Si è conclusa con un arresto una delle vicende di stalking più documentate e meno represse d’Italia. A finire in carcere con l’accusa di stalking aggravato è D.C., quarantenne di Aprilia, che due anni fa si è trasformato nel persecutore di Marina (nome di fantasia), sua ex moglie e madre dei suoi quattro figli.
L’arresto dopo due anni di persecuzioni
È il Corriere della Sera a raccontare questa storia che ha dell’incredibile, fatta di minacce di morte, vessazioni continue e vere e proprie aggressioni. Decisiva per l’arresto dell’uomo l’ultima aggressione, la scorsa settimana: “Martedì mattina – racconta Marina al Corriere – dopo l’ennesima incursione da parte sua, sono dovuta andare al pronto soccorso… Erano le 9.30 di mattina e aveva bevuto. Accade spesso. Ho tentato di fronteggiare la situazione. Ma tutto questo ha un costo in termini psicologici… Gridava: ‘Infame, ti ammazzo!‘ e le forze dell’ordine sembravano impotenti di fronte a questa sceneggiata. L’ennesima per me e i miei figli”. “I medici – aggiunge Marina – mi hanno diagnosticato disturbi dovuti all’ansia: palpitazioni, vomito, tremore. Quattro giorni di prognosi… è solo uno dei molti episodi che ho subito“.
Trenta denunce per stalking all’autorità giudiziaria
Già, perché prima di questo episodio Marina aveva depositato trenta denunce all’autorità giudiziaria di Velletri allegando video, registrazioni e certificati medici. Mai sono scattate le procedure previste dal cosiddetto codice rosso, quelle volte a tutelare le donne dai loro stalker: per D.C. niente divieto di avvicinamento, nessun arresto per la serialità con la quale perseguitava la vittima, nemmeno un provvedimento qualsiasi (nonostante i precedenti penali dello stalker).
I timori e le minacce
Parlando al Corriere della Sera, Marina si è detta “sollevata ma spaventata: che accadrà quando uscirà dal carcere?“. Secondo quanto raccontato dalla donna, dopo l’arresto di D.C., suo padre è stato minacciato dalla ex consuocera: “Ha giurato che passeranno alle vie di fatto, che hanno conoscenze in grado di spaventarci e che non la passeremo liscia”. E ancora, Marina ha spiegato che il suo ex compagno, prima dell’arresto, si è presentato di fronte al giudice del tribunale civile per insultarla pubblicamente. “È un’infame borderline”, ha detto il quarantenne, che ha minacciato di non pagare l’assegno di mantenimento dei figli.
Duro l’avvocato della vittima
Sonia Battagliese, avvocato penalista che assiste Marina, critica l’immobilismo delle istituzioni: “Le istituzioni, nessuna esclusa, non fanno altro che consigliare alle donne di denunciare i loro aguzzini. Credo però che non abbiano la minima idea di quello che passa una persona comune quando decide di rivolgersi alle autorità per denunciare e di cosa voglia dire avere il vuoto assoluto attorno. Non voglio pensare che in Italia la legge funzioni solo se si è potenti ma temo che ai comuni mortali resti solo la speranza di non essere uccisi dal proprio carnefice”.