Immagina il Forum d’Assago, uno dei palazzetti più importanti d’Italia. Pieno zeppo, con le luci di cellulari a illuminarlo e i fan che perdono il fiato sulle loro canzoni preferite. Sul palco c’è una star internazionale pronta per il discorso introduttivo, per scaldare la folla: non ha una coreografia da diva né una lista dei suoi traguardi. È una donna in jeans e maglietta, che si mette a correre e si presenta: «Io vengo da Solarolo, sono una contadina, ma mi piace cantare!». Solo lei, Laura Pausini.
È talmente “nostra” che quando andiamo all’estero il suo nome arriva dopo l’elenco pizza, pasta, mandolino. Con oltre 30 anni di carriera, 19 album, più di 100 concerti internazionali, non ci stufa mai. Riempiamo tutti i suoi stadi, la supportiamo quando riceve riconoscimenti internazionali, tifiamo per lei quando è in lizza per un premio. Come ha fatto una giovanissima ventenne – impacciata sul palco dell’Ariston, duramente conquistato – a diventare la nostra Laura (inter)Nazionale? Celebriamo i suoi primi 50 anni oggi ripercorrendo la sua carriera e rivivendo gli anni che abbiamo vissuto con la sua musica in sottofondo.
La Solitudine: au revoir Romagna Mia
Il papà si esibiva al pianobar con un duo chiamato Les Copains Music Show e a partire dai primi anni Novanta una giovanissima Laura Pausini comincia ad affiancarlo, registrando insieme a lui i suoi primi demo e ottenendo le prime attenzioni dal mondo della musica. Fa un passo verso l’Ariston nel 1992, quando vince il concorso Sanremo famosi, ma non viene infine chiamata ad esibirsi. È solo questione di tempo: sul palco arriva l’anno dopo, nella sezione Novità.
Ha una giacca bianca con ricami che ricordano gli outfit di Casadei, il re del liscio romagnolo, e un ciuffo anni Novanta che non copre il suo viso di giovane donna, che persino davanti a un palco così importante non si scompone. E inizia a cantare La Solitudine: il resto è storia. Il primo album – Laura Pausini – lo registra di notte per non perdere le lezioni e il prima possibile per non perdere l’attenzione del pubblico. Torna a Sanremo già l’anno dopo, in estate è al Festivalbar e nel 1995 è già un successo in Spagna e America Latina. Con la versione riadattata de La Solitudine (Loneliness), si lancia anche sul mercato in inglese.
In assenza di te: Laura Pausini tra gli anni Novanta e i primi 2000
I primi due dischi sono successi internazionali da oltre 1 milione di copie ciascuno, e già dal terzo disco (Le cose che vivi, 1996), comincia ad apparire anche come autrice (insieme a Cheope, storico coautore) e a inserire brani inediti in portoghese e spagnolo. A dicembre 1996 si esibisce davanti a Papa Giovanni Paolo II nel Concerto di Natale in Vaticano, mentre l’anno successivo vola in Cile per il Festival di Viña del Mar, in qualità di ospite d’onore. Un mese dopo, comincia il suo primo tour mondiale, il World Wide Tour 1997, che termina in America Latina.
Nel 1998 pubblica il quarto album, La mia risposta (Mi respuesta in lingua spagnola), da cui emerge il successo struggente In assenza di te. Laura – con oltre 80 dischi di platino – è già un fenomeno internazionale. Per lei scrive Phil Collins (Looking for an Angel), Barbra Streisand la invita al suo party di nozze (dove si esibisce al piano cantando Seamisai con il produttore David Foster). Duetta a distanza con Ray Charles nel brano Surrender to Love e partecipa alla colonna sonora del film Le parole che non ti ho detto con One More Time (1999).
Ma tutte le attenzioni internazionali non mettono in ombra la tradizione musicale italiana, a cui è affezionata sin da bambina. Con la sua One More Time partecipa al Pavarotti & Friends a Modena e duetta col grande tenore in Tu che m’hai preso il cuor. Insieme a tutti gli altri cantanti interpreta We Are the World e torna anche al Festivalbar (con La mia risposta).
Io canto: il primo Grammy, il primo San Siro; la prima donna, la prima italiana
Nei primi anni Duemila scala le classifiche in tutto il mondo e collabora con gli amici di sempre e artisti nuovi con cui stringerà legami indissolubili, uno fra tutti Biagio Antonacci, che oggi definisce il suo migliore amico.
Ma il riconoscimento più importante arriva l’8 febbraio 2006, quando vola a Los Angeles e diventa la prima donna italiana a ricevere un Grammy Award. Il premio è nella categoria Miglior album Pop latino dell’anno con l’album Escucha. Lo stesso anno parte il tour americano Juntos en concierto Tour 2006, mentre a novembre esce il primo album interamente di cover, Io canto/Yo canto, che diventa l’album più venduto del 2006. Nell’album rivive gli anni nei pianobar, ma ha anche la possibilità di riadattare i suoi brani preferiti che l’hanno accompagnata nelle varie fasi della vita e della carriera.
Il 2 giugno 2007 arriva invece il primo San Siro: è la prima artista donna a esibirsi allo Stadio Giuseppe Meazza di Milano e lo fa in grande stile, con un tutto esaurito (70.000 biglietti venduti) e un CD-DVD live registrato per l’occasione. Tutti questi traguardi non vuole viverli da sola e sceglie di raccontarsi, così nel novembre 2007 pubblica il suo primo libro: Fai quello che sei. Io canto.
Nel 2008 esce in tutto il mondo l’ottavo album di inediti, Primavera in anticipo (Primavera anticipada nella versione in lingua spagnola), mentre continua tra il 2009 e il 2010 a suonare in tour mondiali e progetti come Amiche per l’Abruzzo e il brano corale Domani. Con l’album Laura Live World Tour 09, la cantante annuncia una pausa di circa due anni a partire da gennaio 2010.
Benvenuto: il ritorno di Laura Pausini
L’11 novembre 2011 Laura ritorna con Inedito, l’undicesimo di inediti, anticipato il 12 settembre dal singolo Benvenuto e seguito l’anno successivo dalla versione spagnola.
Il tour dell’anno successivo, però, viene interrotto da un annuncio inaspettato, il migliore: Laura e il compagno Paolo Carta aspettano una bambina, che arriva l’8 febbraio 2013, Paola. La sua carriera non si ferma a lungo, anzi procede a gonfie vele: nel corso degli anni successivi si sposta (insieme alla famiglia) prima in Messico e poi in Spagna, persino a Miami.
Io sì (Seen): ancora Laura
Il 6 febbraio 2020 è ospite al Festival di Sanremo in cui annuncia Una. Nessuna. Centomila, un concerto benefico che si terrà a Reggio Emilia solo nel 2022 – in seguito alla pandemia.
Alla fine del 2020 viene pubblicato l’EP Io sì (Seen) contenente il brano in cinque lingue (italiano, inglese, francese, spagnolo, e portoghese), colonna sonora per il film La vita davanti a sé che ha come protagonista Sophia Loren. Nel 2021, grazie a questo brano, vince un Satellite Award, un Nastro d’argento, un Golden Globe e si candida ai Premi Oscar e al David di Donatello.
Ritorna con un nuovo singolo nel 2022, quando pubbliao Scatola, scritto insieme a Madame e il 27 ottobre 2023 viene pubblicato il nuovo album di inediti: Anime parallele (Almas paralelas la versione in lingua spagnola). Da giugno 2023 ad aprile 2024, Laura è tornata a cantare in giro per il mondo con un tour da 76 date che terminerà a fine anno.