È Roma la città più colpita dal cambiamento climatico negli ultimi cinquant’anni in Italia. A seguire Cremona, Latina, Rovigo e Terni. È quanto emerge dalla seconda edizione del Rapporto sul Clima del XXI secolo, realizzato dal Corriere della Sera in collaborazione con iLMeteo.it.
I parametri del Rapporto sul Clima
Per realizzare il nuovo report sono stati analizzati 284 milioni di dati climatici, dal 1975 al 2024, ora per ora per 365 giorni all’anno. Cinque i parametri principali presi in considerazione nell’analisi: caldo intenso, cioè il numero di giorni annui con temperatura massima maggiore di 35°C; notti tropicali, quelle notti in cui la temperatura minima non scende mai al di sotto dei 20°C; intensità delle precipitazioni che misura la violenza delle piogge e maggiori eventi estremi; anomalia delle precipitazioni misurata attraverso l’indice di siccità SPI index e la temperatura media annuale.
Cambiamento climatico: le città italiane più colpite
Se negli anni Settanta la temperatura media della Capitale si attestava sui 14,6 gradi, oggi siamo arrivati a 16,9, ben 2,3ºC di aumento. Il preoccupante record Roma lo condivide con Cremona, Latina, Rovigo e Terni, nella top five delle città in cui il cambiamento climatico ha maggiormente inciso.
Ma non solo. L’aumento delle temperature ha in generale interessato la gran parte delle città nella fascia delle regioni centrali, che devono l’impennata dei valori al surriscaldamento del medio Tirreno. Come spiega Lorenzo Tedici, meteorologo responsabile media de iLMeteo.it, è proprio l’aumento della temperatura del mare la ragione di un tale innalzamento. «Ormai d’estate la temperatura superficiale dell’acqua si avvicina, e talora supera i 30 gradi. Fino a non molti anni fa il mare svolgeva un’opera di mitigazione delle temperature, ora ne è divenuto un amplificatore», continua Lorenzo Tedici.
Anche il resto d’Italia comunque non è da meno, soprattutto le principali città sono tutte seriamente interessate: Venezia è al 13º posto, Torino è 20esima seguita da Palermo, 21esima, poi Genova 31esima, Bari 33esima, Milano 35esima. Leggermente meglio Bologna e Firenze (67esima e 69esima) e Napoli, 81esima. Tutte hanno stravolto il loro clima, tranne L’Aquila, ultima nella classifica delle città che hanno subito l’impatto del cambiamento climatico.

In forte aumento le notti tropicali
E se all’aumento della temperatura del mare corrisponde l’innalzamento della media della temperatura, ad aumentare esponenzialmente sono anche le notti tropicali, quelle in cui la temperatura minima non scende mai sotto i 20 gradi, spesso accompagnate da un elevato valore di umidità che genera l’insopportabile sensazione di afa.
Anche qui, Roma può essere presa come esempio negativo: «Cinquanta anni fa le notti tropicali a Roma erano una decina all’anno, nel 2024 sono arrivate a 79 a causa della maggior frequenza e persistenza dell’anticiclone africano che ha preso il posto di quello più fresco delle Azzorre», sottolinea Mattia Gussoni, meteorologo e climatologo de iLMeteo.it.
La concentrazione delle precipitazioni
Novità della seconda edizione del Rapporto sono i dati allarmanti sull’intensità delle piogge. A variare non è la quantità di acqua che cade durante l’anno, più o meno stabile rispetto al XX secolo, ma la concentrazione.
«La grande differenza è l’intensità delle precipitazioni, concentrate in pochi giorni, se non in poche ore. Le piogge diventano così devastanti e portano con sé il dramma delle alluvioni lampo in zone circoscritte e poco prevedibili. Nelle regioni del Nord, soprattutto, per il calore intrappolato nella Pianura Padana, si scatenano nubifragi e grandinate originate dalle cosiddette supercelle temporalesche», spiega Gussoni, che aggiunge: «Anche l’intensità delle piogge è un tema legato al riscaldamento globale: l’aumento delle temperature intensifica l’evaporazione dai mari, aumentando l’umidità nei bassi strati dell’atmosfera: il vero e proprio ‘carburante’ che rende i temporali sempre più intensi e violenti». A tal proposito Tedici specifica: «A Roma negli anni 70-80 in una giornata di pioggia cadevano circa 15 millimetri al giorno, adesso questo dato è aumentato di un terzo».
Il cambiamento climatico in sintesi
Il nuovo Rapporto del Corriere della Sera e iLMeteo.it propone per la prima volta un grafico che analizza città per città la distribuzione delle annate, rispetto a un campo suddiviso in quattro aree: caldo umido, caldo secco, freddo umido e freddo secco, utile per avere l’immediata visualizzazione di come si sono disposti i vari anni. Si nota subito, infatti, che buona parte degli ultimi vent’anni si posiziona quasi tutta in alto a destra, nella parte che indica una forte anomalia positiva di temperatura e una forte anomalia positiva delle piogge. Detto in parole semplici: fa più caldo, la stagione estiva in pratica dura 4-5 mesi da metà maggio a metà ottobre, e piove più forte.