Un delitto pensato e pianificato con lucidità, in modo inquietante e spietato. È quanto emerge dalle analisi effettuate sui messaggi trovati nel telefono di Mark Antony Samson, il giovane di 23 anni arrestato per l’omicidio dell’ex fidanzata Ilaria Sula, avvenuto nella notte tra il 25 e il 26 marzo. Le conversazioni estratte dal suo cellulare delineano un quadro chiaro: non si è trattato di un raptus, ma di una decisione fredda, meditata da tempo. In uno dei messaggi inviati ad alcuni amici, Samson aveva scritto chiaramente le sue intenzioni: se Ilaria non fosse tornata con lui, l’avrebbe uccisa. E così ha fatto.
I messaggi di Mark Samson
I contenuti del telefono di Samson mettono in discussione ogni tentativo del ragazzo di presentarsi come vittima delle circostanze. Gli inquirenti hanno ricostruito i suoi contatti digitali nei giorni e nelle settimane precedenti al femminicidio, trovando frasi inequivocabili che dimostrano come il giovane stesse valutando da tempo l’idea di uccidere la sua ex. Si tratta di parole scritte con freddezza, senza alcun segno di rimorso. Messaggi che raccontano un piano concepito nella sua mente, ben prima della sera in cui ha deciso di passare all’azione.
Il femminicidio di Ilaria Sula
La sera dell’omicidio, Ilaria si era recata a casa dell’ex fidanzato, infuriata. Aveva saputo che lui si era introdotto nella sua abitazione, approfittando della sua assenza, per rubarle il computer. Era stato scoperto e allontanato dalle coinquiline, ma il gesto aveva suscitato la reazione della giovane. Decisa a chiarire la situazione, si era recata nell’appartamento di Samson, che però l’aspettava con un coltello da cucina. L’ha colpita tre volte, uccidendola, mentre in casa si trovava anche la madre dell’assassino.
Il ruolo della madre di Samson
Dopo il delitto, Samson non ha mostrato segni di pentimento. Anzi, ha cercato di depistare le indagini, con l’aiuto della madre, Nors Man Lapaz. Insieme, hanno nascosto il corpo della ragazza dentro una valigia e l’hanno abbandonata in un dirupo nella zona di Poli, in provincia di Roma. Nei giorni successivi, il ragazzo ha finto di partecipare alle ricerche, mostrando solidarietà alla famiglia della vittima e continuando a scrivere messaggi dal cellulare di Ilaria, fingendosi lei. Un piano studiato nel dettaglio, con l’intento di confondere amici e familiari della giovane e allontanare i sospetti.
Un comportamento senza rimorsi
Durante gli interrogatori, Mark Samson ha mantenuto un atteggiamento distaccato. Non ha mai espresso un vero senso di colpa per quanto fatto, limitandosi a dichiarare dispiacere solo nei confronti della propria famiglia, in particolare della madre, coinvolta nel tentativo di occultamento del cadavere. Agli occhi degli inquirenti, Samson ha cercato in tutti i modi di minimizzare la sua responsabilità, descrivendosi come vittima di una situazione che non sarebbe stato in grado di gestire. Ma i messaggi ritrovati dimostrano altro: che il delitto era stato prefigurato, pianificato, scelto.
L’ossessione di Mark per Ilaria Sula
Il rapporto tra Mark Samson e Ilaria Sula si era interrotto mesi prima, per volontà della ragazza. Ma lui non aveva mai accettato la fine della relazione. Continuava a seguirla, a controllarne gli spostamenti, a cercare di convincerla a tornare con lui. Un atteggiamento ossessivo, sempre più invadente, che aveva iniziato a preoccupare amici e familiari della giovane. Le tensioni erano diventate più frequenti, fino al giorno dell’omicidio. Quel giorno, Samson ha varcato un confine irreversibile, trasformando il rifiuto in una condanna a morte.
Le indagini e l’ipotesi di giudizio immediato
Nella giornata di ieri, il 23enne è stato ascoltato per circa due ore dal pubblico ministero. Le prove raccolte e la gravità delle sue dichiarazioni fanno pensare che la procura possa richiedere il giudizio immediato, saltando la fase dell’udienza preliminare. Samson si trova in carcere da aprile. Il suo comportamento durante la detenzione e il contenuto delle conversazioni recuperate dal telefono rafforzano l’ipotesi di premeditazione, già sostenuta dagli investigatori.