Cambridge Dictionary ha inserito il dirty wellness nel proprio vocabolario nel 2023. Ma il dirty wellness è molto più che un neologismo: indica la tendenza sempre più diffusa a concedersi una “pausa” dalle regole e buone abitudini, quelle che indicano la strada verso il benessere. Significa sostanzialmente concedersi qualche sgarro, Che si tratti di seguire una dieta, di fare attività fisica regolare o di dire no al fumo, poco importa. In realtà nella definizione di Cambridge rientrano anche e soprattutto quelle attività all’aperto che implicano il rifiuto delle norme base di igiene. Secondo gli esperti queste trasgressioni migliorano il benessere.
Cos’è il dirty wellness
Dimentichiamoci la rigida routine, fatta magari di salutari centrifughe e sessioni di yoga per iniziare meglio la giornata, o di meno caffè e carboidrati (sul cui taglio, peraltro, gli esperti non sono tutti d’accordo) o irrinunciabili allenamenti per tenersi in forma. Dimentichiamocene, almeno per un giorno. È un po’ questo il concetto del dirty wellness, che prevede di accantonare – temporaneamente – uno stile di vita considerato sano, per concedersi qualche sgarro. «Da un punto di vista psicologico ne può beneficiare la mente. Se si tratta di alimentazione, però, va fatta attenzione: la parola dieta deriva dal greco e significa “regola di buona vita”, quindi non va visto come qualcosa di rigido dal quale sentire il bisogno di evadere a tutti i costi», spiega Alessandra Serpi, dietista ed esperta di Scienze dell’alimentazione dell’Istituto Santagostino.
Il cheat day eating: sgarrare sulla dieta
Uno dei maggiori campi nei quali si applica il dirty wellness, infatti, è proprio quello alimentare. In questo caso si parla in modo specifico di cheat day eating. Deriva dall’inglese cheat, ‘barare’ o ‘ingannare’, e day, ‘giorno’, e indica una giornata in cui è possibile allontanarsi dal regime alimentare che si sta seguendo, concedendosi anche comfort food, quindi cibi che fanno stare bene (la mente, più che il corpo) come dolci o junk food, e in quantità maggiore. «Nei nostri consigli preferiamo utilizzare il termine italiano di “pasto libero”, che infatti è inserito sempre nelle indicazioni di una dieta, anche se si tratta di un’alimentazione che ha come scopo il dimagrimento. Si può trattare della classica pizza in compagnia, una volta alla settimana, o della possibilità di scegliere liberamente cosa mangiare per un giorno, naturalmente senza esagerare», chiarisce Serpi.
C’è anche il cheat meal
Un’alternativa al giorno di trasgressione è il cheat meal, ossia un solo pasto in cui mangiare ciò che si vuole. Nonostante si tratti di “trasgressioni”, queste concessioni non fanno bene solo alla mente, ma hanno anche benefici in termini di salute e peso: aumentare saltuariamente l’apporto calorico può rimettere in moto il metabolismo. «Soprattutto se si segue una dieta ipocalorica per un tempo prolungato, infatti, fisiologicamente il metabolismo tende a rallentare, quindi a ostacolare la perdita di peso alla quale si mira. Se, invece, periodicamente si assumono più calorie rispetto alla routine si stimola il metabolismo stesso, riattivandolo», conferma la dietista.
L’importante è non esagerare
Fondamentale, però, sarebbe la regolarità, cioè il fatto di concedersi questi strappi a cadenza fissa, per non eccedere: «È importante ascoltarsi. Se si seguono regole troppo ferree, è naturale sentire il bisogno di trasgredirle, ma il “libera tutti” può essere dannoso, perché si finisce con il mangiare oltre il senso di sazietà», spiega l’esperta. Un consiglio è di scegliere comunque cibi facilmente digeribili, dal momento che durante una dieta – specie se ipocalorica – lo stomaco un po’ si restringe e può diventare difficile adattarsi ad alimenti più pesanti e in maggiori quantità. «Per intenderci, sarebbero da evitare 3 o 4 hamburger, ma ben venga un piatto di carbonara. Mangiare ciò che piace porta benessere e oltretutto si concilia meglio anche con la vita sociale, che prevede momenti di convivialità con amici o parenti, a tavola, nei quali concedersi qualche piatto diverso alla quotidianità», sottolinea Serpi.
Niente sensi di colpa
Uno degli aspetti legati agli strappi alle regole riguarda il senso di colpa che poi subentra, una volta realizzato che magari quel pasto abbondante o ricco di calorie va poi anche bruciato” «Accade di frequente, soprattutto nella nostra società e soprattutto nell’ambito alimentare. Ma io ricordo sempre che non è un pasto che determina il nostro peso, né una concessione rispetto allo stile di vita che può far male alla nostra salute generale. Da questo punto di vista sarebbe importante non seguire una routine troppo rigida». In questo modo diminuisce il possibile senso di frustrazione che nasce dall’imposizione o auto imposizione di uno stile di vita eccessivamente limitante.
A ciascuno il suo benessere
Alla base del concetto del dirty wellness c’è poi anche il recupero di un maggior spazio per l’individualità. Ciascuno di noi è differente da un altro e il fatto di dover seguire regole ferree, uguali per tutti, a volte può essere controproducente, anche se quelle indicazioni nascono da principi di per se stessi validi. «La personalizzazione è molto importante. In linea generale sarebbe corretto concedersi lo strappo alla regola una volta alla settimana, mentre una volta al mese è troppo poco. Ci sono, però, persone che per motivi di salute non possono concederselo, dunque occorre valutare caso per caso, tenendo anche in considerazione l’eventuale presenza di specifiche patologie», conferma Serpi.