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Cioccolato: perché mangiarlo anche d’estate

Il cioccolato, uno dei dolci più amati, può essere consumato anche d'estate. Fa salire il metabolismo, è ricco di potassio e non aumenta il colesterolo. Ecco i consigli su quale scegliere, l'ora migliore in cui mangiarlo, spunti per snack alla frutta e la ricetta di una gustosissima torta

Non occorre rinunciare al cioccolato se vuoi rimanere in forma, anche perché fa bene alla salute. Proprio in occasione della Giornata mondiale del cioccolato, il 7 luglio, arrivano buone notizie per chi ama questo dolce, presente sulle nostre tavole fin dal Medioevo e che, secondo gli esperti, non va demonizzato né tantomeno bandito. Ovviamente va consumato in modo e quantità corretti: «Se scegliamo il cioccolato giusto, da gustare nelle giuste quantità, ha effetti benefici e può aiutare il dimagrimento» spiega la dottoressa Serena Missori, endocrinologa e diabetologa.

Il cioccolato e i suoi pregi

Dal 7 luglio del 1550, quando il cioccolato è “sbarcato” sulle tavole europee, insieme al cacao dall’America, ne è passato di tempo, ma soprattutto sono aumentate le possibilità di scelta tra i vari tipi di prodotti. Oggi se ne trovano al latte, fondente (con diverse percentuali di cacao), bianco, con o senza nocciole, ma anche con scaglie di biscotti, dolci o salati. Ci sono poi anche varianti con mirtilli, scorza d’arancia o limone, e persino il cioccolato rosa, che non prevede coloranti, ma semplicemente frutto di una speciale e rara qualità di pianta di cacao. Quale scegliere, dunque? «In linea generale intanto suggerirei di preferire il fondente, dal 70% in su di cacao: non solo perché contiene meno zucchero rispetto ad altre tavolette, ma è anche un valido alleato del buon umore grazie alla serotonina (il cosiddetto “ormone del buon umore”). In più ha anche un potere antiossidante. Ma è importante che lo zucchero sia presente come quantità almeno dal terzo ingrediente in poi, dopo cacao e burro di cacao», spiega la dottoressa Missori.

Il cioccolato aumenta il metabolismo

Il cioccolato, infatti, se scelto in modo corretto può portare anche benefici alla salute grazie soprattutto alla teobromina: si tratta di un alcaloide, una sostanza naturale presente nel cacao. «Il suo effetto è termogenico, cioè aumenta il dispendio energetico. Quindi non c’è solo la serotonina a tirar su il morale, ma anche la teobromina che aumenta un po’ il metabolismo. Per questo può essere assunto prima dell’attività fisica e ha un’azione simile a quella della caffeina nel caffè o della teina nel tè – spiega Missori – In più il cacao è ricco di polifenoli, che hanno un’azione antiossidante, e ha un blando effetto diuretico sempre grazie alla teobromina. Il cioccolato, quindi, è un ottimo alimento e, per chi vuole limitare la quantità di zuccheri, si possono scegliere le tavolette senza zucchero, ma con dolcificanti naturali come la stevia, consumandone non più di 30 grammi al giorno».

Le ore giuste in cui mangiare cioccolato

«Il cioccolato andrebbe consumato, poi, soprattutto al pomeriggio, quando offre la giusta carica di energia e funge da boost per il nostro metabolismo. In una stagione come questa, per evitare l’effetto “riscaldante” (limitandone la quantità, ma senza rinunciare al gusto), se ne può sciogliere un po’ a bagnomaria, intingendo poi la frutta e facendola infine raffreddare in frigorifero, per ottenere uno snack fresco», suggerisce l’endocrinologa. Proprio nel pomeriggio, inoltre, si potrebbe andare incontro a un po’ di stanchezza: «La teobromina fa bene alle funzioni cognitive: quando fa caldo capita di sentirsi rallentati mentalmente, mentre il cioccolato può aiutare la ripartenza, anche in modo più duraturo rispetto al caffè: questo, infatti, ha un effetto stimolante per circa mezzora, mentre il cacao è assorbito più lentamente e quindi l’azione di freschezza mentale è più prolungata», consiglia la dietologa.

Cioccolato anche per chi ha il colesterolo

Quando si pensa al cioccolato, si temono inevitabilmente gli zuccheri che contiene: «È vero che ne possiede una quota, ma il fondente non ha colesterolo perché è solo vegetale. Inoltre è ricchissimo di antiossidanti e contiene potassio: questo rende il cioccolato migliore rispetto ad altri tipi di dolci», spiega la nutrizionista Monica Germani, che aggiunge: «Va ricordato, però, che chi avesse un’insufficienza renale importante non lo dovrebbe mangiare proprio per il suo contenuto di potassio. Quindi in caso di patologie specifiche va consultato il medico, altrimenti se ne può consumare in quantità corretta.

