aglio selvatico

Aglio selvatico: il “profumo” di primavera

Bulbosa spontanea dei prati incolti, è edule in tutte le sue parti e fiorisce in questa stagione, riempiendo l’aria con il suo inconfondibile aroma.

Bulbi: le piante che giocano a nascondino

Tra le prime botaniche che mi hanno incoraggiato nel mio percorso ad ostacoli da giornalista/giardiniera, ho incontrato loro, i bulbi. Esseri viventi autosufficienti, resilienti, belli o buoni, ma a volte anche -proprio come l’aglio selvatico- belli e buoni. Delle bulbose mi piace tutto: indole, carattere, portamento, e le consiglio sempre come primo approccio al mondo vegetale. Possono essere accolte in casa o in giardino, in grandi, piccoli e addirittura minuscoli spazi, non hanno troppo bisogno di noi e in genere regalano fioriture dall’effetto “wow”.

Mazzolino di fiori di Allium triquetrum

Ma la caratteristica che forse me le fa più amare è il mostrarsi solo in alcuni momenti dell’anno, solo quando vogliono, se gli va. Da tempo qui nel Giardino Felice io ci gioco a nascondino, sapendo che la partita sarà lunga e alla fine saranno loro a vincere, dettando il ritmo del gioco. Alcune specie appaiono a fine inverno, altre aspettano che le giornate si allunghino e il meteo si assesti, altre ancora attendono il tepore pieno della primavera per dar bella mostra di sé. Ma una cosa è certa: tutte, prima o poi, tornano e io, con la pazienza tipica del giardiniere, le aspetto.

Raccolto pronto per esser cucinato

Tra quelle che ospito con più gioia c’è l’aglio selvatico (Allium triquetrum) che proprio in questi giorni invade le terrazze fertili del giardino ma pure le creûze tutt’intorno e non le abbandonerà (almeno in superficie) fino all’estate quando, esausto dal gioco e grato per ciò che ha avuto, perderà la sua parte aerea per tornare a nascondersi sottoterra fino alla prossima primavera. Questo ciclo naturale che mi ha fatto avvicinare alla botanica mi affascina ancora tanto e penso che non mi stancherò mai di aspettare l’aglio e con lui narcisi, giacinti, tulipani, fresie e crochi.

Aglio triquestro: una storia tutta mediterranea

Allium triquetrum appena raccolto in campo.

Il triquetro è una specie di aglio selvatico originaria dell’area mediterranea e in Italia è diffuso in maniera spontanea soprattutto nel centro/sud. E’ una bulbosa erbacea perenne di facilissima coltivazione (come quasi tutti i bulbi, fa tutto da solo) e oltre ad esser edule ha una silhouette molto carina, specie in fioritura, perfetto quindi per un orto-giardino. Si propaga in autonomia e crea fitte colonie che in primavera si riempiono di capolini bianchi ed emanano un odore molto intenso e persistente. Ama posizioni soleggiate ma si adatta anche alla penombra, resiste piuttosto bene al freddo e può esser ospitato sia a terra che in vaso, dove ha bisogno di irrigazioni minime, solo quando il clima diventa molto arido. Il nome della varietà -triquetrum- deriva dalla particolare forma triangolare della sezione dei fusti.

Aglio selvatico: la pianta all-you-can-eat

I piccoli fiori di aglio sono perfetti nelle insalate e il loro sapore è più delicato del classico spicchio.

Sono tanti i vegetali interamente commestibili, anche se spesso “ci hanno insegnato” che solo una parte è buona e il resto da scartare. Penso alle foglie del ravanello, alla buccia degli agrumi, a fusti, foglie, semi e fiori del finocchio (che personalmente preferisco al grumolo), alle piccole corolle della rucola…e all’aglio, del quale io mangio proprio tutto -gambi, fiori, foglie e frutti, le parti più delicate della pianta- spesso scartando proprio il classico bulbo, che lasciato a terra mi garantirà il cibo del futuro. Con l’Aglio triquetro preparo zuppe e frittate, lo aggiungo al prebuggiún (il misto di erbe selvatiche tipico della tradizione ligure), faccio torte salate e il pesto; mentre uso i fiori freschi e dal gusto più leggero per insaporire insalate, pesce e formaggi non stagionati. Inoltre conservo sotto sale i piccoli frutti, dopo averli fatti essiccare al sole per qualche giorno. Così facendo mi garantisco una scorta aromatica e salutare per tutto l’anno.

Pillola verde: come trapiantare l’aglio selvatico

La pianta tende a colonizzare gli incolti. La sua fioritura primaverile è spettacolare e diffonde nell’aria il tipico aroma.

Se volete trapiantare qualche bulbo nel vostro giardino, munitevi di zappa e pazienza, perché occorrerà scavare in profondità tutto attorno alla pianta. Infatti gli steli sono molto delicati e si strapperebbero alla trazione. Una volta estratto, basta trapiantarlo in un terreno ricco e ben lavorato, meglio sciolto che argilloso.

Curiosità: una pianta antica

Raccolta dei frutticini a fine primavera. Io li conservo sottosale per averli a disposizione tutto l’anno.

L’aglio (specie quello selvatico come il triquetrum) è una botanica conosciuta e usata già nell’antichità. In Egitto lo si utilizzava oltre 5000 anni fa. Se ne faceva grande uso soprattutto come alimento per gli operai che lavoravano alla costruzione delle Piramidi. Si pensava infatti che aumentasse forza e vigore. In effetti l’aglio è un toccasana perché contiene allicina, un principio attivo con proprietà antibiotiche, antisettiche, disinfettanti e vermifughe.

Aglio selvatico nel Giardino Felice: la gallery


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– Corolle di Allium e Borragine per decorare l’insalata.

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– Essiccatura al sole dei frutticini.

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– La pianta tende a colonizzare gli incolti. La sua fioritura primaverile è spettacolare e diffonde nell’aria il tipico aroma.

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– Le corolle sono perfette per piccoli mazzi, ma occorre considerare il loro aroma molto intenso.

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– Pesto con Allium triquetrum

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– Preparazione dell’insalata di fiori, il mio piatto preferito di primavera.
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