Scuola

Scuola, stretta sul voto in condotta e nuovi giudizi alle elementari

Un giudizio di comportamento insufficiente può causare la bocciatura, mentre le aggressioni a professori e presidi prevedono una multa fino a 10mila euro

Torna a pesare il voto in condotta e torna il giudizio alla scuola elementare: il Senato, con 74 sì e 56 no, ha dato il primo via libera al disegno di legge “Revisione della disciplina in materia di valutazione del comportamento delle studentesse e degli studenti” del ministro Valditara che rivede il sistema di valutazione degli studenti. Il provvedimento passa ora alla Camera.

5 in condotta? Bocciato!

Il voto in condotta diventerà più pesante e influente e sarà valutato in maniera complessiva su tutto l’anno scolastico e non soltanto a quadrimestre. La misura nasce con l’obiettivo di arginare comportamenti aggressivi da parte degli studenti nei confronti del corpo docente. Il voto in condotta sarà espresso in decimi e servirà per determinare il passaggio da un anno all’altro. Se non si ha un voto alto si rischia anche di non essere ammessi all’esame dell’ultimo anno. Nella scuola secondaria di primo grado, le scuole medie, un voto in condotta inferiore al 6 comporta la bocciatura.

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Il voto in condotta alle superiori

Alle superiori la situazione cambia. Per i ragazzi dell’ultimo anno, avere un 6 in condotta comporta l’assegnazione di un elaborato di cittadinanza attiva e solidale che l’alunno dovrà discutere in sede d’esame. Se la valutazione non dovesse essere positiva, il ragazzo non sarà ammesso all’esame di Stato. Per gli anni precedenti, la promozione da una classe all’altra sarà valutata in base al voto. In caso di insufficienza, l’ammissione all’anno successivo è subordinata alla presentazione di un elaborato che lo studente dovrà preparare. In caso di valutazione insufficiente, dovrà ripetere l’anno. Per ottenere, infine, il massimo dei crediti in vista dell’esame, occorrerà avere il 9 in condotta.

Stop alle aggressioni ai professori

Il provvedimento, che entrerà in vigore dal prossimo anno scolastico, prevede una multa da 500 euro e fino a 10mila euro per chiunque venga condannato penalmente per aggressioni nei confronti di presidi, docenti e personale tecnico-amministrativo. In caso di sospensione, se il provvedimento supera i due giorni, lo studente non rimarrà a casa, ma sarà obbligato a frequentare attività sociali extrascolastiche all’interno della stessa scuola.

Azione necessaria per la scuola

La stretta sul voto, per Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi, è “un’azione necessaria a fronte di certi comportamenti che sono peggiorati negli ultimi anni”. L’efficacia di questa misura andrà poi valutata nel tempo: “Occorrerà vedere cosa accadrà alla prova dei fatti”, ha sottolineato.

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Giudizi sintetici alla scuola elementare

Novità anche per la scuola primaria, le elementari. Non si tornerà ai voti in pagella, come aveva già specificato anche il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, ma ai giudizi sintetici. In sintesi significa addio a “base, intermedio, avanzato” e bentornati “insufficiente, sufficiente, discreto, buono e ottimo“. Le diciture non sono ancora state stabilite, per quelle occorrerà un’ordinanza ministeriale. Ma l’obiettivo è restituire “chiarezza nell’interesse delle famiglie e degli stessi studenti”, ha spiegato Valditara.

Opposizioni: “Misura classista e punitiva”

Contrarie al ddl Valditara sono le opposizioni. Per il capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, “corriamo il rischio di una torsione classista; la scuola ha il compito di rimuovere le disuguaglianze e dare a tutti, a prescindere dalle condizioni di partenza, le stesse opportunità, non aumentarle”. “Si è scelto – è la contestazione della senatrice Pd Cecilia D’Eilia – anche in questo caso di riportare il Paese e il sistema educativo indietro, senza ascoltare le scuole e valutare l’esperienza fatta”. Per Iv, con Daniela Sbrollini, “se vogliamo realmente contrastare gli episodi violenti dovremmo agire sulla prevenzione e sugli investimenti”, ma “invece si è scelta la strada punitiva e repressiva“.

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