 su “Famiglie, reti familiari, percorsi lavorativi e di vita”, da cui emerge che a chiedere il part time al momento del matrimonio o dell’unione è il 14% delle donne, contro il 3,8% degli uomini. Come fare carriera o svolgere certe mansioni, quindi, con un part-time?
Quando gli uomini sono invidiosi delle partner
D’altro canto, però, le donne possono contare sulla loro “sapienza temporale”, «La capacità innata di tenere insieme registri temporali e tipi di razionalità molto diversi tra loro. Le donne sono molto brave a usare la cosiddetta “razionalità di scopo” nel lavoro, cioè usano gli strumenti a disposizione per raggiungere l’obiettivo, ma si prendono anche cura anche dei propri collaboratori, un po’ come fanno con i familiari, una volta tornare a casa. Gli uomini non hanno questa peculiarità e a volte ne sono invidiosi – osserva Leccardi – Per questo arrivano a esercitare mobbing aziendale o, in casa, a non vivere con serenità la possibilità che la partner faccia carriera».
Valorizzare le capacità femminili
Eppure, così come qualche passo avanti è già stato compiuto, nello stesso modo è lecito sperare che qualcosa possa cambiare anche per le donne che ambiscono a un percorso professionale elevato: «Credo che la chiave sia soprattutto valorizzare proprio la “sapienza temporale” femminile: dovremmo smettere di sottolineare gli aspetti negativi e l’enorme sacrificio che le donne sostengono nel portare avanti lavoro e relazioni affettive, per premiare invece la capacità di gestione che indubbiamente hanno», conclude Leccardi.