Come non far salire la glicemia

Attenzione anche all’indice glicemico, che è la capacità di un alimento di alzare la glicemia dopo l’ingestione nell’arco del tempo: «Il cioccolato al latte è il più penalizzato tra tutti, perché ha un maggior quantitativo di zuccheri; il fondente, invece, ne ha meno, mentre quello alle nocciole sta nel mezzo: ha un po’ meno cioccolato, ma con le nocciole va in pareggio dal punto di vista delle calorie, mentre ha il vantaggio che la nocciola abbassa un po’ l’indice glicemico: se all’assunzione di zucchero faccio seguire quella di grassi come nel caso della frutta secca, l’indice glicemico scende un po’ e si allunga nel tempo. L’effetto potrebbe essere di avere meno appetito e senso di compulsività che spinge a mangiare più di frequente. Per questo, anche nel caso si mangi cioccolato senza le nocciole, potrebbe far bene un po’ di frutta secca dopo per essere meno tentati di mangiare altra cioccolata a breve. Ovviamente molto dipende dalle quantità», spiega Germani.

Calorie: quasi le stesse tra fondente e al latte

Ma quante calorie fornisce il cioccolato e come le si possono smaltire? «Dal punto di vista delle calorie, non c’è tanta differenza tra i vari tipi di cioccolato: il fondente ne dà 515 per 100 grammi e quello al latte intorno a 535/540. Questo vale per una porzione normale intorno dai 20 ai 40 grammi. In giuste porzioni, quindi, si può scegliere in base al proprio gusto personale, visto che si tratta di uno sfizio. Attenzione, però, a non cadere nel tranello di scegliere in base alle calorie, perché si potrebbe finire con il rimanere insoddisfatti e dunque con la voglia di rifarsi, magari con un altro dolce», spiega la nutrizionista Germani.

Il cioccolato bianco: non un vero cioccolato

«In questo caso non potremmo parlare di cioccolato vero e proprio, perché è un mix di burro di cacao, una percentuale abbastanza elevata di zucchero (non inferiore al 20%) e prodotti a base di latte per circa il 14-18%. È un prodotto totalmente diverso, quindi, anche a livello di calorie: ne fornisce più o meno 550 per 100 grammi, ma la quantità di carboidrati (specie zuccheri, che possono arrivare 57/58 grammi, oltre la metà di una tavoletta classica) è molto più alta rispetto al cioccolato vero e proprio, fondente o al latte – spiega Germani – Le proprietà di quello che chiamiamo cioccolato bianco non sono le stesse del cacao: non fa male perché ha calcio e vitamine B2 e B3, ma non ha gli stessi antiossidanti. Per chi soffre di trigliceridi e colesterolo alto o intolleranza al lattosio, quindi, è consigliato il cioccolato “normale”».

Come si smaltisce il cioccolato

«Partendo dal presupposto che una quantità corretta si aggira intorno ai 20/25 grammi, in occasioni speciali potremmo anche concederci una quantità leggermente superiore, fino a circa 50 grammi per gli uomini e 40 nelle donne, quindi 250-240 calorie. Per smaltirli il primo consiglio è di fare una classica passeggiata: a passo medio ci vorrà un’oretta, mentre a passo veloce sono sufficienti anche 30 minuti. Per chi è abituato a fare altri sport, come nuoto, tennis o ciclismo, mezz’ora può bastare per bruciare quelle calorie e anche quantitativi maggiori, fino a una tavoletta – prosegue Germani – Davanti alla tv e senza muoversi, invece, ci vorrebbero 4 ore saltando il pasto, cosa non corretta. La buona notizia è che, se si è appassionati di giardinaggio e si vuole approfittare della bella stagione, un’oretta di attività permette di smaltire il cioccolato che si è gustato».

La ricetta della torta “senza peccato”

A questo punto non resta che lasciare spazio a una gustosa ricetta, ricordando poi come smaltire le calorie. In questo caso le indicazioni arrivano dal libro Serena cucina – ricette funzionali, consapevoli e gustose, di Serena Missori e Alessandro Gelli (Edizioni Lswr), ideale a colazione o come snack, ma anche dopo un pranzo o la cena, se abbinati a una fonte di proteine e di verdura.

Ingredienti per 10 – 12 porzioni

– 3 cucchiai di farina di riso (o altra farina a scelta)

– 50 g di zucchero di cocco (o mascobado o 70 g di eritritolo)

– 2 cucchiaini di lievito per dolci

– 1 cucchiaio di cannella

– 1 cucchiaino di semi di vaniglia

– 1 cucchiaino di semi di cardamomo macinati

– 150 g di cioccolato fondente diviso in quadretti (meglio se all’arancia)

– 3 uova

– 70 g di burro chiarificato (o burro di cocco)

– 3 cucchiai di acqua

Facoltativo:

– Zucchero a velo (o eritritolo)

Procedimento

– Accendi il forno a 180 °C, in modalità ventilato.

– In una pentola fai sciogliere il cioccolato, il burro e l’acqua a fuoco medio/basso.

– Togli dal fuoco e aggiungi la farina, lo zucchero, il lievito, la cannella, la vaniglia e il cardamomo.

– Mescola e versa le uova sgusciate.

– Con una spatola o una frustra amalgama il composto sino a renderlo cremoso.

– Versa in una teglia rivestita con carta da forno – con diametro da 24 cm per una torta bassa, da 20 cm per una torta più alta.

– Cuoci per 25 minuti o in base al tuo forno.

– Sforna, lascia raffreddare e, se gradisci, spolvera con zucchero a velo o eritritolo

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