Trovatele un difetto che non sia quello di non averne. Strepitosamente bella (ma questo è ancora niente), Scarlett Johansson, star e “working mum”, è la supereroina e della saga degli Avengers e il volto di intensi film d’autore, da La trama fenicia di Wes Anderson, uscito a fine maggio, a Storia di un matrimonio di Noah Baumbach del 2019, ora su Netflix. Scarlett Johansson è ora al cinema con Jurassic World – La rinascita. Entra ed esce di scena con rara maestria, capace di sparire completamente per proteggere la privacy dei suoi due bambini: Rose, di 10 anni, nata dal matrimonio con il giornalista francese Romain Dauriac, e Cosmo, di 3, figlio dell’attuale marito Colin Jost, attore e comico.

Scarlett Johansson, star e “working mum”

Essere attrice e stella, oltre che “working mum” di Hollywood, non le basta. Già produttrice esecutiva della sua Black Widow nel 2021, ha creato una società lanciando prima Fly Me to the Moon Le due facce della Luna, commedia con lei e Channing Tatum, su Apple TV+, e ora il film con il quale ha debuttato alla regia, Eleanor the Great, presentato al Festival di Cannes, nel quale la protagonista è la 95enne June Squibb nel ruolo di un’indomita anziana che non accetta di mettersi in pantofole (non c’è ancora la data di uscita in Italia).

La supereroina alla conquista dei dinosauri

«Non c’è niente che Scarlett non sappia fare. È carismatica e intelligente, ha una grande profondità emotiva e lo spirito giusto per girare commedie» dice di lei Gareth Edwards, regista di Jurassic World – La Rinascita, appena arrivato nei cinema, dove la 40enne attrice parte alla conquista dei dinosauri. Una passione di bambina, oltre che una nuova avventura. È il settimo film della saga iniziata nel 1993 con Jurassic Park di Steven Spielberg, dal bestseller di Michael Crichton. E proprio a Spielberg, che oggi ne è il produttore, Scarlett si è proposta, tanto teneva a farne parte.

La storia torna nei luoghi del primo capitolo. Siamo nel 2027: visto il clima inospitale della Terra, le creature colossali si sono rifugiate ai Tropici, dove Scarlett/Zora va a cercarli con una squadra speciale perché, con il loro DNA, si può elaborare un farmaco salvavita. Inutile dire che la spedizione si rivelerà molto più pericolosa del previsto e, per il ruolo d’azione, Johansson ha imparato perfino la discesa in corda doppia, detta anche rappelling. «Non avrei mai pensato che un addestramento militare o quasi sarebbe stato così prezioso per la carriera» ha raccontato, sottolineando però anche l’evoluzione intima del personaggio. «Zora ha un passato complesso e un dolore privato. È pronta a una svolta. Mi è sembrato importante mostrare le sue cicatrici».

La prima volta da regista di Scarlett

È proprio questa la sua stoffa “supereroica”: saper mostrare la fragilità umana. Ne è prova la storia che ha scelto per debuttare come regista, lontana dalle mode e dai blockbuster. Eleanor the Great è una “dramedy”, come chiamano i film in bilico tra commedia e dramma, che le ha permesso di rendere omaggio alle sue origini ebraiche e a una nonna alla quale era molto legata. La protagonista, Eleanor Morgenstein, è una 90enne che vive da anni in Florida con la sua migliore amica Bessie, come lei ebrea e vedova. Alla morte di Bessie, decide di tornare a New York ma, nonostante abbia lì una figlia e un nipote, si sente sola. Finché non partecipa agli incontri di un gruppo di sopravvissuti all’Olocausto e, pur di sentirsi viva e fare amicizie, racconta una bugia che la mette nei guai.

«Fin da bambina mi sono identificata nella comunità ebraica di New York. Mia nonna non era spavalda come Eleanor, ma era molto forte. Quando ho letto la sceneggiatura di Tory Kamen ho pianto, come mi era capitato con Jojo Rabbit di Taika Waititi (film del 2019 sullo stesso tema, di cui Scarlett è protagonista, ndr). Ho voluto produrla e raccontarla io stessa, da regista».

Dall’infanzia al Greenwich Village al successo planetario

Ne ha fatta di strada, Scarlett, da quando a 17 anni è diventata celebre nel mondo grazie a Lost in Translation di Sofia Coppola. In realtà la sua carriera era iniziata molto prima. Figlia di un architetto danese e un’americana di origini polacche e russe, cresce nel Greenwich Village di New York con il gemello Hunter, oltre a un fratello e una sorella maggiori.

Mia madre ci faceva vedere vecchi film e musical e io, che ero sempre in cerca di attenzioni, a casa improvvisavo spettacoli per la famiglia. A volte ci portavano anche a Broadway, ricordo le code per prendere i biglietti a metà prezzo.

Gli esordi a teatro e in televisione

Ed è in una commedia teatrale che Johansson debutta a 9 anni: Sophistry con Ethan Hawke («Per lui ho preso la mia prima cotta»). A 10 anni compare in tv in un episodio dello show Late Night with Conan O’Brien e nel film Genitori cercasi di Rob Reiner. A 12 conquista il primo ruolo importante in Manny & Lo di Lisa Krueger, dove interpreta la sorella minore di una teenager che resta incinta. A 13 i suoi si separano, ma i provini non si fermano e lei passa da film per famiglie come Mamma, ho preso il morbillo a L’uomo che sussurrava ai cavalli con Robert Redford, fino a La ragazza con l’orecchino di perla di Peter Webber, uscito nello stesso anno di Lost in Translation, il 2003.

Una piccola star che non si è mai montata la testa, grazie a un nucleo familiare che l’ha tenuta coi piedi per terra, oltre a trasformarla in una professionista fin da piccola. «Mia madre mi accompagnava, insegnandomi quanto fosse importante essere rispettosa con tutti sul set e preparata a fare ogni giorno quello che mi dicevano» ricorda. «La mia etica del lavoro è nata sui set cinematografici già a quell’età».

Scarlett Johansson, una delle star più pagate di Hollywood

Pochi immaginano, invece, che la star di film rimasti nella storia del cinemada Match Point di Woody Allen nel 2005 ad Ave Cesare! dei fratelli Coen nel 2016 – abbia avuto anche momenti difficili. «Quante volte mi hanno proposto ruoli da bomba sexy, alla Marilyn Monroe, che io non volevo assolutamente! E quando mi hanno scartata per due film ai quali tenevo moltissimo, mi sono sentita persa». In realtà per Iron Man 2, nel 2010, è stata poi scelta anche se le avevano inizialmente preferito Emily Blunt. E per Gravity, nel 2013, il regista Alfonso Cuarón ha voluto Sandra Bullock.

«C’è stato un momento in cui mi sono chiesta se la mia fortuna fosse finita, se recitare fosse ancora il lavoro per me». Nuvole che si sono dissipate in fretta, e che forse l’hanno anche rafforzata. Con un cachet di 21 milioni di dollari, oggi è una delle star più pagate di Hollywood. A 40 anni ha 80 film in curriculum da attrice, produttrice e regista. E chi la ferma più?

Scarlett Johansson con Jonathan Bailey in una scena del film Jurassic World – La Rinascita, diretto da Gareth Edwards