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Psicoterapia, ancora troppi pregiudizi

Molti tabù sulla psicoterapia nascono dalla scarsa conoscenza del lavoro dello psicologo. Eppure sono sempre di più le persone che dichiarano di essere in difficoltà, soprattutto giovani e donne

Secondo Mind Health Report 2023, indagine sulla salute mentale condotta da IPSOS su 30.600 europei tra i 18 e i 74 anni, gli italiani sono i più sofferenti dal punto di vista psicologico: solo il 18 per cento del campione ha dichiarato di essere in uno stato di pieno benessere emotivo. E la maggior parte delle persone in difficoltà sono giovani e donne. Nonostante siano ormai in molti a ricorrere a un supporto psicologico, ci sono ancora tantissimi pregiudizi sulla psicoterapia. «A partire da quello principale: “dallo psicologo ci vanno solo i matti”» conferma Francesca Picozzi, psicologa clinica che sui social sfata tabù e false credenze sulla terapia psicologica. «Ma ce ne sono molti altri, soprattutto tra gli over 50».

Come capire se hai bisogno di aiuto

Spesso si pensa che per iniziare una psicoterapia si debbano avere problemi gravi. Ma non è così, come ci spiega la dottoressa Picozzi. «Le ragioni sono molto soggettive. Può anche essere una sofferenza emotiva senza causa apparente ma che mina la qualità della vita. Magari faccio fatica a dormire o dormo troppo, litigo spesso, sono irritabile, le cose che prima mi davano molta felicità adesso mi lasciano indifferente». Un altro segnale che dovrebbe spingere a chiedere aiuto è il cosiddetto mal d’amore. «Quando si trovano sempre partner “sbagliati”, spesso emotivamente distanti, problematici, sfuggenti o impegnati, per i quali ci si auto-annulla. O quando l’assenza dell’altro crea uno stato d’ansia intollerabile, simile a una crisi d’astinenza da droga e il legame diventa l’unica fonte di benessere. Qui ci può essere un problema di dipendenza affettiva, disagio sottovalutato ma sempre più diffuso soprattutto fra le donne» avverte Maria Chiara Gritti, psicoterapeuta specializzata nelle new addiction. Lei ha ideato addirittura un metodo: DipendiAmo.

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Psicoterapia: quattro luoghi comuni da sfatare

  1. Iniziare una psicoterapia dopo una certa età è inutile. «Si può cominciare una terapia fino all’ultimo giorno della propria vita perché il processo trasformativo può avvenire a qualsiasi età» afferma Francesca Picozzi.
  2. La psicoterapia dura anni e anni. «Non è detto e comunque si continua fino a quando la persona ne sente il bisogno. Senza che questo significhi avere un problema grave oppure che la terapia non stia funzionando» assicura l’esperta.
  3. Se cominci una psicoterapia poi non sai più affrontare la vita da solo. «L’obiettivo è proprio quello di rendere la persona autonoma una volta che termina la terapia» dice la dottoressa Picozzi. «Se qualcuno non riesce a staccarsi significa che quel problema di dipendenza era già presente e si lavorerà proprio su questo aspetto».
  4. Le sedute si svolgono sempre sul lettino. «Succede nella psicanalisi ed è una scelta del terapeuta» dice ancora Francesca Picozzi. «Alcuni alternano sedute vis-â-vis ad altre sul lettino perché consente di entrare in uno stato più rilassato in cui i pensieri fluiscono in maniera libera».
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Storia di Mariachiara: la psicoterapia mi ha cambiato la vita

«Ho cominciato tardi la psicoterapia: tardi perché avrei potuto cercare prima una professionista che mi aiutasse a vivere meglio» confessa Mariachiara*. «Ma non sono stata abituata a pensare che certi nodi si potessero sciogliere: ero convinta di dovercela fare da sola. Grazie alla terapia però ho fatto un grande lavoro sulla vergogna, sulla vulnerabilità, sui meriti e sulle colpe. Col tempo ho imparato a sostituire la parola “vulnerabile” con “frangibile”, a capire che raccontare e raccontarsi le cose difficili della vita non significa essere deboli, ma allenarsi a diventare elastici. Ci spezziamo tutti, ma con la terapia è più difficile spezzarsi del tutto. Andare in terapia è stato come cominciare a scrivere in un nuovo alfabeto: prima con una calligrafia incomprensibile, oggi con lettere più chiare. Dove prima c’era catrame ora c’è dell’oro, sottile, scheggiato, ma dell’oro. È una sorta di Kintsugi umano, tra una crepetta e l’altra. E no che non si è sempre interi, ma oggi ho braccia e gambe e anche il cuore forti per alzarmi quando qualcosa non va e andare via, per non concentrarmi solo sull’essere amata dagli altri, e cominciare a innamorarmi di me». (* Mariachiara Montera, autrice del podcast sulla psicoterapia Guscio, è content creator e copywriter).

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