Il conclave ha deciso e la fumata bianca è arrivata, alla quarta votazione e a 24 ore dall’inizio dell’extra omnes, la chiusura delle porte, che ha portato i 133 cardinali elettori a riunirsi nella Cappella Sistina per scegliere il successore di Bergoglio. Si tratta dell’americano Robert Francis Prevost, non ritenuto vicino al presidente statunitense Donald Trump. Ecco come si è arrivati alla decisione.

L’elezione del nuovo Papa Leone XIV

L’elezione del nuovo Pontefice Leone XIV, il 267°, è arrivata dopo solo 4 scrutini e la convergenza dei due terzi degli elettori (dunque 89 voti). L’inizio del Conclave, infatti, è stato mercoledì 7 maggio alle 16.30 con l’ingresso dei cardinali elettori nella Cappella Sistina, dopo il giuramento che ha preceduto l’Extra omnes, cioè la chiusura delle porte per l’inizio delle votazioni. La prima è stata nera, così come quella di giovedì mattina alle 11.51. Nella serata il comignolo posto sulla Sistina ha emesso la fumata bianca, accolta con urla festose dalla folla in piazza San Pietro. Le campane di diverse chiese a Roma hanno suonato a festa.

Chi è Leone XIV, il successore di Francesco

Il 267esimo Pontefice Leone XIV è dunque Robert Francis Prevost, nordamericano, ma non vicino alle posizioni del capo della Casa Bianca, Donald Trump. A ufficializzarne il nome è stato il cardinale protodiacono, Dominique Mamberti. Prevost, ossia Leone XIV, ha 69 anni, è statunitense. È nato il 14 settembre del 1955 a Chicago (Illinois), da una famiglia di origini francesi, spagnole e italiane. È stato nominato cardinale da papa Francesco appena due anni fa, nel 2023. L’ultimo incarico è stato come prefetto del Dicastero dei Vescovi, cioè la persona responsabile della selezione dei vescovi in tutto il mondo. Appartiene all’ordine di Sant’Agostino dal 1981.

Gli incarichi precedenti di Leone XIV

«La pace sia con tutti voi. È il primo saluto del Cristo risorto, del buon pastore che ha dato la vita per il gregge di Dio», ha detto Papa Leone XIV nel suo primo discorso da Pontefice. «È un saluto di pace, rivolto a tutte le persone e popoli e a tutta la Terra. La pace sia con voi – ha proseguito, definendola «disarmata e disarmante», e che proviene da Dio che ci ama tutti incondizionatamente». Poi ha ricordato Papa Francesco, con la sua voce definita «debole, ma ferma nella sua ultima benedizione la mattina del giorno di Pasqua». A quella si è ricollegato il suo successore. «Uniti tutti, mano nella mano, con Dio e tra noi, andiamo avanti – ha aggiunto Papa Leone XIV – Aiutateci a costruire ponti, per essere tutti un solo popolo sempre in Pace», ringraziando nuovamente Papa Francesco.

Le previsioni disattese

Secondo il New York Times il nuovo Pontefice è caratterialmente molto diverso da Papa Francesco, cioè molto più riservato e meno empatico. Il nome, come sottolineato dagli esperti, ha comunque confermato il motto popolare che «chi entra Papa esce cardinale»: il “favorito”, l’italiano Pietro Parolin non è stato scelto come nuovo Santo Padre. Questo ha fatto pensare che non ci sia stata una reale convergenza, ma si è piuttosto puntato su un nome di compromesso, per evitare lo stallo e chiudere la scelta in tempi rapidi.

L’auspicio di tempi brevi

Che si sarebbe trattato di una elezione in tempi non troppo lunghi era comunque chiaro fin da subito. Lo stesso cardinale decano Giovanni Battista Re aveva dichiarato, dopo le prime due fumate nere: «Auspico che questa sera tornando a Roma trovi già la fumata bianca. Sono particolarmente lieto di essere qui all’inizio del Conclave perché lo Spirito Santo abbia a soffiare forte e sia così eletto il Papa di cui ha bisogno la Chiesa di oggi e il mondo di oggi». Lo aveva detto da Pompei, sottolineando il delicato compito del successore di Papa Francesco: «Prima di tutto dovrà cercare di rafforzare la fede in Dio in questo nostro mondo caratterizzato dal progresso tecnologico, ma sotto l’aspetto spirituale abbiamo notato un ‘dimenticare Dio’». «C’è bisogno di un risveglio», aveva aggiunto.

Le priorità del Santo Padre

Ora l’agenda del nuovo Pontefice sarà fitta, con l’incognita di quali saranno le priorità. Papa Francesco ha segnato il suo pontificato con l’attenzione agli ultimi e ai poveri, con una particolare vicinanza all’ecologismo e soprattutto con la necessità di fermare i conflitti nel mondo, per tornare a una pace in quella che Bergoglio aveva definito la “guerra mondiale a pezzi”. Tra le criticità che ha dovuto affrontare Papa Francesco ci sono stati anche lo scandalo pedofilia, specie nella chiesa americana, e il nodo del celibato per i preti insieme al ruolo delle donne, su cui aveva fatto aperture. Resta ora da capire come si orienterà il suo successore, tra innovazione e tradizione, e sempre con l’urgenza di tenere unita la Chiesa al suo interno.

I bookmaker e le previsioni della vigilia

Spiazzati, dunque, i bookmaker internazionali che si erano scatenati con le previsioni sul nuovo Papa: protagonista era stato il testa a testa tra Luis Antonio Tagle e Pietro Parolin. Il cardinale filippino era offerto a 3 dai betting analyst di William Hill contro il 3,50 del segretario di Stato vaticano. Tra i nomi dei papabili c’erano stati anche quelli della cosiddetta “coppia” italiana formata da Matteo Zuppi e Pierbattista Pizzaballa, a ci si era unito anche il nome del ghanese Peter Turkson. Nella rosa dei favoriti erano entrati anche Jean-Marc Aveline, “protetto” di Bergoglio e arcivescovo di Marsiglia, insieme allo statunitense Robert Francis Prevost. Resta da chiedersi quando sarà la volta anche di una candidata donna, se mai accadrà.