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L’oblio oncologico è legge: cosa prevede la nuova normativa

Grazie alla nuova legge niente più discriminazioni nella vita sociale, professionale e familiare per chi è stato affetto da patologie oncologiche

Prevenire le discriminazioni e tutelare i diritti di chi ha sconfitto il cancro: questo l’obiettivo della legge sull’oblio oncologico, approvata in via definitiva dal Senato con 139 voti favorevoli e nessun contrario. Un risultato storico, accolto con un lungo applauso dai senatori e con la soddisfazione di medici, associazioni e pazienti. Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha definito la legge “una vittoria di civiltà a difesa delle persone guarite dal cancro” e ha ringraziato i parlamentari di tutti gli schieramenti per averla sostenuta.

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Stop alle discriminazioni nella vita sociale per i guariti dal cancro

La legge riconosce il diritto all’oblio per chi è guarito da un tumore che potrà così adottare un bambino, ottenere un prestito bancario, partecipare a un concorso pubblico senza dover dichiarare la propria storia clinica. Una norma che riguarda un milione di italiani guariti, su un totale di 3,6 milioni di persone che convivono con la diagnosi di tumore.

Francesco Perrone, presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), ha sottolineato che grazie alla legge appena approvata “i cittadini guariti dal cancro in Italia non saranno più discriminati nella vita sociale, professionale e familiare. Sono infatti previste specifiche norme che tutelano gli ex pazienti da possibili discriminazioni nel campo assicurativo e finanziario, oltre che nell’ambito lavorativo”.

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Che cosa prevede la legge sull’oblio oncologico

La legge sull’oblio oncologico prevede il divieto di chiedere informazioni su una malattia oncologica pregressa dopo 10 anni dalla fine dei trattamenti, se non ci sono state recidive in questo lasso di tempo. Per i pazienti che hanno avuto la diagnosi prima dei 21 anni, questo limite si riduce a 5 anni. Tutela inoltre non solo nei rapporti con banche e assicurazioni ma anche in sede concorsuale, qualora sia prevista un’idoneità fisica e nell’ambito dei procedimenti di adozione.

È inoltre previsto che, con procedure da definire attraverso un tavolo tecnico del Ministero della Salute, vengano istituite tabelle che consentano di ridurre ulteriormente questi tempi in base alla differente patologia oncologica.

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La soddisfazione di medici, volontari e pazienti

Esprime la sua soddisfazione anche Francesco Cognetti, presidente Foce (Federazione degli oncologi, cardiologi e ematologi), che spera ora in una “effettiva e concreta applicazione della legge”. E il mondo del volontariato si congratula. “Finalmente – dichiara il presidente della Federazione delle associazioni di volontariato in oncologia (Favo), Francesco De Lorenzo – la legge elimina lo stigma cancro = morte o malattia incurabile, purtroppo ancora molto diffuso nell’opinione pubblica”.

Parlano di “vittoria storica” anche la Federazione Italiana delle Associazioni di Genitori e Guariti Oncoematologia Pediatrica (Fiagop) e l’Associazione Italiana Ematologia Oncologia Pediatrica (Aieop): “Si cancella lo stigma della malattia imposto dalla burocrazia”.

Per il presidente della Commissione Affari Sociali e Salute della Camera, Ugo Cappellacci, “con l’approvazione definitiva del ddl, gli ex pazienti possono ora tornare alla vita sociale dopo la guarigione. Una bella pagina di libertà e di speranza”.

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Oblio oncologico, gli altri in Europa

Un traguardo che l’Italia raggiunge dopo Francia, Portogallo, Spagna e anche altri Paesi quali Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi. Nel febbraio 2022 la Commissione Europea, nell’ambito del Piano Oncologico Europeo, ha auspicato che tutti gli Stati membri si dotino di una legge sul Diritto all’Oblio Oncologico entro il 2025.

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