È legittima la multa via PEC? Se lo chiedono molti cittadini dopo aver ricevuto i verbali all’indirizzo di posta certificata. «Sì, la multa può arrivare attraverso la PEC ed è valida» risponde l’avvocata Laura Biarella. «Ma ci sono delle eccezioni». Vediamole insieme.

Controlla gli indirizzi PEC registrati

Per sapere se la multa via PEC è da pagare, la prima cosa da fare è controllare l’Indice nazionale dei domicili digitali (Inad): raccoglie tutti gli indirizzi PEC personali registrati in Italia ed è entrato in funzione nel 2023. L’iscrizione a questo elenco è volontaria, ma la PEC dei professionisti che appartengono agli albi è stata inserita automaticamente l’anno scorso. Ecco perché conviene controllare subito se il proprio indirizzo PEC è nell’elenco. Basta consultare l’indirizzo domiciliodigitale.gov.it.

La multa via PEC vale come una raccomandata

«Attraverso l’Inad, gli enti pubblici possono risalire agli indirizzi PEC e inviare comunicazioni telematiche che hanno valore legale. È una cosa che fanno già tramite il registro INI-PEC per imprese e professionisti» chiarisce l’avvocata. La multa via PEC ha quindi la stessa validità di una sanzione recapitata a casa. Nel momento in cui la missiva digitale arriva a destinazione, l’ente riceve la notifica di avvenuta ricezione. È proprio come se il cittadino firmasse la ricevuta al postino, e questo indipendentemente dal fatto che chi riceve la sanzione apra o meno la casella di posta certificata, o che legga il messaggio. Il consiglio, quindi, è di leggere sempre i messaggi ricevuti via PEC.

Le multe via PEC aziendale si possono contestare

Diverso è se la multa via PEC viene recapitata all’indirizzo di uno studio professionale o di un’azienda. In quel caso, infatti, la sanzione non può essere inviata all’indirizzo digitale associato allo studio o all’impresa, a meno che la violazione non riguardi un’auto aziendale. «Gli indirizzi professionali e aziendali sono iscritti al registro INI-PEC, un registro a sé stante, che è il canale per le comunicazioni con le imprese, diverso da quello delle PEC personali. Va considerato che l’indirizzo professionale, ad esempio relativo a uno studio, viene utilizzato anche da altre persone, per esempio collaboratori del titolare» spiega Laura Biarella. Una chiara violazione della privacy. «Su questo aspetto il Garante è intervenuto nel 2022, sottolineando che, nell’ipotesi in cui per esempio un professionista risultasse iscritto all’INI-PEC, una notifica di questo tipo presenterebbe delle criticità sul profilo della tutela dei dati personali. Se la sanzione personale viaggia sul canale aziendale o professionale, può essere quindi contestata».

Se la multa via PEC ha dei vizi formali puoi impugnarla

Indipendentemente dal canale su cui viaggia, la sanzione può essere impugnata anche se presenta altri vizi formali o sostanziali, per questo è comunque sempre bene leggere con attenzione la comunicazione. Per esempio, in caso di violazione al Codice della strada, il verbale deve essere notificato al responsabile entro 90 giorni dalla data d’accertamento. «Inoltre bisogna essere certi che data e ora in cui è avvenuta l’infrazione siano indicate in modo corretto, che i fatti contestati siano esposti e che sia indicata la disposizione di legge violata».