assistenza postnatale

Una colf per 8 giorni dopo il parto: l’Olanda fa scuola

Un aiuto pratico e un sostegno emotivo a casa per le neo-mamme: l'eccellenza dell'assistenza postnatale in Olanda

La gestione di un neonato, soprattutto se si tratta del primo figlio, è fonte di grande stress e fatica per ogni neomamma. In Olanda lo Stato interviene per alleviare questi giorni così delicati, istituendo la “kraamzorg”, ossia l’assistente postnatale. Le donne che partoriscono nei Paesi Bassi hanno il diritto – coperto da un’assicurazione sociale – al sostegno di queste professioniste per circa una settimana, solitamente otto giorni.

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Una presenza costante nei giorni dopo il parto

Questa figura qualificata entra quotidianamente nella casa della neomamma, fornendo consigli, rassicurazioni e aiuto pratico. Si tratta di un ruolo diverso rispetto a quello delle ostetriche, che in Olanda continuano a monitorare le donne e i bambini dopo il parto. L’assistente postnatale aggiorna l’ostetrica sulla salute e sui progressi della madre e del bambino, oltre a sostenere i genitori mentre si abituano al loro nuovo figlio.

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Un occhio competente su eventuali criticità

Per la maggior parte dei nuovi genitori, l’assistente postnatale è una fonte di conforto e sollievo, ma può essere molto di più. Un paio di occhi esperti possono essere fondamentali nella prevenzione, individuando potenziali problemi di salute della madre, del bambino o della famiglia come sistema.

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Olanda, un sistema sanitario che pensa alle mamme

Un’assistente alla maternità offre sostegno emotivo e pratico, oltre a fare da ponte con il resto del sistema sanitario olandese per garantire alle famiglie l’assistenza necessaria. L’Olanda ha una lunga tradizione di parto a domicilio e di assistenza postnatale informale, che si è evoluta nel tempo fino a istituire professioni regolamentate e riconosciute dallo stato sociale.

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Varie soluzioni di assistenza postnatale in Olanda

Il servizio di assistenza materna nei Paesi Bassi prevede la presenza della professionista a domicilio per alcune ore al giorno. Il tempo a disposizione delle famiglie è diminuito negli anni: in origine si avevano 10-12 giorni, ora si va da 24 a 80 ore, con una media di 49. I genitori pagano una quota oraria di 4,80 euro. L’esperienza varia a seconda delle persone e delle organizzazioni coinvolte (si può scegliere tra agenzie o lavoratrici indipendenti, ma dipende anche dalle varie coperture assicurative). Alcune assistenti si occupano anche delle pulizie e della lavanderia, altre offrono un supporto più personale.

Non mancano le inefficienze del servizio

Il sistema, tuttavia, non è perfetto. Alcune famiglie a basso reddito faticano a versare il contributo finanziario personale richiesto e interrompono il periodo di assistenza prima del previsto, mentre la carenza di personale mette sotto forte pressione la rete degli operatori. Attualmente ci sono circa 9.000 operatori sanitari materni nei Paesi Bassi (il Kenniscentrum Kraamzorg ne ha 9.500 nei suoi registri, ma è probabile che non tutti siano attivi allo stesso tempo); il governo dice che ne servono altri 11.000. Ma i livelli salariali sono bassi (un massimo di 19,83 euro l’ora, secondo l’ente professionale per il settore dell’assistenza materna, Bo Geboortezorg). “È un lavoro duro, comporta molta responsabilità”, afferma Esther van der Zwan, direttrice del Kenniscentrum Kraamzorg, l’organizzazione che registra le assistenti maternità.

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