In un mondo in cui il confine tra lavoro e vita privata si fa sempre più sottile, trovare un vero equilibrio è diventato un obiettivo imprescindibile. Si tratta solo di ridurre lo stress, condizione che colpisce in particolare le lavoratrici, e investire energie e tempo sulla qualità della propria vita, sul proprio benessere e crescita personale. E mentre in alcuni Paesi vige tuttora l’idea che produttività significhi interminabili ore in ufficio, altre stanno cambiando il modo in cui concepire il lavoro, promuovendo modelli in cui carriera e tempo libero coesistono in armonia.
Equilibrio tra lavoro e vita privata: studiati 60 Paesi
Il Global Life-Work Balance Index 2025, pubblicato da Remote, accende i riflettori su quei Paesi che si stanno orientando verso questa formula. Analizzando 60 nazioni tra le più sviluppate economicamente, lo studio ha valutato parametri come ferie retribuite, congedi di maternità e malattia, assistenza sanitaria, sicurezza, inclusività e felicità generale, per scoprire dove il lavoro inizia a diventare parte integrante della vita di una persona, l’orario di ufficio non si allungano ad oltranza a discapito del tempo di cura di sé e della famiglia, per ricercare una dimensione più umana e sostenibile della produttività. Ecco i 10 migliori Paesi per equilibrio tra lavoro e vita privata secondo il Global Life-Work Balance Index 2025.
1. Nuova Zelanda (Punteggio: 86,87): top nell’equilibrio tra lavoro e vita privata
Per il terzo anno consecutivo la Nuova Zelanda è al top della classifica di Remote, migliorando il punteggio del 2024 grazie anche a un leggero aumento del salario minimo. Il Paese ha ottenuto punteggi elevati in particolare in ambiti come le ferie annuali obbligatorie, la felicità pubblica, la sicurezza e il salario minimo (secondo posto tra tutti i Paesi valutati). Nella cultura neozelandese il duro lavoro è considerato importante, ma come sottolinea una guida del governo neozelandese, “la vita è fatta per essere vissuta e in genere i datori di lavoro lo rispettano”.
2. Irlanda (Punteggio: 81,17)
L’Irlanda, che mantiene il secondo posto in classifica, è considerato il Paese più sicuro in cui vivere e lavorare tra tutti quelli da analizzati da Remote. Ottimi risultati in tutti i settori, con un salario minimo relativamente alto e una politica di congedo di maternità generosa rispetto a molti altri paesi (26 settimane di congedo con un’aliquota pari al 70% del reddito). La cultura del lavoro in Irlanda, sottolinea Remote, tende a favorire un equilibrio tra impegno e un autentico senso di comunità.
3. Belgio (Punteggio: 75,91)
Con uno dei salari minimi più alti d’Europa (superato solo da Regno Unito e Germania), il Belgio ha ottenuto buoni risultati anche in altri parametri, tra cui l’indennità di malattia e il tasso di maternità. Il livello di felicità del Paese è tra i più alti in Europa, con un punteggio di 6,91/10. I belgi hanno, in media, settimane lavorative relativamente brevi (34,1 ore) rispetto a molti dei colleghi stranieri.
4. Germania (Punteggio: 74,65)
Salendo di due posizioni rispetto alla classifica del 2024, la Germania sale al quarto posto dell’indice di equilibrio tra vita privata e lavoro, grazie a fattori come l’aumento dell’indennità di malattia obbligatoria , soprattutto per i genitori, un leggero aumento della felicità generale, una diminuzione delle ore medie lavorate a settimana e il miglioramento dell’inclusività LGBTQ+.
5. Norvegia (Punteggio: 74,20)
La Norvegia – considerata una delle nazioni più felici d’Europa – è passata dal nono posto del 2024 al quinto di quest’anno soprattutto grazie all’estensione delle opzioni di congedo parentale e a un leggero calo dell’orario di lavoro (32,6 ore, una delle settimane lavorative più brevi d’Europa). La cultura del lavoro nel Paese, spiega Remote, “tende a orientarsi verso l’uguaglianza e la cooperazione, come dimostra il fatto che sia considerato il Paese più inclusivo nei confronti della comunità LGBTQ+ nella nostra lista”.
6. Danimarca (Punteggio: 73,76)
La Danimarca, nel 2024, condivideva il terzo posto con il Belgio. Il Paese, pur essendo uscito dai top 5, gode comunque di un livello elevato di qualità della vita, secondo solo alla Finlandia per livelli di felicità pubblica. Ha anche una delle settimane lavorative medie più brevi (32,5 ore) ed è considerato uno dei Paesi più sicuri e più aperti alle comunità LGBTQ+.
7. Canada (Punteggio: 73,46)
Sceso quest’anno di due posizioni, il Canada rimane l’unico Paese delle Americhe a figurare tra i primi dieci per equilibrio vita-lavoro distanziandosi enormemente dai vicini Usa, che si sono classificati soltanto al 59° posto su 60 Paesi analizzati. Il Canada è tra i primi paesi al mondo per l’indennità di malattia obbligatoria, e ottiene buoni risultati anche in termini di sicurezza pubblica e inclusione LGBTQ+. Nei luoghi di lavoro canadesi, puntualizza Remote, “si tende a dare valore alla puntualità e all’affidabilità, ma i dipendenti solitamente mantengono una sana separazione tra lavoro e vita familiare”.
8. Australia (Punteggio: 72,10)
L’Australia ha mantenuto l’ottava posizione per il secondo anno consecutivo per equilibrio tra vita privata e lavoro, grazie luoghi di lavoro attenti al benessere dei dipendenti e all’egualitarismo. Il Paese vanta il salario minimo più alto tra tutti i Paesi da studiati da Remote: l’equivalente di 18,12 dollari USA. Gli australiani tendano a lavorare meno ore (32,29 a settimana) rispetto alla maggior parte degli altri Paesi.
9. Spagna (Punteggio: 71,94)
La Spagna, che ha guadagnando una posizione in classifica, registra risultati generalmente positivi in tutti i fattori misurati ed è considerata il secondo Paese più LGBTQ+-friendly tra i 60 analizzati. I lavoratori spagnoli godono inoltre di un generoso diritto alle ferie annuali e di un contributo per l’indennità di maternità. Contrariamente alle aspettative, il livello di felicità pubblica della Spagna è risultato più basso rispetto ad altre nazioni europee.
10. Finlandia (Punteggio: 70,86)
Finlandia, Paese più felice del mondo nel 2025 secondo un recente studio, può contare su una generosa politica di ferie annuali, un’elevata percentuale di malattie retribuite e una settimana lavorativa media relativamente breve. Il Paese ha tuttavia perso tre posizioni nella classifica mondiale dell’equilibrio vita-lavoro (si è registrato un leggero calo dell’inclusività LGBTQ+).