È cominciato in Corte d’Assise il processo a carico di Chiara Petrolini, la giovane residente a Vignale di Traversetolo, nel Parmense, imputata per il duplice omicidio dei suoi due figli neonati, che secondo l’accusa sarebbero stati partoriti in segreto e poi sepolti nel giardino della casa di famiglia nel 2023 e nel 2024. Alla prima udienza del dibattimento, la Corte ha accolto la richiesta della difesa di sottoporre l’imputata a una perizia psichiatrica, per accertarne la capacità di intendere e di volere al momento dei fatti e, eventualmente, valutare un’eventuale pericolosità sociale.

Al via il processo per Chiara Petrolini

L’udienza iniziale si è svolta dinanzi al collegio giudicante presieduto da Alessandro Conti. Al termine della seduta, è stato deciso di affidare l’incarico a uno o più periti esterni, che verranno nominati in una successiva udienza fissata per il 15 settembre. In quella stessa data, prenderanno anche il via le prime audizioni dei testimoni, con l’obiettivo di ricostruire dettagliatamente il contesto in cui si sarebbero consumati i tragici eventi.

Le ragioni della richiesta della perizia psichiatrica

La perizia è stata proposta dal legale di Chiara Petrolini, l’avvocato Nicola Tria, che ha sottolineato come già esistano valutazioni divergenti sulle condizioni psichiche dell’imputata. Da un lato la consulenza dell’accusa, che considera la donna pienamente capace di intendere e volere; dall’altro, quella della difesa, che evidenzia invece elementi compatibili con un disturbo della personalità e uno stato dissociativo. Alla luce di questo contrasto, l’avvocato ha ritenuto indispensabile il coinvolgimento di esperti nominati dalla Corte, affinché si faccia chiarezza attraverso un’indagine imparziale.

La posizione della procura

La pubblica accusa, rappresentata dalla pm Francesca Arienti, non ha avanzato obiezioni alla richiesta, pur esprimendo riserve sull’opportunità di disporre subito la perizia, suggerendo ai giudici di valutare prima una parte dell’istruttoria. Secondo la pm, non ci sono elementi concreti che facciano pensare a un quadro psichiatrico compromesso. Nella sua requisitoria, ha affermato che la documentazione sanitaria dell’imputata non evidenzia patologie pregresse, e che le testimonianze la descrivono come una giovane con una vita regolare e priva di segnali allarmanti.

La salute mentale di Chiara Petrolini

La questione della salute mentale dell’imputata si preannuncia centrale nel processo. Se venisse accertata una condizione psicopatologica rilevante, il quadro accusatorio potrebbe mutare in maniera significativa. Per il momento, la Corte ha ritenuto opportuno procedere con un accertamento tecnico, lasciando in sospeso ogni valutazione sul merito fino al completamento della perizia.

La difesa di Chiara Petrolini

L’avvocato Tria ha evidenziato che lo psichiatra che ha preso in carico la giovane fin dai primi momenti ha riscontrato un disturbo della personalità associato a episodi di dissociazione. Si tratterebbe, secondo la difesa, di un elemento non trascurabile, capace di incidere sull’imputabilità e sulla comprensione delle dinamiche alla base del comportamento della donna. L’intento è comprendere come una persona, apparentemente inserita in una vita normale, possa essere giunta a commettere gesti così estremi in due occasioni distinte.

Le parti civili e la presenza in aula

Nell’aula del tribunale, oltre a Chiara Petrolini, giunta in anticipo rispetto all’orario previsto, erano presenti anche l’ex fidanzato della giovane e i suoi genitori, costituiti parte civile nel procedimento. La loro presenza conferma il coinvolgimento diretto e personale in una vicenda che ha lasciato segni profondi anche all’interno delle relazioni familiari.