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Due altalene: le mille storie di Mr. Rain

Abbiamo parlato con Mr.Rain prima di Sanremo: ci ha raccontato come nasce Due Altalene e cosa rappresenta. Porterà sull'Ariston mille storie, in cui possiamo cercare la nostra e la sua

Cala il silenzio nel Teatro mentre viene proiettato un breve video riassuntivo degli ultimi successi di Mattia Balardi, in arte Mr. Rain. Concentrati in pochi secondi, scorrono davanti a tutti noi i visi dei fan in adorazione, i cambi d’abito, i cartelloni pieni di frasi d’amore. Tra un’immagine e l’altra, i dati sulle vendite dei biglietti e gli ascolti.

È una presentazione d’effetto: non serve altro per capire che il 2023 è stato un anno incredibile per Mr. Rain. E non basterebbero giorni per provare a comprendere quante vite ha vissuto da quando il suo nome è stato annunciato tra il podio della 73esima edizione di Sanremo.

Mr. Rain si racconta

Lui arriva annunciato da un (fin troppo) energico Francesco Facchinetti, mentre sul palco scendono due altalene – le protagoniste del suo brano. Si posiziona al centro un po’ impacciato, ma poi trova il suo posto. Un po’ spostato a destra, come se non fosse proprio lui il la star, ma solo un fortunato Cyrano.

Rompe il ghiaccio senza bisogno di domande, perché non vede l’ora di raccontare come nasce il brano che porterà sul palco di Sanremo 2024. «La storia di Due Altalene inizia con Supereroi» racconta. «Sanremo mi ha cambiato la vita. I fan mi hanno sempre chiesto foto e abbracci, ma ora mi chiedono di poter condividere la loro storia, mi raccontano come la mia canzone li ha aiutati a superare momenti duri e perdite».

Come nasce Due Altalene

La musica per Mr. Rain non è un modo per raccontare solo la sua vita, anche se parte sempre dall’esperienza personale. È un modo per aiutarsi, per fare del bene. «Sapere di aver fatto star bene qualcuno con le mie parole è la cosa più importante: tutto il resto è secondario», spiega.

Due Altalene è infatti l’eredità di Supereroi, è una canzone in cui coincidono tutte le storie che le persone gli hanno raccontato (e continuano a raccontargli), insieme alle sue emozioni, al suo percorso di crescita e a quello che da ognuna di esse ha imparato. «Sembra strano da dire, ma io ricordo tutti quelli che hanno condiviso un pezzo della loro storia con me, ricordo ogni racconto e spero che sappiano tutti di essere parte di Due Altalene».

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Mr. Rain: tutte le storie che compongono Due Altalene

Non c’è un vero e proprio episodio protagonista, ma c’è un racconto che è stato decisivo per far scegliere a Baluardi di cominciare a lavorare al brano. È la storia di un padre che ha perso due figli tragicamente e che ha condiviso il suo dolore con il cantante. Oggi sono amici, lui sa di avere ispirato il brano e portarlo all’Ariston sarà un regalo speciale, visto che i bambini erano grandi fan dell’artista.  

Sono tantissime le domande di chi cerca di sapere di più, ma per Baluardi il silenzio è sacro. La condivisione parte da rispetto e fiducia, e non si può tradire nessuno. Ha raccolto queste storie di sofferenza e di rinascita, le ha assorbite lasciando che «spezzassero il suo cuore» ad ogni live, se ne fa portavoce e riconosce tutto il peso della sua decisione.

La musica come responsabilità

D’altronde, come racconta, quello di essere un buon esempio è un peso che sente sempre non solo nella sua carriera, ma anche nella sua vita. Fratello maggiore di «un sacco di sorelle», si sente responsabile della loro crescita e delle loro scelte.

Sa cosa vuol dire essere giovani e cercare una guida in negli idoli della televisione, che ai suoi tempi erano i rapper come Eminem. «Io sentivo le storie che raccontavano e volevo vivere come loro, questo mi ha portato a fare tante scelte di cui mi pento» racconta Baluardi. «Per questo ci tengo ad essere anche un buon esempio. Persino nelle canzoni più dolorose cerco di essere positivo, di far stare meglio chi mi ascolta, di ispirare».

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Il 2023 di Mr. Rain: un viaggio straordinario

Due Altalene è il risultato di un processo durato tutto l’anno: è stata prodotta tra le varie tappe del tour, riscritta fino allo sfinimento, pensata e ripensata. Certe strofe sono state rielaborate più di dieci volte, l’ha ultimata poco prima dell’annuncio di Amadeus e ancora adesso sente il brano come un cantiere ancora aperto.

Soddisfatto? Sì, ma ci rimetterebbe mano per rivoluzionarla un’altra volta. «La miglior versione è quella che non ho ancora scritto, quella che prenderà vita sull’Ariston e verrà vissuta da altre persone, quella che prenderà spunto da storie che devo ancora sentire».

Emozionante, ma anche stancante il viaggio che lo ha portato in tour per l’Italia nel 2023. Scherza sul fatto che non è mai riuscito ad andare in vacanza, ma si percepisce che non si sarebbe goduto nemmeno i Caraibi senza aver completato i suoi progetti.

Dall’Ariston alla Spagna

E ora sa che partirà tutto un altro viaggio, ma con meno sorprese. La sua Supereroi è già diventata internazionale, nella versione Superhéroes è quinta in classifica ascolti della Spagna e lì inizierà un percorso che si concluderà con un album in lingua. Eh sì, perché tra tour, due Festival e lavoro di scrittura e produzione ci sono anche le lezioni di spagnolo con un professore.

Uscirà a marzo un nuovo album, accompagnato da un tour di cui per ora conosciamo solo due tappe: quella al Palazzetto dello Sport di Roma (26 novembre) e al Forum d’Assago (30 novembre). La prima volta al Forum, lo scorso 18 novembre, è stato uno dei momenti più belli della sua vita. «Quando sono sceso dal palco non volevo che finisse, avrei cantato altre sei ore», scherza Mattia mentre dondola su una delle altalene davanti a noi.

Mentre ci prepariamo ad uscire, tra chi si dirige al buffet e chi dritto a scrivere, si crea una piccola fila intorno al cantante. Passandoci accanto, non si sentono domande o altre spiegazioni del brano. Si sente un sussurrato: «Io sono una delle persone che hai salvato».  

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